Economia

Pane amaro

Il prezzo non è mai stato così alto, ma non è solo a costare di più. Costano di più anche i prodotti per l’igiene, la bellezza, l’abbigliamento. Consumeremo meno?
Credit: Tatiana Byzova
Tempo di lettura 4 min lettura
29 settembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Consumi in discesa e prezzi in aumento. È così che possiamo descrivere questo 2022, specialmente l’ultimo trimestre che stiamo per affrontare.

Inizia a frenare la domanda per voci che continuano a rincarare, cioè quelle alimentari e per l’energia. Questo comportamento “protettivo” è destinato ad accentuarsi durante la fine dell’anno, soprattutto perché, secondo i dati Ipsos, negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta a livello esponenziale, diventando una delle principali preoccupazioni avvertite dalla popolazione a livello internazionale.

Il consumatore è il soggetto più penalizzato da questa situazione, mentre la preoccupazione sale. Si registra un aumento di 5 punti rispetto a maggio delle famiglie italiane insoddisfatte della propria situazione economica portando il valore al 49% e i motivi sono principalmente 2.

Il primo è l’aumento del costo della vita, per cui il 60% degli italiani dichiara di vere problemi a far quadrare i conti; il secondo è la preoccupazione per il futuro, per cui, invece, il 50% degli italiani afferma di non avere risparmi o di non riuscire a risparmiare. Nell’arco di un anno, il costo di luce e gas per una famiglia media italiana è aumentato del 160%, e secondo l’ARERA (L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) è destinato a salire ancora del 100% entro la fine dell’anno.

A luglio c’è stato un calo del -3,6% nel carrello e anche i consumi elettrici sono scesi del 2,6%. Dopo la ripresa degli acquisti registrata dall’Istat nel primo semestre, trainata dagli effetti post Covid, per i viaggi e l’abbigliamento, sono arrivati i primi segnali di contrazione di consumo per i beni non durevoli. La spesa alimentare registra un marcato aumento in valore del 6,1% e una diminuzione in volume del -3,6%.

Considerando la spesa annua delle famiglie, nel 2022 un nucleo di 4 persone si trova a spendere solo per pane e cereali 175€ in più rispetto all’anno scorso. Secondo le stime Eurostat, il prezzo del pane non è mai stato così alto nell’Ue e, solo ad agosto, è cresciuto mediamente del 18% rispetto allo stesso mese del 2021.

L’associazione Altroconsumo ha fatto una ricerca su 8 prodotti alimentari che si trovano sugli scaffali e 2 rappresentativi dell’orto frutta. La cosa che preoccupa di più è il divario tra i prezzi dello scorso anno e quelli dell’anno corrente. Prima la crisi economica dovuta al Covid, poi il rincaro dell’energia e la difficoltà nel reperire materie prime per la guerra in Ucraina, hanno portato i prezzi a livelli mai visti prima.

La ricerca di Altroconsumo ha confrontato i prezzi di ipermercati, supermercati e discount del mese di marzo con quelli del mese precedente e degli scorsi anni. 5 delle 10 categorie studiate ha subito un aumento superiore del 10%. Tra gli alimenti che hanno raggiunto le cifre più elevate troviamo la farina 00, l’olio di semi, il pane e la pasta. L’aumento dell’olio di semi è legato al conflitto in Ucraina, perché Mosca e Kiev sono grandi esportatori, tra febbraio e marzo 2022 i prezzi sono cresciuti del 15% e tra dicembre 2020 e dicembre 2021 c’era già stato un aumento del 28%.

La farina 00 ha registrato un +17% in 1 anno e anche in questo caso il conflitto ha fatto alzare le quotazioni, specialmente del grano tenero. In Italia a fine marzo la quotazione ha raggiunto i 406,65€ a tonnellata, il doppio del 2019 e del 2020, secondo ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

Per quanto riguarda il pane, l’Italia si colloca al di sotto della media Ue, ma comunque non in una buona condizione. In Ungheria l’aumento registrato è del 66%, in Lituania del 33%, in Estonia e Slovacchia del 32% e in Italia del 18%.

Quindi, mentre il carrello aumenta, tutti i consumatori vanno alla ricerca di bonus e sconti per poter risparmiare. In Italia il pane ha raggiunto anche i 9,80€ al kg (Ferrara, secondo il Codacons, che ribadisce come l’emergenza energetica e il conflitto siano le cause principali). Non si sono registrati rincari solo nei prodotti alimentari ma anche nei prodotti per l’igiene (+39%), per la bellezza (+39%), abbigliamento (+34%), bevande alcoliche (+39%), viaggi (+42%) e servizi finanziari (+43%).

Con tutti questi aumenti è inevitabile una frenata dei consumi da parte delle famiglie, che potrebbe alimentare una recessione.

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