Ambiente

Castori, alleati contro il climate change

Questi piccoli roditori possono aiutarci a contrastare la siccità e il rischio incendi mantenendo integre le riserve d’acqua. Conditio sine qua non: costruire più stagni
Credit: kwiktor/envato
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 ottobre 2022 Aggiornato alle 15:00

A rischio di essere ripetitivi, lo ribadiamo: la lotta al cambiamento climatico è una priorità ed è necessario trovare strategie efficaci per ridurre l’impatto delle azioni antropiche sull’atmosfera e frenare l’aumento delle temperature (se non è possibile ridurle), mitigando gli effetti su ambiente e popolazioni. Secondo alcuni studi, una delle soluzioni per combattere il global warming sono… i castori!

No, nessun errore: proprio quegli adorabili animaletti pelosi che rosicchiano il legno e costruiscono dighe. Secondo Joshua Larsen, Associate Professor in Water Science all’University of Birmingham, è proprio la capacità di questi roditori di costruire dighe quello che li rende degli “ingegneri dell’ecosistema” (una caratteristica che potrebbe essere determinante visto le frequenti ondate di caldo e siccità, conseguenza del surriscaldamento globale). I ricercatori, però, avvertono: è importante non sopravvalutare gli effettivi benefici che possono portare per gli insediamenti umani.

Gli habitat dei castori aiutano a regolare la temperatura dell’aria e, mantenendo le riserve d’acqua, a contrastare la siccità. Un maggiore accumulo di acqua può anche migliorare la resilienza di un paesaggio agli incendi.

Il limite principale all’impatto della loro azione, però, sono le dimensioni di fiumi e ruscelli su cui possono agire: per ottenere una capacità d’acqua sufficientemente grande da integrare le riserve umane, i castori dovrebbero costruire un numero irrealisticamente elevato di stagni nello stesso bacino.

Questo non significa che il lavoro dei castori non abbia un impatto profondo sull’ecosistema: un aumento dei loro stagni può fornire più rifugi per la fauna selvatica e consentire il lento rilascio dell’acqua a valle durante i periodi di siccità e quindi aiutare a preservare la biodiversità di un’area.

Non solo: un maggiore stoccaggio di acqua può aumentare anche la capacità di un ecosistema di adattarsi ai cambiamenti climatici, come è stato dimostrato durante la siccità di questa estate. Le zone umide dei castori del fiume del Devon (Regno Unito), infatti, hanno permesso di irrigare l’area circostante e mantenere viva la vegetazione, preservando un habitat da cui dipendono molti animali e che sarebbe altrimenti andato distrutto.

A livello potenziale, gli stagni creati dai castori hanno anche la capacità di ridurre la temperatura dell’aria che li circonda, perché la loro evaporazione ha un effetto rinfrescante.

La ricerca sull’impatto termico degli habitat dei castori sugli insediamenti umani, però, si è rivelata inconcludente. Non solo perché per avere un impatto concreto dovrebbero essere molto grandi o estremamente numerosi, ma anche perché i castori, abbattendo alberi durante la costruzione di dighe, possono ridurre l’ombreggiatura e consentire un’esposizione solare più diretta. D’altro canto, l’abbattimento degli alberi può aumentare la complessità dell’habitat, consentendo una maggiore biodiversità e aiutando, in alcuni casi, a rallentare il flusso dell’acqua e migliorare la sua qualità.

Un aspetto che è stato invece confermato dalle ricerche è che gli habitat dei castori possono migliorare la resistenza al fuoco delle zone in cui sono presenti gli stagni: negli incendi che hanno interessato gli Stati Uniti occidentali, l’area di perdita di densità di vegetazione negli habitat dei castori era circa 3 volte più piccola rispetto alle aree senza castori.

Anche in questo caso, però, se è indubbio che questa protezione sia cruciale per gli habitat locali e la fauna selvatica, la domanda rimane: la protezione offerta delle dighe dei castori potrebbe espandersi fino a proteggere gli insediamenti umani?

Quello su cui non ci sono dubbi è che i castori debbano essere tutelati: oggi questi animali sono al sicuro dall’estinzione solo grazie alle leggi che impediscono di cacciarli o ucciderli. Nel Regno Unito, hanno ricevuto protezione legale a partire dal primo ottobre 2022, 400 anni dopo che furono cacciati fino quasi all’estinzione, una sorte condivisa a livello globale.

Ancora oggi, nonostante le reintroduzioni e l’espansione naturale, i castori devono tornare in molti luoghi in cui vivevano e anche il loro numero è sensibilmente ridotto: in Nord America, alla fine del XX secolo la popolazione dei castori era tornata a essere di 6-12 milioni. Un buon numero, certo, rispetto allo zero dell’estinzione, ma infinitesimo rispetto alla popolazione originaria, stimata in 60 - 400 milioni di animali.

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