Ambiente

Food: ancora troppi scarti

Per la giornata internazionale sullo spreco alimentare, la ricerca di Babaco Market fa luce sulla nostra inabilità di gestire il cibo. Uno su quattro cestina un po’ troppo
Credit: Via Agro Bio Materials
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29 settembre 2022 Aggiornato alle 15:00

Cosa succede se parliamo agli italiani di spreco alimentare?

Per rispondere a questa domanda, in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, che si celebra oggi, Babaco Market- delivery 100% made in Italy di frutta e verdura - ha deciso di presentare una ricerca commissionata a BVA-Doxa con dati per riflettere e offrire una visione esclusiva sulle attitudini degli italiani verso lo spreco di cibo.

L’indagine ha dimostrato con estrema evidenza il divario esistente tra gli italiani tra conoscenza del problema dello spreco alimentare e la consapevolezza del fenomeno: il 96% dei rispondenti, infatti, dichiara di averne una chiara percezione, ma solo il 43% ne conosce l’entità. Così, perfettamente in linea con questi dati, dallo studio è emerso che un quarto degli italiani non è a conoscenza dell’impatto dello spreco alimentare sul cambiamento climatico.

A livello globale, secondo le stime della Fao (Food and Agricultural Organization), viene perso o sprecato circa il 30% del cibo all’anno, causando ben il 10% delle emissioni di gas serra con un impatto negativo e inevitabile sul clima.

Spreco di cibo, spreco di risorse utilizzate per produrlo. Spreco nello spreco, come un vortice infinito che rischia di apporre il timbro Game Over al tanto decantato tema della sostenibilità.

Eppure, nonostante questa mancanza sul problema, sembra comunque rimbombare nella testa degli italiani il suono di un campanello d’allarme: così si sta facendo lentamente strada nella vita di tutti i giorni la volontà di una spesa un po’ più green se si parla di frutta e verdura, consumate quotidianamente da oltre il 60% dei cittadini del Bel Paese.

I dati emersi dai criteri d’acquisto di frutta e verdura rilevati, infatti, dimostrano che circa il 19% degli intervistati usufruisce di siti/app specializzate nella vendita di prodotti ortofrutticoli almeno una volta al mese: un forte segnale di come, per l’acquisto di frutta e verdura, gli italiani si stiano spostando verso realtà più sostenibili.

Intanto, mentre l’Onu ha espresso il desiderio di raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di dimezzare gli sprechi alimentari sia a livello di vendita al dettaglio (negozi, supermercati, etc) sia a livello consumatori (spreco alimentare domestico), solo 4 persone su 10 ritengono che sarà realizzabile e 1 su 5 crede che non sarà raggiunto. Un duro scontro con la realtà, nonostante l’obiettivo sia stato giudicato importante da quasi tutta la popolazione (97%), con l’88% degli intervistati che lo ha reputato addirittura fondamentale.

Ed effettivamente i dati che emergono dall’indagine sullo spreco in ambiente domestico non rincuorano: quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo a causa di scarsa attenzione e, nonostante la volontà generale sia quella di non buttare quasi mai nulla, il 57% ha riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese.

Tra le maggiori cause del fenomeno c’è una scarsa attenzione a consumare gli alimenti prima che scadano o si deteriorino (54%), una conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (33%), il fatto che si comprino troppi alimenti (21%) o in formati troppo grandi (19%) e, infine, perché si tende a cucinare cibo in eccesso (9%). Gli alimenti che finiscono più spesso nel cestino sono la verdura (47%) e la frutta (41%). Seguono più distanziati il pane fresco (29%), i latticini (24%) e cipolle, aglio e tuberi (22%).

Per arginare il problema, dalla ricerca sono emersi anche alcuni comportamenti antispreco tra i più utilizzati in Italia.

Tra questi primeggiano il porzionamento e il congelamento del cibo (46%), per poi scendere a cascata verso la priorità ai cibi prossimi alla scadenza (38%), la scelta di acquistare prodotti durevoli/a lunga conservazione (37%) o formati più piccoli (30%), l’adozione di un menù settimanale (25%) e l’acquisto su siti specializzati vs anti-spreco (8%).

È inoltre positivo l’interesse nei confronti dell’acquisto online di frutta e verdura esteticamente imperfetta per contribuire all’anti-spreco: il 50% dei rispondenti è molto attratto da questa possibilità, con un voto medio di 7,1 (scala 1-10).

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