Diritti

Presidente: se non è femminista non vale?

Angela Merkel, Ursula von der Leyen, Margaret Thatcher. Leader di destra. Valgono meno perché non dichiaratamente femministe? Avremmo forse la prima Presidente del Consiglio donna, dall’inizio della Repubblica. Possiamo esserne - un poco - felici?
Un'opera fotografica dell'artista Jasmine Bertusi, realizzata mentre Giorgia Meloni era ministra della Gioventù
Un'opera fotografica dell'artista Jasmine Bertusi, realizzata mentre Giorgia Meloni era ministra della Gioventù Credit: Jasmine Bertusi
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 4 min lettura
27 settembre 2022 Aggiornato alle 15:30

Quando ho fondato La Svolta ho deciso con la redazione di inaugurare il percorso del giornale con una campagna social media improntata su una battaglia giusta, che rappresentasse il centro di quello che volevamo essere e diventare. Dunque tra ambiente, diritti e futuro - eravamo sotto elezione del Presidente della Repubblica - abbiamo scelto un ragionamento intorno al tema Presidente donna. Era chiaramente una provocazione a mezzo stampa: ogni giorno abbiamo riscritto e illustrato biografie di donne che avrebbero potuto essere all’altezza del compito, con qualche volo pindarico, giusto per rompere la noia.

Erano donne di sinistra, ed erano donne di centro, erano anche di destra perché eravamo alla ricerca di una svolta in termini di leadership femminile. Volevamo mostrare donne all’altezza del compito, e ne abbiamo individuate davvero tante. Poi è stato riconfermato Mattarella, e pazienza. Era quasi scontato non ce la facessimo. Per noi è quasi normale perdere. Vincere, è l’eccezione, in campo professionale.

Sono cresciuta in provincia di Milano negli anni Ottanta e Novanta: la logica di meritocrazia era legata al lavoro e non al credo politico, e penso tuttora che prima di tutto chi ci rappresenta debba avere un mestiere.

Questo mestiere Giorgia Meloni - sorry - ce l’ha.

La seguo da quando era “piccola”, e da quando ero piccola anche io. Siamo quasi coetaneee e seppur con una storia completamente diversa è sempre stata una persona che osservavo. Prima dei social. Sono sempre stata curiosa di lei, piccolo Davide pieno di energia che sfidava leader di portata gigantesca. Ne parlavamo tra amiche negli anni Duemila: alcune conoscenti e colleghe manager l’hanno incontrata, ci hanno lavorato quando era al ministero della Gioventù e me l’hanno raccontata come una politica pulita, trasparente, professionale, e gentile. Non ho sentito parlare altrettanto bene di altri ministri, nell’espletamento delle loro funzioni.

Sono stata talmente curiosa di chi fosse Giorgia da intervistarla, nel 2011. Scrivevo per il Sole 24 Ore ma il pezzo era per mensile sconosciuto che leggevano solo in 14 persone compresa la redazione. Ciononostante Meloni si è prestata a una lunghissima intervista con estenuante servizio fotografico a Montecitorio (qui sopra la foto).

Non so se le sia mai neppure arrivato il giornale. Giusto per dire il tipo.

Recentemente ho letto la biografia di Giorgia - sono appassionata di biografie politiche, e ho anche scritto quella di Emma Bonino (2011, Alfabeto Bonino, Bompiani) - e anche se Lucarelli ha trovato un punto poco autentico ho trovato in generale la sua storia coinvolgente.

Tanti dettagli mi sono rimasti impressi, dal sapore di un piccolo appartamento comprato con il mutuo alle sue affermazioni sul merito. E quelle di Ignazio La Russa, del suo partito, che parla dell’inutilità delle quote rosa - così come fa Emma Bonino a dirla tutta -. Certo che non sono d’accordo. Non sono d’accordo su parecchie cose che dice Meloni, su altre sì. E allora?

Giorgia Meloni, secondo il sondaggio SWG, è la leader più votata dalle donne, con il 27% (segue il Pd con il 21%, Movimento 5 Stelle con il 15%, Lega e Forza Italia con il 9%).

Se diventasse Presidente del Consiglio non potrei essere felice perché mio figlio crescerà sapendo - dando per scontato - che c’è una donna al comando? È possibile per una volta uscire dallo schema destra/sinistra in funzione di un pensiero più rotondo, di uno sguardo più prospettico? Quand’ero piccola io, non lo era. E se avessimo aspettato il centrosinistra, beh, forse nel 2030 insieme agli obiettivi Onu sul clima avremmo visto qualcosa. Ma chissà!

PS: Sono rimasta stupita ascoltando i leader di Fratelli d’Italia parlare della necessità di asili nido in tutta Italia come primo argomento della conferenza stampa di ieri: ma non era una battaglia inaugurata da Il Giusto Mezzo e portata avanti dalla sinistra?

PPS: Giorgia Meloni, se diventerà Presidente del Consiglio, è perché dovrà attraversare, nonostante la vittoria, decisioni tutte di genere maschile. Il Presidente della Repubblica, in primo luogo, naturalmente. Ma anche i suoi alleati di destra. Tutti uomini.

PPPS: Le biografie delle grandi donne citate sopra hanno due tratti in comune. Sono persone di destra. E sono persone profondamente democratiche. Se l’evoluzione di Meloni che in questi giorni è coronata da uno straordinario successo la incoraggerà a proseguire nel suo ruolo di capo di una democrazia la seguiremo con attenzione. Ma le nostre lettrici e i nostri lettori possono star certi che se si dovesse assistere a una politica che non rispetta i diritti umani, che non mette al primo posto l’ambiente, che non guarda al futuro, non mancheremo di criticare duramente.

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