Futuro

Caro energia: torna l’ipotesi di estendere l’ora legale

Il 30 ottobre l’Europa torna un’ora indietro, ma la Società italiana di medicina ambientale sostiene che rendere permanente l’orario estivo avrebbe vantaggi su energia, clima e salute. Scettico Cingolani
Credit: Elena Koycheva/ Unsplash
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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13 ottobre 2022 Aggiornato alle 19:00

Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre gli orologi dovranno essere impostati un’ora indietro per il ripristino dell’ora solare, l’ora civile convenzionale che in molti Paesi viene sostituita dall’ora legale in corrispondenza del protrarsi delle ore diurne allo scopo di risparmiare energia.

Da diverso tempo l’Unione europea discute sull’ipotesi di estendere l’ora legale all’intero anno solare, ma il caro energia che negli ultimi mesi ha visto schizzare il prezzo delle bollette potrebbe rendere il provvedimento più urgente.

Secondo gli ultimi dati misurati da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, nei 7 mesi di ora legale del 2021 l’Italia ha consumato 450 milioni di KWh in meno, con un risparmio di circa 105 milioni di euro, stimati a 190 milioni secondo le previsioni per il 2022.

Il beneficio non è soltanto economico, ma anche ambientale. Nello stesso periodo, dichiara ancora Terna, il minor consumo elettrico ha consentito di evitare 215.000 tonnellate di emissioni di CO2. E allora, viene da chiedersi, perché l’Italia non ancora abolito l’ora solare?

Il 5 settembre la Società italiana di medicina ambientale (Sima) insieme all’associazione di consumatori Consumerismo no profit ha lanciato una petizione sul sito Change.org per chiedere al governo italiano di adottare l’ora legale tutto l’anno.

“Considerati gli attuali prezzi del gas”, si legge nella nota, l’ora legale permanente “determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”. Ora i due enti hanno chiesto al governo in carica una proroga di 30 giorni per dare la possibilità al nuovo esecutivo di prendere un provvedimento più ragionato.

«La proroga dell’ora legale, almeno in via transitoria per 30 giorni, sarebbe un provvedimento di semplice attuazione che garantirebbe risultati certi e misurabili, nel contesto del caro-bollette e dei comportamenti anti-spreco richiesti ai cittadini col decreto appena approvato dal Mite, lasciando al prossimo esecutivo il compito di verificarne anche in sede europea l’opportunità del mantenimento permanente», ha dichiarato il presidente di Sima Alessandro Miani.

La settimana scorsa l’appello è stato rilanciato dalla rivista Lancet Regional Health Europe in un articolo che vede tra i firmatari anche il sottosegretario al ministero della Salute Andrea Costa, il presidente della regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore all’Agricoltura della regione Campania ed ex euro-parlamentare Nicola Caputo.

«Con la pubblicazione dell’appello su una prestigiosa rivista come Lancet sono state condivise con la comunità scientifica internazionale le motivazioni strategiche – in termini di risparmio energetico, benefici per l’ambiente, il clima e la salute umana – che sono alla base della proposta di prorogare la durata dell’ora legale, come previsto dal Parlamento e dalla Commissione europea che hanno lasciato ai Paesi membri la facoltà di disciplinare lo stop al doppio cambio di orario annuale nei Paesi Ue», ha aggiunto Miani.

Nel 2018, infatti, il Parlamento europeo ha delegato a ciascuno Stato membro la scelta se adottare permanentemente l’ora legale o invernale. Dal 1996 tutti i Paesi dell’Ue sono sincronizzati in modo che l’ora legale venga introdotta l’ultima domenica di marzo e si concluda l’ultima domenica di ottobre.

Proprio questa, però, è una delle ragioni addotte dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per lasciare inalterato il doppio orario. Secondo Cingolani, infatti, «se non ci si muove unanimemente ci sono problemi non da poco sul fatto che cambiano gli orari al confine». Ma il ministro sostiene anche che in tutti i casi i vantaggi sarebbero pochi, dal momento che l’ora guadagnata la sera andrebbe persa la mattina svegliandosi al buio.

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