Economia

Rating italiano? A rischio declassamento

Se dopo la formazione del nuovo governo di centrodestra il giudizio di Moody’s era rimasto invariato, le cose ora sono cambiate. L’agenzia di rating: “Necessarie riforme ai fini della crescita del Paese”
Credit: Via lapresse.it
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8 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

L’analisi condotta dall’agenzia di rating, Moody’s, per rivalutare il livello di rating italiano, è stata svolta a causa dell’evidente mancanza di riforme e piani d’azione, finalizzati alla crescita del Paese.

Come riportato da Moody’s, non si può negare quanto sia delicata la situazione contingente che sta vivendo l’Italia in questo periodo di transizione, sia dal punto di vista di management finanziario che di project governativo.

Le considerazioni di segnalazione sui rischi, rilasciati all’interno nel documento di valutazione, riportano nel dettaglio le minacce che il Paese incorrerebbe in occasione del prossimo esecutivo.

Sicuramente il cambio di governo non ha agevolato la continuità, in termini di piani economici migliorativi, con quanto era stato delineato dal governo Draghi e se si dovessero continuare a verificare evidenti indebolimenti sulle prospettive di crescita del Paese, declasserà il livello di rating nazionale.

Il rimedio? Sono necessarie riforme e strategie d’azione che percorrano l’obiettivo di incentivare la crescita del paese; comprese quelle definite a Pnrr.

Nel report di giudizio, l’agenzia newyorkese ha evidenziato: politiche economiche e fiscali che non rafforzano, di fatto, il benessere economico italiano condurrebbero il rating del Paese al giudizio di Baa3.

Tutto dipenderà dalla gestione e dall’amministrazione dei conti pubblici italiani, in quanto saranno la prova finale sulla speculazione dei titoli del Paese.

Per rispondere alla domanda: “quali fattori potrebbero migliorare l’outlook del Paese?”.

Sicuramente giocherebbero a favore, l’impegno evidente del governo nella messa a terra e pianificazione di riforme a sostegno della crescita nazionale.

Dall’altra parte, invece, rispondendo a: “quando e quanto tempo ci vorrà per apportare un miglioramento dell’outlook?”, sicuramente non prima del medio e lungo periodo.

Nelle ultime settimane, è importante precisare, che i titoli di Stato hanno anche guadagnato cinque miglioramenti di outlook.

Nel dettaglio, venerdì scorso, la Ddrs e la Scope Rating hanno confermato il loro giudizio a stabile dallo status precedente, per entrambe negativo.

A seguire, è stato rilasciato giudizio positivo da Standard & Poor, fino a due settimane fa dichiarato come stabile.

La stessa decisione è stata intrapresa anche da Jcr e R&I, agenzie di rating giapponesi.

Quali sono le incertezze da abbattere?

In primis, come riportato dall’agenzia Moody’s, l’attrito creato dal governo nell’attuazione di riforme strutturate e migliorative e inoltre la rinegoziazione di alcuni fattori del Pnrr, soprattutto in un contesto di forte inflazione e complessità economiche legate all’apprezzamento dell’energia.

In fase di analisi sono emersi anche i punti di forza del Paese, che la Moody’s ha voluto menzionare: le elevate dimensioni economiche del paese, un alto livello di ricchezza delle famiglie, l’indebitamento scarno del settore aziendale privato e soprattutto la diversificazione economica.

Non è da escludere un rialzo del rating, sicuramente non all’interno del medio periodo; tuttavia la Moody’s ha rilasciato la sua visione legata al fatto che in caso di forti necessità, i Paesi della zona euro sarebbero disposti a supportare la Penisola. Prova di questa considerazione è stato l’annuncio della Banca Centrale Europea sul Tpi, lo scudo anti-spread.

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