Ambiente

Dopo No-Vax e bufale sul Covid, è allarme disinformazione sulla crisi climatica

Per gli analisti nel 2022 su Telegram potrebbero aumentare le fake news sul clima, soprattutto per greenwashing e tentativi di screditare gli scienziati
Credit: Christian Stark
Tempo di lettura 4 min lettura
7 gennaio 2022 Aggiornato alle 09:00

Dopo i No-Vax contro i vaccini, la paura è che nel 2022 il nuovo bersaglio della disinformazione che corre su Telegram o su chat cospiranti possa diventare il clima.

Mentre la crisi climatica corre rapida e spaventa le comunità di scienziati e milioni di cittadini che stanno già sperimentando i suoi effetti, diversi esperti di comunicazione temono che i nuovi sforzi dei negazionisti o di coloro che confutano per interesse il problema del surriscaldamento globale (vedi greenwashing e lobby dei combustibili fossili, come ricorda lo scienziato Michael E. Mann nel libro “The New Climate War”), nel nuovo anno possano aumentare per volume e criticità all’interno dei social.

A lanciare l’allarme, per esempio, è Ciaran O’Connor, analista dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD), che ha raccontato come l’enorme disinformazione sul Covid-19 e su argomenti come i vaccini, potrebbe presto evolversi per concentrarsi sulla politica climatica.

Uno dei termini che potremmo - con le sue sfaccettature - veder comparire più spesso, è il “green lockdown”, che riassume in maniera errata come le politiche per cercare di abbassare le emissioni e aiutare il Pianeta possano portare a restrizioni per gli esseri umani.

Ad oggi, raccontano diversi sondaggi, i cittadini credono nei pericoli della crisi climatica e hanno fiducia negli scienziati, ma non si fidano pienamente delle informazioni, delle notizie.

Per esempio il Digital News Report del Reuters Institute di quest’anno ha rilevato che se da una parte il pubblico esige sempre di più la verità, soltanto il 44% crede alle notizie che legge. In più, sostiene il rapporto, piattaforme come Instagram, TikTok e altre, che continuano ad attrarre i giovani, spesso offrono contenuti basati su “personalità e opinioni privi di verifiche dei fatti”.

Con la grande sfida climatica che deve essere affrontata con urgenza, così come la pandemia, la paura degli analisti è che l’opera dei No-global warming, o di coloro che confutano dati sul surriscaldamento, si concentri sempre di più - come avvenuto in parte con i virologi - su attacchi agli scienziati e alla scienza del clima.

Attraverso fake news, bufale e false cifre sul clima i negazionisti intendono infatti “erodere la fiducia del pubblico negli scienziati sul clima” dicono gli analisti. Oppure - e qui entrano in gioco anche lobby e interessi privati - intendono disinformare attaccando per esempio le energie rinnovabili o sistemi che vanno in contrasto a petrolio, carbone e altri combustibili fossili.

Secondo O’Connor i negazionisti vedono entrambi i fenomeni – pandemia e cambiamenti climatici irreversibili – come una strategia dei governi per privarci della libertà. Per questo motivo l’analista teme che su piattaforme come Telegram - che per funzionalità e oggi già fortemente preferita sia da No-Vax che da gruppi di estrema destra - “il dialogo sul clima, la retorica e la discussione saranno trasformati in una discussione sulle libertà dei cittadini”

Anche Jonathan Bright, professore associato all’Oxford Internet Institute, chiede la massima attenzione, sottolineando che i cospirazionisti potrebbero aumentare l’attività - contro gli scienziati del clima - nel 2022. “Non vanno sottovalutati” dice. Del resto, segnali di tentativi di minare o ritardare i progressi sull’azione per il clima da parte di negazionisti e attraverso la disinformazione, erano stati avvistati dagli esperti già durante la Cop26, la Conferenza sul Clima di Glasgow.

Nel frattempo, gruppi come Conscious Advertising Network (CAN) stanno spingendo affinché venga definita e riconosciuta la “disinformazione climatica”, in modo da poterla affrontare con le giuste armi. Una di queste armi, in futuro, potrebbe essere sempre di più il machine learning e l’intelligenza artificiale, come raccontano bene gli esperti della Monash University.

Nei prossimi anni, sostengono, anche sconfiggere le bufale sul surriscaldamento globale sarà decisivo per invertire la rotta negativa del Pianeta. “La disinformazione sul clima - chiosano- confonde e polarizza il pubblico, ritarda l’azione per il clima e riduce la fiducia negli scienziati”.

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