Futuro

Attenti al Led

Sono le luci più convenienti in termini di risparmio energetico, ma una ricerca pubblicata su Science Advances mette in guardia persone e animali sull’impatto biologico delle radiazioni blu
Credit: Via Nexgen Energy Group
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
26 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

Nel 2014 i ricercatori Isamu Akasaki e Hiroshi Amano dell’Università di Nagoya (Giappone), insieme a Shuji Nakamura dell’Università della California, Santa Barbara, ricevono il Premio Nobel per la Fisica «per l’invenzione di efficienti diodi a emissione di luce blu che hanno consentito sorgenti di luce bianca luminose e a risparmio energetico».

È l’illuminazione a Led (Lighting Emitting Diode) come la conosciamo oggi, una rivoluzione che nel 2006 valse allo stesso Nakamura la seconda edizione del premio Millennium Technology assegnato dalla Technology Academy Finland e rivolto alle innovazioni che migliorano la qualità della vita.

Fin dall’introduzione su scala industriale della tecnologia a Led nei primi anni ‘60, il diodo a emissione di luce gode di buona stampa grazie alle sue prestazioni in termini di durata ed efficienza. Tanto che ancora tra le “misure comportamentali” suggerite dal Piano nazionale elaborato dal Mite contro il caro energia è citata la «sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led».

Ma ora una nuova ricerca pubblicata su Science Advances sembra gettare un’ombra sulla luce emessa dai diodi. «È stato riscontrato che i cambiamenti negli spettri dell’illuminazione notturna artificiale e in particolare l’aumento delle emissioni alle lunghezze d’onda blu comunemente associate all’illuminazione stradale a Led hanno un impatto biologico sostanziale», sostengono i ricercatori dell’Università di Exeter autori dello studio.

Lo studio si concentra in particolare su tre aspetti: la soppressione della produzione di melatonina, la visibilità delle stelle e la risposta fototassica degli insetti. Se l’abbattimento dell’ormone del sonno può avere conseguenze sul ritmo circadiano di molti organismi, incluso l’uomo, la perdita di visione del cielo notturno potrebbe avere un impatto «sul senso della “natura” delle persone e del loro posto nell’universo».

Infine le radiazioni di luce blu rischiano di alterare i modelli comportamentali degli animali, inclusi pipistrelli e falene, nella misura in cui incidono sui movimenti verso la fonte di luce o lontano da essa.

«L’inquinamento luminoso può avere un impatto drammatico sugli invertebrati, indipendentemente dal modo in cui vivono la loro vita quotidiana, o anche riducendo le popolazioni di specie che vivono in habitat illuminati da luci a Led», ha dichiarato al Guardian David Smith di Buglife, organizzazione europea per la conservazione degli invertebrati.

Tra i Paesi europei che sono passati più rapidamente al Led lo studio fa riferimento anche all’Italia. Milano, in particolare, viene citata come «la prima tra le grandi città in Europa a intraprendere una conversione totale dell’illuminazione stradale a Led bianchi».

«Dovremmo considerare la luce da una prospettiva biologica più ampia rispetto a quella dei soli esseri umani – ha aggiunto Smith –, dobbiamo concentrarci su un’illuminazione di migliore qualità che sia armoniosa con il nostro mondo naturale. Una migliore qualità e livelli di illuminazione inferiori – ha concluso – aiuterebbero a risparmiare energia e a ridurre i costi finanziari, rendendo anche il nostro ambiente più sicuro per gli invertebrati».

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