Ambiente

Nord Stream: quali sono i danni ambientali?

È ancora presto per definirli, ma potrebbero essere coinvolte le specie marine nelle vicinanze. Ma a preoccupare è la fuoriuscita di metano, più impattante della CO2
La fuga di gas del Nord Stream 2 nel Mar Baltico al largo di Bornholm
La fuga di gas del Nord Stream 2 nel Mar Baltico al largo di Bornholm Credit: EPA/Danish Defence Command
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29 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

A livello ambientale che impatto avrà il probabile sabotaggio del gasdotto Nord Stream? Una domanda che per ora trova poche risposte certe.

Tra domenica e lunedì scorso in 3 diversi punti si sono verificate perdite e cali di pressione delle linee della pipeline di Nord Stream, il grande impianto sottomarino che trasporta gas dalla Russia all’Europa. Le fuoriuscite sono avvenute tutte nel mar Baltico, tra Danimarca e Svezia.

Mentre a livello geopolitico sale la tensione, con chiare accuse da parte dell’Ue di un possibile sabotaggio avvenuto dai russi, intenzionati a tenere alta la pressione sull’approvvigionamento di gas (nonostante va ricordato che Nord Stream 1 e 2 non stavano da mesi rifornendo di gas l’Europa), sta iniziando anche una valutazione dei possibili danni ambientali.

Se a livello di ecosistema del Baltico potranno risentirne alcune specie marine, la questione portante è relativa alla fuoriuscita di metano, gas serra che in atmosfera è decisamente più potente e impattante della CO2 e che contribuisce ad accelerare, a livello di emissioni, la crisi climatica. Dovendo ancora quantificare le perdite, e considerando che ci vorrà probabilmente almeno una settimana prima di procedere con le ipotetiche riparazioni, è complicato stimare quanto metano sia fuoriuscito: la maggior parte evapora o si disperde, ma gli esperti temono che in caso di danni più importanti le conseguenze possano essere devastanti.

Il chimico atmosferico David McCabe, scienziato senior presso la Clean Air Task Force, ha spiegato per esempio che per valutare l’entità del danno è necessario conoscere quantità, temperatura, velocità della perdita e anche quanto gas potrebbe essere assorbito prima di raggiungere la fuoriuscita. Le immagini girate dagli F-16 danesi nel frattempo mostrano il mar Baltico ribollire, con un “buco” laddove si sono verificate le perdite (e le probabili esplosioni legate al sabotaggio) che arriva sino a un chilometro di diametro.

In 20 anni il metano ha più di 80 volte la potenza di riscaldamento del Pianeta della CO2 e circa 30 volte in un arco di 100 anni. Anche per questo, da tempo, gli scienziati insistono sul taglio delle emissioni di metano, particolarmente impattante in termini di crisi climatica.

Se il metano fuoriuscito da Nord Stream dovesse raggiungere l’atmosfera, anche solo in parte, sarebbe dunque una notizia pessima: per poter comprendere «quanto gas o metano viene emesso nell’atmosfera devono inviare una squadra per misurare e monitorare», ha spiegato per esempio Jasmin Cooper, ricercatrice associata presso il Sustainable Gas Institute dell‘Imperial College London, interpellata dalla Reuters.

Alcune stime conservative parlano di un rilascio possibile di oltre 500 tonnellate di metano l’ora, secondo Jean-Francois Gauthier dell’industria aeronautica e aerospaziale GHGSat, ma si tratta solo di calcoli ipotetici.

Per quanto riguarda la fauna nelle immediate vicinanze del gasdotto, invece, diverse specie potrebbero essere state uccise, ma secondo le autorità al momento le perdite di gas rappresentano una minaccia limitata per l’ecosistema, anche se Greenpeace ha sottolineato la preoccupazione per una possibile moria di pesci. Forse, dopo le prime verifiche sul posto, avremo anche risposte più precise su quello che è stato definito “un danno senza precedenti”.

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