Ambiente

Caro Presidente Mattarella, posso farle una proposta?

Sarebbe un onore organizzare un incontro complementare a quello avvenuto ieri con i promotori dell’appello sul clima. Con le protagoniste della transizione ecologica. D’altronde, specifica l’Onu, senza parità di genere non c’è futuro!
Credit: euronews.com
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30 settembre 2022 Aggiornato alle 10:50

Carissimo Presidente,

Innanzitutto mi presento.

Mi chiamo Annalisa Corrado, sono un’ingegnera meccanica con un dottorato in energetica e, da più di venti anni, mi occupo di contrasto ai cambiamenti climatici (in particolare operando nell’abito della transizione energetica).

Sono così convinta della centralità di questi temi in tutte le crisi dei nostri tempi (oltre a quella climatica, quella geopolitica, quella economica, quella sociale, quella pandemica), sono così certa che in questo necessario cambiamento si celino tantissime opportunità positive e auspicabili per tutti e per ciascuno, che pian piano alla professione si è aggiunto l’attivismo per la giustizia climatica.

E dopo l’attivismo è arrivato anche un crescente impegno nella divulgazione e diffusione della cultura ecologista, nonché nel racconto di quel tessuto imprenditoriale e civile sano, innovativo, sostenibile e generativo che già esiste (e resiste) nel nostro meraviglioso Paese.

Mi permetto di disturbarla, pur sapendola impegnato in un ennesimo momento estremamente delicato, innanzitutto per ringraziarla di cuore per aver voluto dare ascolto e visibilità all’importante petizione costruita attorno all’appello alla politica del premio Nobel Giorgio Parisi, dopo anni in cui alla crisi climatica non si è data, nemmeno lontanamente, la giusta centralità.

È un appello che abbiamo subito promosso, sostenuto, rilanciato in tante e tanti perché la politica (tutta!) metta al centro dell’agenda le azioni urgenti necessarie a virare verso la completa decarbonizzazione di economia e società entro il 2050, come l’Italia si è impegnata a fare con la sottoscrizione degli accordi di Parigi nel 2015.

Mentre il mondo è sconvolto dagli effetti di eventi estremi devastanti (penso alle sciagure inimmaginabili piombate sul Pakistan, sulla Florida, e, penso, tornando molto più vicino a noi, a quanto accaduto nella zona di Senigallia e sulla Marmolada e in decine di altre occasioni) sono stata davvero felice di vedere un’iniziativa così importante accolta al massimo livello istituzionale del Paese.

C’è una cosa però, signor Presidente, che mi ha profondamente amareggiata e colpita, in particolare osservando la foto del Suo incontro con la delegazione dei promotori (autorevoli scienziati e giornalisti).

Il punto è questo: la foto non rappresenta affatto la pluralità e ricchezza di una comunità scientifica di cui possiamo andare fieri, così importante per affrontare sfide di questa complessità.

L’assenza di donne, l’assenza di giovani in quell’immagine rende impossibile raccontare una pluralità di talenti e di competenze che pure esistono e a cui sarebbe estremamente importante dare voce e spazio, in particolare in una fase storica in cui è così difficile, per i più giovani, trovare figure da emulare e a cui ispirarsi.

A 60 anni dall’uscita del libro di Rachel Carson Primavera silenziosa, che ha di fatto fondato l’ambientalismo scientifico ingaggiando una battaglia epocale per la tutela dell’eco sistema, quella foto taglia fuori le “madri costituenti” del pensiero ecologista e tarpa le ali a moltissime donne che saranno cruciali nei prossimi anni per costruire la strada della transizione ecologica.

La strategia delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile lo ratifica, del resto, chiaramente: senza parità di genere (obiettivo numero 5 dei 17) non c’è la possibilità di costruire un mondo degno e di garantire un futuro sereno alle prossime generazioni.

È per questo che mi permetto di scriverle, signor Presidente, con il rischio di rendermi ridicola per l’ardire, per chiederle di completare l’incontro con un nuovo momento dedicato al contrasto alla crisi climatica e ai preziosi talenti su cui potremo contare per costruirlo.

Sarei felice e onorata di promuovere, assieme a colleghe in primissima linea, la formazione di una delegazione complementare alla prima, formata da donne autorevoli e competenti, che sono certa sarebbero felici di raccontarle il loro impegno quotidiano e indefesso.

Non mi aspetto certo che questo piccolo segno possa cambiare il corso della storia, ma avremmo quantomeno la possibilità di scattare una foto bellissima (e molto colorata!) che una bimba potrebbe guardare senza pensare che sia “improprio” per sé, un futuro dedicato alla scienza.

La ringrazio per l’attenzione e per l’ascolto, e la saluto con grandissima stima, gratitudine e (malcelato) affetto,

Annalisa Corrado

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