Culture

Lavazza, quando l’arte incontra l’impegno il calendario è da Oscar

Gli scatti del fotografo messicano Emmanuel Lubezki, vincitore di 3 Premi Oscar, raccontano l’alternarsi delle stagioni tra paesaggi naturali feriti e una forte attenzione all’attivismo
Credit: Emmanuel Chivo Lubezki
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9 gennaio 2022 Aggiornato alle 09:00

Parte tutto da una frase semplice, quanto rivoluzionaria: “I can change the world”. Il Calendario 2022 del gruppo Lavazza celebra 6 attivisti e artisti impegnati sul fronte del cambiamento climatico e dei diritti civili, grazie alla sensibilità e allo sguardo di Emmanuel Lubezki, fotografo da 3 premi Oscar. Immerge i suoi protagonisti in una natura fragile, ancora meravigliosa, ma che porta i segni dell’inquinamento; sa coniugare e fondere sapientemente la bellezza decadente di paesaggi feriti con l’energia e la dinamicità dell’attivismo che guarda al futuro.

Il gruppo Lavazza ha presentato il nuovo lavoro a Firenze, a Palazzo Vecchio, nel corso dei The Renaissance Awards organizzati dall’agenzia internazionale per lo sviluppo di strategie di business sostenibili Eco-Age. Sotto la direzione creativa dell’agenzia Armando Testa, il pluripremiato Emmanuel Lubezki dedica 2 scatti a ciascun soggetto (2 mesi consecutivi per ciascuno), immortalandoli in momenti diversi della giornata: una scansione suggestiva del susseguirsi delle stagioni e delle fasi del giorno. Si tratta complessivamente di 6 personalità, distanti fra loro per cultura, origini, età e linguaggio artistico, ma dotate ciascuna a suo modo della stessa capacità e potenza espressiva nel dare forma e sostanza a un messaggio comune.

L’apripista è Ben Harper, musicista e cantante che si batte contro le disuguaglianze sociali e gli effetti della crisi climatica: è la sua “With My Own Two Hands”, uno dei suoi più grandi successi, a fare tra l’altro da colonna sonora al calendario. Seguono poi Saype, pioniere della land art sostenibile, famoso per le sue opere imponenti che si estendono sui manti erbosi; la rapper afgana Sonita Alizada, fuggita dal proprio paese d’origine, che si staglia a difesa dei diritti delle donne, con un impegno particolare contro i matrimoni forzati e la prassi delle spose bambine; Shilpa Yarlagadda che disegna gioielli e incoraggia l’empowerment femminile; la biologa marina Cristina Mittermeier che cattura con le sue fotografie l’avvelenamento degli oceani; infine la street dancer di Los Angeles Shamell Bell, attivista del movimento Black Live Matter, che balla contro ogni forma di discriminazione, razziale e sessuale.

“Le location scelte in tutto il mondo mostrano i segni del cambiamento climatico”, spiega Lubezki, “e gli scatti ci mettono di fronte a realtà allarmanti: laghi glaciali che scompaiono da un giorno all’altro, e strade così roventi da sciogliere gli pneumatici. Abbiamo un disperato bisogno della voce di questi attivisti: il loro lavoro ci sfida, crea una comunità, ci rende sensibili alla bellezza del mondo e più forti nel contrastare ciò che la mette in pericolo. I ghiacciai sono quasi scomparsi, le alghe dominano gli oceani. Come artisti, come autori e come imprenditori abbiamo la responsabilità di richiamare l’attenzione su queste problematiche e risolverle, oltre a rendere omaggio a coloro che portano avanti il cambiamento e scendere al loro fianco, with our own two hands (con le nostre proprie mani, ndr), proprio come canta Harper”.