Bambini

Cellulare a scuola: ostacolo o opportunità?

Il telefono può essere una fonte di distrazione. Ma se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, noteremo che in realtà ha infinite potenzialità. Come alcune app educative
Credit: Анна Шаталова/unsplash
Tempo di lettura 5 min lettura
23 settembre 2022 Aggiornato alle 06:30

I cambiamenti tecnologici che hanno investito la nostra società hanno consentito di utilizzare gli smartphone per gli scopi più disparati, tra cui quello educativo. È al centro del dibattito pubblico la decisione presa da alcuni istituti di vietare completamente l’utilizzo di questo device a scuola, sia per gli studenti che per i docenti.

L’uso del cellulare a scuola è ancora una questione controversa. Da un lato abbiamo il progresso tecnologico che ha permesso di concentrare in un unico dispositivo le più diverse possibilità di acquisire conoscenza, dall’altro lato abbiamo i regolamenti scolastici che spesso vietano l’uso del telefono durante l’orario di lezione.

Come è possibile che, dopo tutto quello che abbiamo passato in questi ultimi due anni, l’idea di sequestrare i cellulari a studenti e docenti – per dare il buon esempio – venga ritenuta un’idea innovativa?

Durante la pandemia abbiamo accettato che i nostri studenti seguissero le lezioni proprio da lì, dallo smartphone, grazie al quale siamo riusciti a tenere “aperta la scuola” mentre il Governo si preoccupava di far arrivare alle famiglie bisognose device e connessione internet.

Secondo i dati Istat (2019) gli italiani utilizzano per accedere alla rete soprattutto lo smartphone (89,2%) e per un 45,4% il computer fisso. Il 28,3% utilizza un laptop o un notebook, il 26,1% un tablet mentre il 6,7% utilizza altri dispositivi come e-book o smartwatch.

Franco Amicucci, sociologo, formatore e fondatore di Skilla, società di riferimento per le metodologie didattiche innovative in ambito digitale, nel suo libro Apprendere nell’infosfera descrive la Generazione Z iper-connessa, figlia di una generazione già digitale, dove lo smartphone prevale sul computer e dove il tempo di relazione sociale online è maggiore rispetto al tempo di relazione reale, questo prima ancora della pandemia. I ragazzi di oggi sono “rapidissimi nel passare da un ambiente all’altro, vivono in connessione continua e si adattano rapidamente ai social emergenti.”

L’uso della tecnologia a scuola, oltre a essere inevitabile e urgente, dovrebbe avere lo scopo di migliorare la qualità dell’insegnamento e, in assenza di altro, il cellulare può dare un contributo didattico capace di espandere qualitativamente l’apprendimento. Oggi le nuove generazioni sono abituate a raggiungere informazioni in breve tempo, se non riescono a fare qualcosa guardano un tutorial su YouTube e hanno bisogno di imparare più facilmente, in modo divertente e stimolante. Quindi, quello che fino a poco tempo fa funzionava potrebbe non essere una buona alternativa oggi.

Sono molte le applicazioni a scopo educativo che possono essere utilizzate comodamente dal telefono. Kahoot, a esempio, è un’app molto utile: coinvolge il gruppo classe con giochi educativi e quiz a cui possono partecipare utilizzando lo smartphone. Aiuta a catturare l’attenzione degli studenti rendendo l’apprendimento divertente.

Socrative, invece, permette di fare test veloci a feedback immediato che possono essere utilizzati anche come verifica formativa. Questi sono solo alcuni esempi ma le app dedicate all’istruzione sono tante, facilitano l’apprendimento e consentono al docente di allontanarsi dal vecchio schema della lezione frontale rendendola molto più partecipata.

Sono ancora molte le resistenze da parte dei professionisti dell’educazione ma lo smartphone è una nuova risorsa che può rendere le classi più stimolanti e interattive. Molti insegnanti hanno difficoltà a utilizzare questo strumento per migliorare l’apprendimento dei propri studenti e imporne l’uso sarebbe sbagliato. Ma, per lo stesso principio di libertà di insegnamento che appartiene a ogni docente, sarebbe altrettanto corretto lasciare la possibilità di utilizzo agli insegnanti che si sentono a proprio agio con la tecnologia.

Dirò ora una cosa scontata ma forse è bene precisare: non ci sarebbe la necessità di utilizzare il telefono se la scuola dotasse tutti gli studenti di un pc o un tablet. La realtà, però, è un’altra e in classe l’unico computer che c’è è quello del docente.

La scuola dovrebbe educare gli studenti nell’uso consapevole di questo device senza doverlo chiudere nel cassetto, accorciando la distanza tra docente e discente. Non è proibendo l’utilizzo di un dispositivo che insegneremo ai nostri studenti come questo possa essere utilizzato in modo corretto e produttivo. Certo, richiede tempo, fatica ma soprattutto fiducia.

Nascondere la polvere sotto il tappeto chiudendo i cellulari in un armadietto è sicuramente più facile ma in questa scelta non ci trovo nulla di educativo. Il telefono è fonte di distrazione, lo è per tutti, ma al contempo è anche uno strumento dalle infinite potenzialità, che può essere utilizzato durante le lezioni in modo proficuo, soprattutto per fare quella didattica innovativa di cui tutti parlano ma che pochi applicano.

Leggi anche
Campagna
di Valentina Chindamo 5 min lettura
Elezioni
di Redazione 3 min lettura