Quirinale no stop: quasi in 2000 firmano la petizione per una donna al Colle
Ora è la volta delle imprenditrici, delle dirigenti, delle cosiddette leader. Quasi quota 2000 firme per la petizione lanciata da Aidda, l’associazione a sostegno dell’imprenditoria femminile. Il titolo della campagna parla chiaro: “Una donna al Quirinale”. La richiesta, appunto, è che per la prima volta si elegga una Presidente della Repubblica donna. “Non è una questione di nomi” chiarisce Antonella Giachetti, presidente nazionale di Aidda. “È una trasformazione culturale quella per la quale stiamo combattendo e accogliamo quindi con molto favore il dibattito di questi giorni, che noi stesse abbiamo contribuito a innescare agli inizi di dicembre, lanciando una petizione che oggi sfiora le 2000 firme”.
Già un mese fa, infatti, l’associazione aveva promosso sul tema un evento a Napoli, dal quale poi è scaturita una massiccia raccolta firme online, rivolta a imprenditrici e non, per l’elezione di una donna al Colle. Ora, Aidda rilancia: “Siamo al momento decisivo. L’ideale può diventare Storia. Siamo convinte che il Paese abbia bisogno della sensibilità e delle peculiarità delle donne, ma adesso occorre la spinta finale”.
Elenca quelle che definisce le 7 virtù presidenziali, le qualità che dovrebbe avere il Presidente neoeletto e che potrebbero risiedere proprio in uno dei tanti profili femminili di alto merito che si stanno nominando in questi giorni. Capacità di unire il paese, profonda conoscenza del quadro costituzionale, sguardo glocal, naturale empatia e soprattutto particolare attenzione al concetto di “cura”.
Un valore storicamente ghettizzato, relegato in posizione subalterna, e perciò attribuito quasi esclusivamente alle donne. Un valore che oggi più che mai si rivela invece prezioso, cruciale: cura del Paese, delle istituzioni, dell’ambiente, della salute dell’individuo e della collettività. Una prerogativa in passato di appannaggio femminile e che adesso dovrebbe, piuttosto, affermarsi come una vera e propria “dimensione antropologica”.
A tre settimane dalle votazioni, non è l’unica iniziativa in merito: tra le tante, spicca l’appello firmato dalle intellettuali e dalle artiste italiane, Michela Murgia e Fiorella Mannoia in testa, per provare a scalfire il cosiddetto soffitto di cristallo.
Non tutti sono però d’accordo con questo tipo di mobilitazione. Alcuni lo giudicano ingenuo, una semplificazione eccessiva della questione di genere. Il timore è che si porti avanti una battaglia a prescindere dai nomi e dai meriti: “Purché sia una donna, non importa chi”.
Ma, Giachetti la pensa diversamente, crede nell’importanza delle idee e nell’impatto che può avere un’associazione come Aidda, anello di congiunzione tra la politica e le persone: “L’intento è sensibilizzare l’opinione pubblica. Si semina oggi per raccogliere domani o tra sette anni, non importa quando. Si tratta dell’improrogabile rivendicazione di un valore politico e sociale: la nomina di una presidente donna sancirebbe una svolta nell’immaginario collettivo”. D’altronde sono passati appena trent’anni da quando Nilde Iotti ci disse che i tempi erano maturi per una presenza femminile al Quirinale.