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Da domani giù la maschera

Niente più Ffp2 su treni, bus, metropolitane e traghetti. Prorogato al 31 ottobre l’utilizzo nelle strutture sanitarie, mentre l’indice dei contagi cresce del 34% nell’ultima settimana
Credit: Harry Sheltomn/Unsplash
Tempo di lettura 4 min lettura
30 settembre 2022 Aggiornato alle 18:00

A partire dal 1° ottobre decade l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 sui mezzi pubblici. Potremo infatti dismettere il dispositivo sanitario su treni, bus, metropolitane e traghetti, dove dall’inizio del mese prossimo i passeggeri torneranno a respirare liberamente.

«Ad oggi la situazione ce lo permette, e, come posso constatare anche per esperienza personale sui treni, c’è ormai molta insofferenza, non adesione all’obbligo e difficoltà a farlo rispettare», ha dichiarato all’Adnkronos il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all’Università Statale di Milano.

Non tutti sono d’accordo. «Accanto alla ripresa delle lezioni scolastiche, alla maggiore frequentazione dei luoghi chiusi e all’elevata percentuale di reinfezioni, l’imminente decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici contribuirà a un ulteriore aumento della circolazione virale», sostiene il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta.

Resta l’obbligo per le strutture sanitarie. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che proroga fino al 31 ottobre l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistite (Rsa), gli hospice, le strutture riabilitative e quelle residenziali per anziani, anche non autosufficienti.

«La Società italiana di igiene plaude all’iniziativa del ministero della Salute per l’utilizzo e l’obbligatorietà delle mascherine in ambito sanitario», ha dichiarato il presidente della Siti Antonio Ferro in occasione del 55° Convegno nazionale della Società a Padova.

«Questa sarebbe stata una richiesta forte della Società Italiana d’Igiene e anche di altre Società scientifiche per due motivi fondamentali – ha aggiunto Ferro – Il primo, per la protezione di coloro che frequentano gli stabilimenti ospedalieri e le Rsa. L’altro nei confronti del nostro personale, perché, in un momento storico di grande difficoltà negli organici, avere dei soggetti che si contagiano o si possono contagiare in ambito ospedaliero metterebbe davvero in crisi il sistema».

Sul luogo di lavoro resta in vigore fino al 31 ottobre il protocollo sottoscritto il 30 giugno, secondo cui la mascherina «rimane un presidio importante […] nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro».

A questo scopo «il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo». Inoltre, su indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, «il datore di lavoro «individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili».

Fino al 31 dicembre, infine, è ancora obbligatorio esibire il green pass per operatori sanitari, ricoverati, accompagnatori e visitatori negli ospedali e nelle Rsa. Complice anche l’inizio delle scuole - e il ritorno tra i banchi senza l’obbligo di mascherina - c’è allarme per la risalita dei contagi. Nell’ultima settimana, secondo i dati della Fondazione Gimbe, i nuovi casi hanno registrato una crescita del 34%.

Aumentano i ricoveri ordinari (+4,%), mentre sono in calo le terapie intensive (-14,7%) e i decessi (-8,1%). Secondo i dati del Ministero della Salute, nelle ultime 24 ore sono stati registrati oltre 37.500 nuovi casi, con un incidenza che è passata da 215 casi a 325 ogni 100.000 abitanti negli ultimi 7 giorni.

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