Ambiente

Babcock Ranch, la cittadina ecologica che ha retto agli impatti dell’uragano Ian

Durante tempesta che ha colpito la Florida, una piccola realtà costellata da 700.000 pannelli solari e strade e case progettate contro la crisi climatica ha dimostrato di poter resistere
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4 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

La città del sole ha resistito al buio.

Le terribili immagini del passaggio dell’uragano Ian hanno mostrato tutta la fragilità di un territorio come la Florida davanti a un fenomeno meteo così intenso: 2,6 milioni di statunitensi sono rimasti senza corrente elettrica e migliaia di case e strutture sono andate distrutte o devastate dalle inondazioni.

Una piccola realtà, però, ha resistito: Babcock Ranch, a soli 20 chilometri da Fort Myers, una delle aree più colpite da Ian, ha infatti dimostrato una resilienza straordinaria, in quello che è stato definito come un “test” eccezionale per la “prima comunità americana a energia solare”.

Babcock Ranch nasce da una visione: un ex giocatore di football, Syd Kitson, una quindicina di anni fa investe acquistano oltre 90.000 acri in questa zona a nord-est di Fort Myers.

Intende creare una comunità sostenibile e resiliente: la stragrande maggioranza degli acri vengono trasformati in una riserva naturale mentre in un’altra parte la Florida Power & Light costruisce impianto fotovoltaico con 700.000 pannelli solari per generare elettricità.

Quando iniziano a progettare la cittadina, che si amplia a partire dal 2015 e ospita residenti dal 2018, pensano al futuro: le strade sono realizzate in modo da potersi allagare e defluire l’acqua con sistemi di scolo, in maniera tale da non impattare sulle case.

Le linee elettriche, i cavi, internet, vengono interrati per evitare di essere soggetti ai danni causati dal vento e per il resto vengono seguiti i canoni dei codici di edilizia della Florida, giudicati fra i più robusti della nazione.

Inoltre, anche sono presenti sistemi di alimentazione a fonti fossili, la cittadina punta sul minor impatto ambientale possibile: la maggior parte dei residenti guida un’auto elettrica.

Quando Ian soffiando venti a centinaia di chilometri orari ha effettuato il suo passaggio su questa zona della Florida, Babcock Ranch ha mostrato tutta capacità di resistere: alcuni alberi divelti, qualche struttura in frantumi e tegole volate via, ma per il resto la comunità ha retto davanti a un fenomeno talmente potente da lasciare al buio e senz’acqua milioni di famiglie.

La cittadina è diventata perfino un rifugio per altri statunitensi sfollati dopo l’uragano.

«Abbiamo acqua, elettricità, Internet e potremmo essere le uniche persone nel sud-ovest della Florida a essere così fortunate», ha raccontato alla Cnn Nancy Chorpenning, residente di 68 anni.

Kitson stesso è rimasto a Babcock durante l’uragano: «Dove altro potrei stare? L’abbiamo costruita per essere resiliente e per quanto pianifichi e pensi di aver fatto la cosa giusta, non lo sai finché non lo metti alla prova», ha raccontato.

Anche un’altra cittadina, Punta Gorda, ha subito meno danni rispetto ad altre realtà: in questo caso molto è dovuto dall’attenta ricostruzione (dopo l’uragano Charley) con codici edilizi severi, utili a reggere agli impatti del nuovo clima.

Per chi sta già vivendo in queste realtà è la dimostrazione che progettare, guardando a come il clima impatterà in futuro, è un processo vincente: le tempeste saranno sempre più intense, ma a Babcock sono convinti che il loro modello per lo sviluppo urbano, attento a clima e ambiente, sarà “luminoso” e anche in futuro potrà continuare a reggere all’emergenza climatica.

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