Futuro

L’AI che salva le balene di San Francisco

Un sistema di monitoraggio basato sull’intelligenza artificiale sfrutta il canto delle balene e lo integra con dati dinamici per evitare che le rotte migratorie delle megattere incrocino quelle delle navi commerciali
Credit: vwhalesafe.com
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
5 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

È stato esteso alla regione di San Francisco il monitoraggio di Whale Safe, un sistema di rilevamento basato sull’intelligenza artificiale che allerta le grandi navi sulla presenza di balene nelle vicinanze. A progettarlo il Benioff Ocean Science Laboratory dell’Università della California Santa Barbara insieme a un consorzio di istituti di ricerca e conservazione.

Il 1° settembre, la balena più popolare della California è morta sulla riva di Half Moon Bay in seguito a quello che il direttore del database HappyWhale Ted Cheeseman ha definito «un omicidio stradale».

A uccidere Fran, come veniva chiamata dai ricercatori, sarebbe stato l’impatto con una nave che avrebbe provocato alla giovane femmina di balena lunga circa 15 metri la frattura di una vertebra, contusioni al torace e una lesione mortale al cranio. L’incidente che ha causato la morte della giovane megattera non è un caso isolato.

Secondo il Marine Mammal Center si è trattato infatti della decima balena morta nell’area – 7 balene grigie e 3 megattere – a partire da inizio anno, mentre l’agenzia federale Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha registrato 101 collisioni tra le imbarcazioni e i giganteschi cetacei avvenute sulla costa occidentale degli Sati Uniti dal 2013 a oggi.

Whale Safe è stato inaugurato nel 2020 nel Canale di Santa Barbara, e sfrutta un sistema acustico subacqueo che rileva automaticamente i richiami delle balene oltre a previsioni quasi in tempo reale delle zone di alimentazione delle balene basate su dati oceanografici dinamici e una app mobile utilizzata dagli scienziati della comunità per registrare gli avvistamenti.

In questo modo le navi hanno il tempo di rallentare, un fattore che riduce il possibile impatto con le balene ma anche quello climatico. Non solo perché riducendo la velocità la nave consuma meno, ma anche perché una balena sequestra in media 33 tonnellate di CO2 durante il suo ciclo di vita, favorendo inoltre la produzione di fitoplancton, campione nella cattura del carbonio.

«Ogni anno dal lancio originale di Whale Safe abbiamo assistito a un aumento dei tassi di cooperazione delle navi, il che è una buona notizia» ​​– ha affermato Douglas McCauley, direttore del Benioff Ocean Science Laboratory –. È uno sforzo collaborativo che si basa sul successo per il quale la Noaa e il National Marine Sanctuary delle Isole del Canale hanno lavorato per anni allo scopo di rallentare le navi nella Manica».

«Le collisioni tra navi e balene continuano a essere una delle principali cause di morte per le balene in via di estinzione, ma con questi nuovi tipi di tecnologie di monitoraggio e sistemi di allerta, le vittime hanno iniziato a diminuire», ha affermato Marc Benioff, co-ceo di Salesforce e promotore del Benioff Ocean Science Laboratory.

«Questa è una tripla vittoria per il pianeta: salviamo le balene, combattiamo il cambiamento climatico e promuoviamo la salute della comunità riducendo l’inquinamento atmosferico – ha aggiunto Benioff –. Abbiamo bisogno di più soluzioni come questa che escano dalle alleanze tra scienza e business».

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