Ambiente

Elezioni Brasile: gli animali rischiano tutto

Il 30 ottobre il Paese tornerà alle urne per fare una scelta, anche ambientale. Il governo Bolsonaro, infatti, ha proposto una legge per abolire i controlli nei macelli
Bolsonaro durante una conferenza stampa il 10 ottobre 2022
Bolsonaro durante una conferenza stampa il 10 ottobre 2022 Credit: EPA/Joedson Alves
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15 ottobre 2022 Aggiornato alle 06:30

Tra un paio di settimane in Brasile si terranno i ballottaggi delle elezioni presidenziali. A contendersi il governo del Paese saranno Jair Bolsonaro, presidente uscente, e Luiz Inácio Lula da Silva, leader del Partito dei Lavoratori e già capo di stato fra il 2003 e il 2010.

Il destino di animali e ambiente è strettamente legato al risultato elettorale del Paese sudamericano, che da solo produce circa 10 milioni di tonnellate di carne e ospita il 60% dell’area totale della foresta Amazzonica.

Negli anni del governo Bolsonaro sono state approvate una serie di misure per deregolamentare i settori dell’agricoltura e della silvicoltura e sono state indebolite le norme in vigore a tutela degli animali e dell’ambiente.

Recentemente, per esempio, è stata presentata una legge per l’abolizione dei controlli nei macelli, che porterebbe avanti una proposta di riforma allarmante che, se approvata, porrebbe fine alle ispezioni governative all’interno di questi luoghi e lascerebbe all’industria della carne brasiliana la possibilità di controllarsi da sola. L’entrata in vigore di questa legge metterebbe oltre 6 miliardi di animali in grave pericolo, rendendoli più esposti ad abusi e crudeltà all’interno dei macelli. Abusi che, come abbiamo dimostrato in una recente inchiesta, sono all’ordine del giorno nei macelli del Paese.

L’impatto di questa normativa, però, non si fermerebbe solo ai maltrattamenti sugli animali ma comporterebbe anche gravi rischi per l’ambiente. In Brasile, infatti, il fuoco viene già utilizzato frequentemente per trasformare la foresta in nuovi terreni da sfruttare economicamente dall’industria della carne. Come abbiamo documentato con l’inchiesta Perché il Brasile brucia, gli allevatori appiccano incendi per ricavare nuovi pascoli da destinare ai bovini da carne, in larga parte esportata verso altri Paesi, Italia inclusa.

La crescita delle esportazioni verso Paesi terzi senza opportuni controlli rischia di diventare un incentivo ad allevare e uccidere un numero crescente di animali e a disboscare sempre di più. Un rischio che si aggrava con la riduzione tariffaria incondizionata per i prodotti di origine animale prevista dall’accordo di libero scambio Ue-Mercosur, in cui anche il Brasile è coinvolto.

Questo accordo sta già provocando un impatto negativo sull’ecosistema e sugli animali sfruttati nell’industria alimentare, come sottolineato dallOrganizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e da Eurogroup for Animals (gruppo di pressione con sede a Bruxelles di cui Animal Equality fa parte).

Per fermare questa proposta di legge scellerata e discutere di quali impatti sugli animali e l’ambiente potrebbe avere, noi di Animal Equality ci siamo uniti ai rappresentanti di altre organizzazioni per la protezione degli animali e dell’ambiente presso l’Assemblea dello Stato di San Paolo, sede decisionale importante in Brasile.

All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti della sanità pubblica brasiliana, delle istituzioni scientifiche, delle università e dei sindacati, compresi gli ispettori dei macelli contrari al progetto di legge.

La prospettiva di un altro governo Bolsonaro è allarmante per il futuro degli animali in Brasile, mentre il candidato Lula da Silva si è dimostrato più orientato a favorire politiche a tutela di animali e ambiente. All’inizio del 2022 il leader ha convocato diversi rappresentanti di organizzazioni per la protezione degli animali – tra cui la direttrice esecutiva di Animal Equality, Carla Lettieri – specialisti e celebrità brasiliane, per discutere proposte concrete per proteggerli dalla crudeltà.

Tuttavia, anche in caso di vittoria di Lula, la strada da percorrere non sarebbe facile o priva di insidie: la volontà di mantenere le promesse fatte, infatti, si scontrerebbe con lo strapotere del settore agricolo e dell’industria della carne del Brasile.

In ogni modo, qualunque sarà il risultato elettorale, l’impegno di Animal Equality per contrastare lo sfruttamento e la violenza estrema sugli animali allevati a scopo alimentare in Brasile continuerà senza sosta.

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