Ambiente

Roma: il Tar boccia la discarica di Magliano Romano

Nuovo stop del Tribunale amministrativo del Lazio (l’ottavo) per la trasformazione dell’impianto nel Comune a nord della capitale che avrebbe dovuto ospitare 800.000 metri cubi di rifiuti
La manifestazione contro la discarica di Magliano Romano davanti il Comune di Castelnuovo di Porto dove si sono radunati i sindaci dei paesi limitrofi alla discarica, nell'ottobre 2014.
La manifestazione contro la discarica di Magliano Romano davanti il Comune di Castelnuovo di Porto dove si sono radunati i sindaci dei paesi limitrofi alla discarica, nell'ottobre 2014. Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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7 ottobre 2022 Aggiornato alle 13:00

Nuovo stop del Tar per la maxi-discarica di Magliano Romano. Il tribunale amministrativo regionale, infatti, ha accolto il ricorso presentato dall’associazione ecologica Monti Sabatini - No discarica Magliano Romano sulla procedura di riclassificazione della discarica che avrebbe dovuto accogliere fino a 800.000 metri cubi di rifiuti solidi urbani.

«L’amministrazione regionale colleziona l’ottava censura da parte del Tar per aver nuovamente, completamente ignorato le evidenti criticità idrogeologiche e ambientali della discarica», ha dichiarato il sindaco di Magliano Romano Francesco Mancini.

A bocciare la trasformazione dell’impianto nel Comune a nord della capitale, secondo quanto stabilito dai giudici, la mancata effettuazione della valutazione di incidenza e l’assenza di valutazioni sia sull’effettivo impatto della discarica sulla falda acquifera che sulla barriera geologica.

Attualmente l’impianto accoglie rifiuti inerti, ovvero scarti di lavorazione edile, ed è di proprietà della società idea 4, partecipata da Acea, ma in procinto di essere ceduto a Berg, controllata a maggioranza dalla stessa Acea.

«Inspiegabilmente – si legge nelle sentenza del Tar – non risulta attualizzata la valutazione dell’effettivo impatto del nuovo progetto sulla falda acquifera nonostante le precise indicazioni contenute sul punto nelle precedenti decisioni rese dal Tribunale».

«La Regione – specifica il Tribunale – ha omesso di tener conto delle misure di salvaguardia conseguenti all’adozione del piano di assetto del Parco regionale di Veio, nel quale ricadono parte degli interventi progettati».

Inoltre, sottolineano i giudici, «continuano a mancare in sede di Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) approfondite valutazioni sulla barriera geologica naturale, tenuto anche conto che la discarica sorge su sito già oggetto di escavazione relativa ad attività estrattiva di tufo, materiale idrogeologicamente permeabile».

«È un risultato eccellente, che però non deve in alcun modo essere interpretato dalla cittadinanza come l’elemento che decreta la fine di questa annosa faccenda. Dal canto nostro continuiamo questa sacrosanta lotta, anche in Europa», ha commentato l’Associazione in un lungo post pubblicato su Facebook.

Il Tar del Lazio ha inoltre respinto, giudicandolo infondato, il ricorso presentato dalla società Daf S.r.l. per l’attivazione di una discarica per rifiuti inerti in località Porta Neola, poco distante dal sito Unesco di Villa Adriana.

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