Economia

Finita la pandemia, taglio alla spesa sanitaria

È quanto emerge dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza: meno 2 miliardi nel 2023 e 3 nel 2024. Quali conseguenze per le persone più deboli?
Credit: Jon tyson/unsplash
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11 ottobre 2022 Aggiornato alle 16:00

Finita la pandemia, per la sanità meno risorse. È questo quello che emerge dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef), dove si legge che la spesa sanitaria scenderà di oltre 4 miliardi di euro rispetto all’anno corrente.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo ad aprile, quando è stato elaborato e presentato dal Presidente del consiglio e dal Presidente dell’economia e delle finanze il Def - Documento Economia e Finanza - principale dossier di programmazione finanziaria in Italia. Le previsioni del documento sono state effettuate sulla base della legislazione vigente” e assumono come anno di partenza la spesa corrente del 2021 riportata nel Conto economico consolidato della sanità per le amministrazioni pubbliche predisposto dallIstat nellambito dei Conti nazionali”.

In particolare, esse scontano gli oneri legati al rinnovo del trattamento economico del personale dipendente e convenzionato con il Servizio sanitario nazionale (Ssn) per il triennio 2019-2021, le spese per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nonché gli impegni pianificati per rafforzare la performance del Ssn, anche in termini di tempestività di risposta rispetto alle emergenze sanitarie”.

Dopo il picco della spesa emergenziale del 2020 e 2021 a causa del Covid-19, è stato previsto un ridimensionamento della crescita della spesa sanitaria nel 2022 fino a un suo contenimento nel 2025. La spesa prevista per l’anno corrente è, infatti, pari a 131.710 miliardi, con un tasso di crescita del 3% rispetto all’anno precedente.

Il 28 settembre nel documento integrale della Nota di aggiornamento del Def - varato dal Governo e che serve a rielaborare e aggiustare le previsioni formulate nel Def stesso a distanza di 6 mesi - è possibile veder peggiorato ancora di più il quadro della spesa sanitaria per il prossimo futuro, anche a causa del peggioramento delle stime del Pil. La spesa sanitaria tornerà a segnare delle riduzioni nel biennio 2023-2024, mentre nel 2025 inizierà a stabilizzarsi, a ragione dei minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica.

Per essere più esatti ci sarà un taglio di 2 miliardi nel 2023 che porterà la cifra del finanziamento a 131,7 rispetto ai 134 del 2022. Nel 2024 ci sarà un taglio di ulteriori 3 miliardi che porterà la cifra a 128,7. Nel 2025 si registrerà un lieve incremento di 0,570 miliardi che porterà la cifra a 129,4. L’incidenza della spesa sanitaria pubblica sulla spesa pubblica totale passa da 7,1% del 2022 a 6,7% nel 2023, 6,2% nel 2024, 6,1% nel 2025.

Tutto ciò accade nel bel mezzo di una fase inflativa estremamente preoccupante e, quindi, di aumento dei prezzi dell’assistenza sanitaria, giunta già al 10%. Questi tagli costituiscono un vero e proprio atto contro i più deboli e contro i ceti popolari e medi, già vessati da una spesa privata diretta superiore ai 40 miliardi, quando non costretti alla rinuncia delle cure per motivi economici (che è già tra il 2% e il 12% in tutte le regioni per i “potenziali” assistiti).

La popolazione italiana sta invecchiando, le malattie croniche stanno aumentando ogni giorno e ci sono ancora migliaia di prestazioni che devono essere recuperate dai tempi della pandemia. Nel triennio a venire si segna una crescita complessiva della spesa sanitaria di 736 milioni rispetto alle previsioni del Def, ma una marcata decrescita in rapporto al Pil che si attesterà al 6,1% rispetto al 7,1% di quest’anno.

Questa crescita, quindi, non sarà sufficiente neanche a compensare l’inflazione e il rincaro delle spese per l’energia che ci accompagnerà per almeno tutto il prossimo anno. Toccherà al nuovo governo decidere se e come cambiare rotta.

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