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Assegno unico per i figli: come funziona, chi ne ha diritto

Lo Stato semplifica le misure a sostegno delle famiglie: ecco in che modo, con quali importi, a quali condizioni
Credit: Pexels Cottonbro
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8 gennaio 2022 Aggiornato alle 12:00

Un contributo per aiutare i genitori e incentivare le nascite: si presenta così l’assegno unico universale, la misura economica pensata per ciascun figlio a carico. Secondo l’Inps sarebbero 7 milioni le famiglie potenzialmente beneficiarie dell’assegno unico, per circa 11 milioni di minori. Da quando si sono aperte le domande per richiederlo, l’1 gennaio 2022, l’Inps ha contato più di 266 mila richieste, per un totale di 427 mila figli.

Di cosa si tratta? Prima di tutto si chiama assegno “unico” perché vuole semplificare in un solo intervento i provvedimenti pensati per sostenere genitori e nascite. La misura sostituisce da un lato le detrazioni fiscali previste in precedenza e dall’altro l’assegno per il nucleo familiare (rimane, però, il bonus nido). È definito anche “universale” perché viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche a quelle che non possiedono un ISEE - l’indicatore utile a valutare la situazione economica di un nucleo familiare - o che hanno un reddito superiore ai 40 mila euro, la fascia massima prevista dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. In poche parole, è destinato ai lavoratori dipendenti, agli autonomi, ai pensionati e ai disoccupati.

I figli devono rispondere a determinati requisiti? Sì: l’assegno è riconosciuto alle famiglie con figli minorenni, ma non solo. Vale anche per chi ha figli maggiorenni, ma fino al compimento dei 21 anni di età, e a condizione che siano studenti, tirocinanti, lavoratori con reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui, oppure disoccupati in cerca di un lavoro o dediti al servizio civile universale. Compresi nella misura anche i figli disabili, senza alcun limite di età. L’assegno unico spetta anche ai nuovi nati, e decorre dal settimo mese di gravidanza.

Ma non sono solo i figli a dover rispettare determinate condizioni, vale anche per gli stessi richiedenti: l’Inps elenca sul suo sito quelle da rispettare. Tra queste, la cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea, o comunque il possesso del permesso di soggiorno.

Ma a quanto ammonta questo assegno? Per calcolare il proprio, basta andare sul sito dell’Inps e utilizzare il simulatore messo a disposizione dalla piattaforma. La misura varia a seconda del reddito: si va da un massimo di 175 euro mensili per ciascun figlio minorenne per Isee fino a 15 mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun under 18 in assenza di Isee o con reddito pari o superiore a 40mila euro. Inoltre, gli importi per ciascun figlio possono subire delle maggiorazioni per ciascun figlio successivo al secondo, per le madri under 21, per le famiglie con quattro o più figli, per i genitori entrambi titolari di reddito da lavoro e per i figli affetti da disabilità.

Non rimane che presentare la domanda all’Inps online tramite l’identità digitale SPID, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), oppure attraverso i patronati, gli istituti riconosciuti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che assistono e tutelano i lavoratori, i pensionati e i cittadini su tutto il territorio italiano. La richiesta dovrà essere inoltrata di volta in volta ogni anno, tranne per chi riceve il reddito di cittadinanza: in questo caso sarà direttamente l’Inps a pagare l’assegno sull’Iban del richiedente o tramite un bonifico domiciliato, lo strumento di pagamento - tramite l’ufficio postale - per importi inferiori a 1000 euro.