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Da Rifondazione Comunista all’alleanza con il Pd: chi è Nicola Fratoianni

Per la serie ritratti politici, ripercorriamo i passi del leader di Sinistra Italiana
Credit: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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23 settembre 2022 Aggiornato alle 14:00

A sinistra lo considerano la “foglia di fico” per uno schieramento sempre più centrista e disorientato. A destra lo presentano come prova inconfutabile dell’equazione sinistra uguale a comunismo.

Nicola Fratoianni è oggi l’unico alleato di sinistra del Partito democratico (Pd).

Leader di Sinistra italiana (Si) è stato “vittima” dell’aut aut del segretario di Azione Carlo Calenda: “O noi o loro”, ha detto al Pd.

E alla fine a rimanere con i dem è stato solo lui, Fratoianni.

L’ultimo superstite di quella tradizione postcomunista iniziata nel 1991 e orizzonte di riferimento per tutta la sua carriera politica.

Gli inizi

Nato nel 1972 a Pisa, Fratoianni entra nelle fila della giovanile di Rifondazione comunista (Giovani comunisti) già a vent’anni.

Nel 2002 ne diventa segretario nazionale. Sono gli anni del movimento no global e del G8 di Genova a cui lo stesso Fratoianni partecipa: “Dicevamo voi otto, noi sei miliardi alludendo alle disuguaglianze e al potere enorme concentrato in così poche mani. Una denuncia valida ancora oggi”, spiegherà nel 2017 al Corriere del Mezzogiorno.

Ma i primi Duemila sono anche gli anni delle guerre americane, prima in Afghanistan e poi in Iraq. Il giovane leader non ha dubbi e si schiera per la pace.

Le prime battaglie

Nel 2003 è tra gli organizzatori dei “posti di blocco” che mirano a bloccare l’arrivo di armi alla base americana di Camp Darby, a pochi chilometri dalla sua Pisa.

Le posizioni pacifiste di Fratoianni trovano riscontro conferma ancora oggi sul tema dell’invio di armi in Ucraina. Tema che vede il leader di Si contrario, a differenza del suo alleato Enrico Letta.

Nel frattempo è arrivato il 2004 e, causa età, Fratoianni deve lasciare la guida dei Giovani comunisti.

Si trasferisce quindi in Puglia per guidare la segreteria regionale. Qui è tra i principali sostenitori e collaboratori del compagno di partito Nichi Vendola, che nel 2005 tenta la grande impresa: diventare presidente in una regione tradizionalmente di destra come la Puglia.

Fratoianni ci crede e spiega a Liberazione: “Nichi può cambiare la Puglia”.

Alla fine l’impresa si compie per ben due elezioni di fila. Vendola viene infatti riconfermato anche alle regionali del 2010.

L’ascesa politica fino a oggi

Dopo questa vittoria Fratoianni diventa assessore con deleghe regionali alle politiche giovanili, all’innovazione, alla cittadinanza sociale e all’attuazione del programma. Nel mezzo ha lasciato Rifondazione comunista per seguire Vendola nella nuova avventura di Sinistra ecologia e libertà.

Passano tre anni e l’Italia va a votare.

Sono le politiche dell’exploit dei Cinque stelle e della non vittoria del Pd di Bersani, con annesso risultato deludente di Sel.

Nel frattempo l’astro di Vendola si eclissa mentre Fratoianni, eletto per la prima volta in Parlamento, diventa il punto di riferimento della sinistra radicale parlamentare.

Nel 2017 è tra i fondatori e primo segretario di Sinistra italiana. Il partito non decolla, ma ha uno zoccolo duro che il Pd che non può ignorare. Così eccoli correre insieme a queste elezioni. Verso dove lo diranno le urne.

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