Diritti

Quebec: è record di donne in parlamento

Gli elettori della provincia canadese hanno eletto 58 donne su 125 seggi (46%). La maggioranza (41) appartiene al partito di centrodestra guidato dal premier Legault, riconfermato per il secondo mandato
Credit: Hope Ann Flores | The State News
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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6 ottobre 2022 Aggiornato alle 11:00

La provincia canadese del Quebec ha stabilito un record da fare invidia. Le consultazioni che il 4 ottobre hanno eletto i membri dell’Assemblea nazionale, l’organo legislativo unicamerale del Quebec, hanno visto assegnati alle donne 58 seggi su 125, vale a dire oltre il 46% del totale, il numero più alto mai registrato per una provincia canadese.

Il record precedente apparteneva alla Columbia Britannica, la provincia più occidentale del Canada che nel 2020 aveva eletto il 43% di deputate. A livello nazionale, oggi il 30% dei distretti elettorali della Camera dei Comuni del Canada sono rappresentati da donne, un numero in crescita nel corso delle ultime legislature e che alle elezioni suppletive di Toronto nel 2020 ha sforato per la prima volta il tetto di 100 donne su 338 seggi.

Tra le deputate che siederanno nella Sala blu, come viene chiamata la camera del parlamento dopo essere stata ridipinta alla fine degli anni ’70, anche Kateri Champagne Jourdain, la prima donna indigena – appartenente al popolo Innu – a essere eletta all’Assemblea nazionale. «Porto la cultura Innu dentro di me e la sto portando con me a Quebec City. Mi seguirà per tutto il mio mandato», ha dichiarato Champagne Jourdain dopo aver conosciuto l’esito del voto.

I risultati delle urne hanno visto la vittoria della Coalition Avenir Quebec (Caq), il partito di centrodestra guidato dal primo ministro uscente Francois Legault rieletto per il secondo mandato col 41% delle preferenze, che in base all’attuale sistema elettorale ha permesso alla Caq di ottenere il 72% dei seggi all’Assemblea. A votare è stato però il 66% degli aventi diritto, l’affluenza più bassa dal 2008.

Legault ha condotto la campagna elettorale facendo leva sulla protezione della lingua francese e sul contenimento dell’immigrazione. Nonostante i partiti di opposizione abbiano criticato la legge elettorale vigente, il leader conservatore ha dichiarato che «non esiste un sistema di voto perfetto» e che «si è impegnato a non aprire il dibattito sul metodo di voto. E rispetterò il mio impegno».

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