Diritti

Monarchia Thailandia: lontana dagli occhi, lontana dal cuore

Rama X regna “da remoto”, spesso da Monaco di Baviera. Eppure nel Paese è onnipresente: in ogni angolo delle strade, in ogni cinema. Nel volto dei manifestanti che chiedono la democrazia
Le celebrazioni per il 70° compleanno del re Maha Vajiralongkorn, il 28 luglio 2022.
Le celebrazioni per il 70° compleanno del re Maha Vajiralongkorn, il 28 luglio 2022. Credit: EPA/RUNGROJ YONGRIT
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16 ottobre 2022 Aggiornato alle 06:30

Il potere è spesso una questione di immagine. I leader del mondo lo sanno e si curano di proiettare uno spettacolo capace di ispirare devozione, timore o, quantomeno, il riconoscimento di tale potere. Questo, infatti, si vede nei suoi effetti e nelle sue esternazioni tanto quanto nei luoghi e nelle persone che lo incarnano e lo emanano. La geografia della sua provenienza è spesso più rilevante della sua presenza e nulla lo dimostra meglio della reggenza Thailandese.

A Bangkok, per raggiungere il cinema SF World basta prendere una delle piccole barche a motore che attraversano i canali motosi ingrossati dalle piogge. Dalla fermata al centro commerciale sono davvero pochi minuti, e da lì al piano del cinema il percorso è altrettanto breve. Tra i negozi fast fashion si affastellano banchi e banchetti che occupano l’atrio del centro commerciale, una sorta di mercato in cui si possono trovare abiti, giocattoli e prodotti per la casa insieme a dolci e snack tradizionali confezionati a mano. Una dimensione di integrazione dei più tradizionali mercati Thailandesi nel cuore in cemento armato dell’architettura di consumo americana.

Le sale cinematografiche hanno diverse combinazioni di sedute, si può pagare per condividere un divano con gli amici o risparmiare e guardare il film scelto da una poltrona a sacco. Come in un qualsiasi cinema in una qualsiasi parte del mondo, i trailer e le pubblicità si rincorrono sullo schermo, lasciando che gli spettatori più annoiati terminino i pop corn prima dell’inizio del film.

D’un tratto una luce annuncia l’arrivo della maschera. La torcia bianca si ferma su chi di noi è ancora seduto, perciò ci alziamo, consci di aver perso qualche passaggio. Spenta la torcia comincia la marcetta dell’inno nazionale Thailandese e lo schermo si riempie di immagini: le gesta di Maha Vajiralongkorn, attuale re di Thailandia, sfumano in dissolvenze più o meno grossolane, enfatizzandone il coraggio, la devozione e, poco delicatamente, la formazione militare. Terminato il filmato, appaiono i titoli di testa, ma lo straniamento è tale che quasi mi perdo l’inizio del film.

Passeggiando per le strade della capitale si percepisce chiaramente la presenza del re. Dalle piccole fotografie, che talvolta ritraggono anche il re precedente, incorniciate ed esposte negli scaffali dei piccoli negozi alle gigantografie incorniciate di nastri e fiori gialli, il volto di Maha Vajiralongkorn, noto come Rama X, segue i passanti, li accompagna negli acquisti, negli attraversamenti tra le auto veloci e i tuk tuk incrostati di neon, in farmacia, nelle sale di attesa degli alberghi e persino all’ingresso di alcuni templi. Ogni attività si svolge sotto gli occhi scuri del re, immobile e inamovibile anche durante le piogge della stagione monsonica. Il re, a volte accompagnato dalla sua ultima moglie, spunta in ogni spiazzo, instillando nei passanti la coscienza di essere in qualche modo al suo cospetto.

Una presenza che non si può ignorare, insomma, che addirittura modifica la reale conoscenza che si ha di questo re, le cui fattezze, in alcune fotografie, appaiono decisamente alterate, per restituire non solo una gioventù perduta ma anche una bellezza straordinaria. L’insistenza di questo volto, fisso, appare un netto contrasto, forse proprio un contrappeso, alla reale presenza fisica del regnante su suolo thailandese.

Nel 2020 la residenza reale era stata a lungo riallocata a Monaco di Baviera, dove il sovrano trascorre lunghi, lunghissimi periodi. Le fotografie inquadrate non sono state sufficienti a silenziare il malcontento popolare, una rabbia che si è gonfiata riversandosi nelle strade per chiedere conto a questo re assente delle sue azioni e della sua scelta di regnare da lontano. Nelle memorie di Instagram galleggiano ormai dimenticate le foto delle proteste di piazza, in cui i manifestanti vestivano i panni di Harry Potter, puntando un dito, o una paperella di gomma, contro Voldemort stesso. Simboli e metafore per parlare una lingua pericolosissima, che è costata la carcerazione a più di 200 persone in 18 mesi stando ai report dell’International Federation for Human Rights (FIDH) e del gruppo Thai Lawyers for Human Rights (TLHR).

Infatti, il codice criminale Thailandese (articolo 112 per la precisione) prevede tra i 3 e 15 anni di carcere per chi commette il reato di lesa maestà in cui, stando alle precisazioni costituzionali, confluiscono il divieto di esporre e minare la devozione del re in qualsiasi modo. Essenzialmente, in Thailandia, di questo re assente non si può dire nulla di male e, infatti, proteste e dissidenze sono duramente represse.

La violenza fa parte della dimensione di potere proiettata da Rama X, la cui vicinanza con la giunta militare è da sempre uno dei pilastri della stabilità del suo regime, ma anche la minaccia silente con cui viene tacitata ogni discussione. Gli occhi del re sono ovunque, anche negli smartphone.

A luglio di quest’anno è stato scoperto l’uso da parte del regime dello spyware Pegasus, lo stesso usato per monitorare i dissidenti Palestinesi, allo scopo di monitorare il pubblico dissenso: tra il 2020 - 2021 ben 30 persone thailandesi sono state allacciate al monitoraggio dello spyware. NSO, il gruppo israeliano genitore del sistema di sorveglianza, è stato addirittura citato in giudizio da Apple per l’attacco alla sicurezza digitale dei suoi utenti. Eppure, Pegasus corre libero, coprendo l’angolo cieco contro il quale i regimi autoritari, fino a ora, non avevano protezione. L’occhio digitale di Rama X è il riflesso della volontà di controllo e consenso che lui e altri leader autoritari cercano di imporre al proprio popolo. Anche da lontano.

Questo re assente, inaugura le reggenze dislocate, seguendo l’esempio di altri monarchi imperialisti che, però, si curavano di regnare dal centro geografico da cui emanava il loro potere. Rama X, sposta il centro del potere e lo trasla su sé stesso, ubicando il palazzo reale dove meglio ritiene e lasciando che siano le sue ombre militari e le impressioni formato cinematografico a cancellare la propria assenza. L’entourage di 250 persone in movimento si accompagna ai 30 barboncini che hanno soggiornato con il loro re nelle alpi bavaresi.

Nelle parole di Bourdieu: “Produrre degli effetti in un campo, non foss’altro che semplici reazioni di resistenza o di esclusione, significa già esistervi”, Rama X, nella sua distanza, mantiene gli effetti della sua presenza, esercitando un dominio pervasivo e capillare al punto che, passeggiando per le strade e in assenza di giornali digitali, sarebbe difficile, se non impossibile, sapere se il re sia in Thailandia o meno.

A Bangkok, però, la volontà di presenza del re è stata, ed è tuttora, respinta, anzi denunciata nelle piazze gremite di dissidenti, cittadini che chiedono a gran voce una democrazia e, quindi, la destituzione del re che, tra le altre cose, figura essere il monarca più ricco del mondo con un valore netto di circa 43 miliardi. Nel momento dell’investitura, avvenuta nel 2016, Rama X ha assunto poteri emergenziali, modificando la costituzione e accentrando ulteriormente il potere nelle mani della casa reale. La repressione delle voci del popolo è quindi solo l’ennesima conseguenza di un regime autoritario, benedetto dalla tradizione, con un potere pervasivo da non doversi nemmeno curare di regnare nello stesso luogo in cui si realizzano gli effetti del suo potere.

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