Bambini

Chi sono i minori non accompagnati?

Bambini senza cittadinanza, genitori o tutori, arrivati o rimasti soli una volta qui. Ma con gli stessi diritti degli altri. A fine luglio l’Italia ne contava più di 16.000
Credit: Segun Jana/pexels
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
9 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

Sono giovani, a volte giovanissimi. Sono soli. Arrivati senza genitori o tutori, o rimasti soli una volta qui. Troppo spesso, sono oggetto di traffici da parte di organizzazioni criminali. I minori stranieri non accompagnati nel nostro Paese sono oltre 16.000.

Tutelarli è un dovere, per questo l’Italia si è dotata nel 2017 di una normativa dedicata, da poco aggiornata per dare maggiore sostegno ai tutori volontari e rendere ancora più facile il rilascio e la conversione dei permessi di soggiorno.

Viene definito minore straniero non accompagnato (Msna) «il minorenne non avente cittadinanza italiana o dell’Unione Europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana, privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano».

Alla fine di luglio 2022, i Msna sul suolo italiano erano 16.470, un dato in forte aumento rispetto al 2021 (+99,9%), principalmente a causa della crisi umanitaria legata al conflitto in Ucraina. Secondo i dati del sito Integrazionemigranti – a cura dei ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Interno e dell’Istruzione – sono in gran parte maschi (80,6%) e hanno per la maggior parte 17 (43,9%), 16 (20%) o dai 7 ai 14 anni (21,8%).

Anche la distribuzione geografica è variegata: prevedibilmente, un’ampia percentuale (più di 1 su 3) arriva dall’Ucraina, ma anche Egitto (2.842 minori), Tunisia (1.382), Albania (1.327) e Bangladesh (1.048). Le regioni che ne accolgono di più sono invece la Sicilia (3045, il 18,5% del totale), la Lombardia (2875 minori, il 17,5%) e l’Emilia-Romagna (1653, il 10%).

Come spiega il Vademecum operativo per la presa in carico e l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati del ministero dell’Interno, in materia di protezione i Msna godono degli stessi diritti dei minori italiani o comunitari: ci sono quindi quelli alla salute e all’istruzione, all’assistenza legale e al gratuito patrocinio.

L’Italia, inoltre, è l’unico Paese Europeo che nel 2017, con l’approvazione della cosiddetta legge Zampa (legge n. 47 del 7 aprile 2017), si è dotato di una normativa rivolta specificatamente ai minori stranieri non accompagnati, al fine di rafforzare gli strumenti di tutela riconosciuti dall’ordinamento italiano in loro favore. È questa legge che ha introdotto esplicitamente, tra l’altro, il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei Msna.

Bambini e ragazzi sotto i 18 anni non possono, infatti, essere respinti, né espulsi - a meno che non si tratti di un rimpatrio assistito e volontario – e hanno diritto al permesso di soggiorno per minori o per motivi familiari, che al compimento della maggiore età può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di studio, di accesso al lavoro, per esigenze sanitarie o di cura.

La legge 47/2017, inoltre, ha istituito il Sistema informativo nazionale dei minori non accompagnati – detto Sim – che «attraverso il censimento della presenza dei Msna sul territorio italiano, permette di tracciarne costantemente gli spostamenti con riferimento al collocamento in accoglienza e la presa in carico da parte dei servizi sociali territorialmente competenti e di gestire i dati relativi alla loro anagrafica». Solo pochi giorni fa, dopo un’accurata analisi, il Garante della Privacy ne ha stabilito la conformità rispetto alla normativa sulla protezione dei dati personali.

Non solo: anche la figura del tutore volontario è stata introdotta con la Legge Zampa. Si tratta di privati cittadini che assumono volontariamente il ruolo di rappresentante legale del minore privo di genitori o tutori, assicurandosi che vengano riconosciuti i suoi diritti. Tra i compiti del tutore c’è la vigilanza sulle condizioni di accoglienza, la promozione del suo benessere psico-fisico, il monitoraggio dei suoi percorsi di educazione e integrazione e l’amministrazione dell’eventuale patrimonio. Possono candidarsi per diventare tutori volontari tutti i cittadini che abbiano più di 25 anni in possesso dei diritti civili e politici e senza condanne o procedimenti penali a carico.

Secondo il Rapporto di monitoraggio sul sistema della tutela volontaria, al 31 dicembre 2020 i tutori volontari erano 3.469, in crescita del 6,2% rispetto al giugno 2019. Al momento della rilevazione, i Msna censiti erano 7.080 e le tutele attive 3.980: questo significa che poco più della metà dei minori soli presenti sul nostro territorio aveva un tutore, (sebbene questi ultimi possano avere fino a 3 tutele). Una proporzione che, visto l’aumento drastico del numero di Msna dell’ultimo anno, è certamente destinata a peggiorare.

3 tutori volontari su 4 sono donne, con significative variazioni tra la distribuzione tra i generi a livello regionale. Il 66% dei tutori volontari ha più di 45 anni, con ben 4 su 5 nella fascia 46-60 anni. Il 78% dei tutori è occupato e un altro 11% è pensionato.

Dalle rilevazioni, però, è emerso un altro dato significativo: sulle 7.151 tutele avviate, 87 volte i tutori hanno chiesto l’esonero e quindi la rinuncia all’incarico ad abbinamento già avvenuto. Le cause? La lontananza del domicilio del minore dall’abitazione del tutore volontario e la mancanza di risorse personali. Per questo, il 12 settembre è arrivato il via libera al decreto per sbloccare i fondi a sostegno dei tutori volontari, che hanno ora diritto al rimborso per le spese di viaggio sostenute per svolgere la propria funzione e a permessi retribuiti dal lavoro fino a 60 ore annue.

Non solo: il 19 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva un nuovo regolamento sui minori stranieri non accompagnati, le cui modifiche e integrazioni intervengono per facilitare la disciplina del rilascio dei permessi di soggiorno e della conversione dei permessi al raggiungimento della maggiore età.

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