Ambiente

Voli a emissioni zero? Sì, ma dal 2050

I membri dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao) hanno adottato un “ambizioso obiettivo globale di lungo termine”. Obiettivo? Rendere sostenibile l’industria aeronautica
Credit: Andreas kind/ Unsplash
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17 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

Nella città di Montreal, in Canada, è stata raggiunta un’importante decisione riguardo l‘aviazione civile nel mese di ottobre, da parte del 41esima assemblea dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao) che si occupa di regolamentare la navigazione aerea a livello globale.

I 2500 delegati provenienti da 184 nazioni, con anche la presenza di 57 organizzazioni internazionali, hanno adottato un “ambizioso obiettivo globale di lungo termine” (Ltag) che prevede l’abbattimento delle emissioni di gas alteranti della industria aeronautica entro il 2050, in modo da raggiungere il net-zero: «L’adozione da parte degli Stati di questo nuovo obiettivo a lungo termine per la decarbonizzazione del trasporto aereo, che segue impegni simili da parte dei gruppi industriali, contribuirà in modo importante all’innovazione verde e allo slancio dell’implementazione, il quale deve essere accelerato nei prossimi decenni per ottenere in definitiva un volo senza emissioni», ha dichiarato Salvatore Sciacchitano, Presidente del Consiglio Icao .

La decisione è stata salutata molto positivamente dall’International Air Transport Association (Iata), l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree, che già un anno prima al 77esimo vertice generale aveva adottato una risoluzione per raggiungere il net-zero: «L’impegno dell’industria aeronautica nel raggiungere il net-zero di CO2 entro il 2050 richiede delle politiche governative di supporto. Ora che i governi e il settore industriale sono entrambi concentrati sul net-zero entro il 2050, ci aspettiamo iniziative politiche molto più forti in aree chiave della decarbonizzazione, come per esempio l’incentivazione della capacità di produzione dei sustainable aviation fuels (saf)», ha affermato il direttore generale della Iata Willie Walsh.

Allo stato attuale l’industria aeronautica è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni di CO2 a livello globale, anche se gli scienziati sospettano che le stime siano molto più alte, specialmente con la continua espansione dell’aviazione civile.

Per tentare di abbattere le emissioni e rimanere in linea con gli scopi dell’Accordi di Parigi, l’Icao ha concordato di far implementare alle compagnie aeree la “Carbon offsetting and reduction scheme for international aviation” (Corsia) per regolamentare e uniformare le varie procedure. Grandi speranze vengono riposte nell’innovazione tecnologica e nei sustainable aviation fuels (Saf), che nel 2021 sono stati utilizzati in quasi 450.000 voli rispetto ai soli 500 voli del 2016.

Non tutti però condividono l’entusiasmo delle compagnie aeree e dei leader delle organizzazioni internazionali.

Diversi attivisti ambientalisti hanno fatto notare che le ultime decisioni prese all’assemblea dell’Icao non sono vincolanti, oltre che essere troppo deboli rispetto al problema in corso: «Questo non è il momento dell’Accordo di Parigi per l’aviazione. Non pretendiamo che un obiettivo non vincolante porti l’aviazione a zero», ha ammonito Jo Dardenne, direttrice dell’aviazione presso la Ong Transport & Environment (T&E) di Bruxelles.

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