Diritti

Pd: le battaglie Lgbtqia+ e gender gap da non perdere (di nuovo)

Proseguiamo la Valutazione dei programmi elettorali a tema diritti con il partito che sembra guardare a una società più inclusiva e “diversa”
Credit: ANSA/ Daniele Rossi/Radaelli

Se dovessimo ridurre all’essenziale da campagna elettorale del Pd – e del suo segretario Enrico Letta – non avremmo grosse difficoltà a farlo. “Votate noi o vince la destra”.

L’impressione è quella che il Partito democratico, sempre meno erede del Pci e sempre più spostato verso il centro, abbia preferito puntare sulla paura di una vittoria degli eredi di missini, di Pontida e del Bunga Bunga (anche se la nemesi è stata identificata nella sola Giorgia Meloni), il refrain dell’”agenda Draghi” e l’irresponsabilità di chi lo avrebbe fatto cadere piuttosto che su proposte, programmi e visioni.

Eppure, un programma c’è, ci sono approfondimenti dedicati ad alcune delle questioni più rilevanti , ma soprattutto ci sono le proposte per un’Italia “democratica e progressista” e ci sono “due visioni del mondo diametralmente opposte”.

“Da una parte l’aspirazione a costruire un modello di sviluppo inclusivo, che investe sulle reti di prossimità e di solidarietà, di accoglienza e inclusione, per generare benessere e ridurre le disuguaglianze. Dall’altra, il cinismo di chi cavalca paure e solitudini, aprendo costantemente nuove ferite nella nostra società. […] Da una parte l’urgenza di riconoscere i troppi diritti ancora negati nel nostro Paese, perché i continui episodi di discriminazioni ci ricordano ogni giorno che non si è fatto ancora abbastanza. Dall’altra, l’ipocrisia di chi si ostina a ripetere che non è mai il momento giusto per i diritti”.

In realtà, come vedremo, la visione del Pd non è l’unica alternativa a quella delle destre: se avete letto il nostro pezzo dedicato al programma del Movimento 5 Stelle in merito ai diritti civili, non potrete non notare le innegabili analogie.

Quali sono, quindi, le proposte del Partito democratico in tema di diritti (di cui, giova ricordarlo, in caso di vittoria o di elezione sarebbe araldo quel Pierferdinando Casini che definì il matrimonio gay “incivile” e “una violenza della natura e sulla natura”)?

Diritti Lgbtqia+

“Le battaglie della comunità Lgbtqia+ sono semplicemente richieste di uguaglianza: sono la voce di milioni di italiane e italiani che rivendicano libertà e autodeterminazione, che vogliono pari dignità”.

Per questo, la legge contro l’omolesbobitransfobia (Ddl Zan) verrà approvata “subito” e verrà introdotto il matrimonio egualitario.

Che sia la volta buona e il Pd sia in grado di neutralizzare finalmente i franchi tiratori cattolici che fanno ostruzionismo di fronte a questioni etiche impedendo l’approvazione delle leggi proposte dal loro stesso partito? Gli stessi che hanno contribuito a depotenziare l’attuale legge sulle unioni civili e ad affossare il Ddl Zan solo pochi mesi fa?

Fine vita e legalizzazione della Cannabis

Il Pd, che aveva snobbato senza prendere una posizione netta le campagne referendum popolari che hanno avuto invece un’altissima adesione popolare e sono stati frenati solo dalla bocciatura della consulta, sembra intenzionato a recuperare l’errore, riconoscendo che «la società ha dimostrato di essere più avanti della politica ed è nostra responsabilità dimostrare di essere in grado di interpretare un sentire diffuso».

Sì, quindi alla legge sul fine vita «per il caso di una malattia irreversibile che causi sofferenze intollerabili, a fronte della piena capacità del malato di assumere decisioni consapevoli, in linea con quanto deciso dalla Corte costituzionale», spiega il Pd in un approfondimento dedicato alle proposte relative al fine vita.

Via libera anche alla legalizzazione della «autoproduzione di cannabis per uso personale e fare in modo che la cannabis terapeutica sia effettivamente garantita ai pazienti che ne hanno bisogno» in un’ottica di lotta alle mafie e alla criminalità organizzata. Una misura, questa, che come lo Ius Soli sembra trovare trovare consensi trasversali, tra cui quello dei 5 stelle.

Donne, parità e violenza di genere

Il Pd promette l’introduzione di nuove misure di contrasto alla violenza di genere e piena applicazione della legge 194 sull’aborto, anche grazie a un potenziamento dei consultori su tutto il territorio nazionale e il “pieno riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne” ma anche tutela della salute a 360°, anche “nelle aree oggi trascurate, a partire dal supporto post-partum e dalla presa in carico delle malattie croniche e invalidanti femminili come endometriosi o vulvodinia”.

Non solo: ampio spazio è dedicato al superamento del gender gap sul mondo del lavoro, anche grazie all’introduzione di una legge sulla co-genitorialità che introduca totale parità nei congedi di maternità e paternità e un nuovo congedo parentale pienamente paritario.

Immigrazione e cittadinanza

Abolizione della Bossi-Fini, allargamento dei corridoi umanitari, nuovo modello di Sai (Sistema di accoglienza e immigrazione), no a “politiche di respingimenti, apparenti “chiusure dei nostri porti” o, addirittura, non meglio precisati “blocchi navali”: vale il sacrosanto principio per cui chi è in pericolo in mare va soccorso e salvato sempre”.

Sul tema immigrazione, il Pd si mostra deciso a contrastare la linea dura della destra con una politica dell’accoglienza, superando la linea Minniti e in contrasto con il rifinanziamento della Guardia costiera libica, colpevole di violenze indicibili ai danni dei migranti, cui il partito di Letta si è opposto solo nel luglio 2022, dopo averlo approvato a più riprese.

La linea dell’accoglienza è confermata dalle politiche legate alla cittadinanza: si allo Ius Scholae, secondo il principio “di buonsenso” secondo cui «chi è figlio di genitori stranieri e studia in Italia diventa cittadino italiano».

Diritto alla casa

«Senza una casa dignitosa tutti i diritti fondamentali sono di fatto negati: lavoro, salute, socialità. In assenza di servizi di assistenza, una persona non autosufficiente è di fatto condannata a una vita chiusa in casa, perdendo ogni opportunità di benessere e di partecipazione alla vita sociale».

Il Pd promette una nuova stagione di politiche abitative per garantire il diritto alla casa, attraverso la costruzione di 500.000 alloggi popolari 10 anni. Alloggi che non consumeranno ulteriormente il suolo pubblico ma verranno realizzati, dice il programma, attraverso interventi di “rigenerazione” per dare nuova vita agli “spazi meno curati delle nostre città”. Nessun riferimento agli oltre 7 milioni di case vuote che hanno consumato, nelle zone curate e meno curate nel paese, centinaia di migliaia di metri cubi di suolo.

Diritto a un’alimentazione sana

Tra i diritti che il Pd s’impegna a garantire, anche quello a «un’alimentazione sana» non solo grazie a mense scolastiche gratuite ma attraverso l’introduzione di un reddito alimentare che permetta alle persone indigenti di iscriversi e ricevere mensilmente «un determinato numero di pacchi alimentari, attraverso il recupero del cibo, che rischia di essere sprecato, dalla distribuzione e la sua successiva erogazione in centri di distribuzione messi a disposizione dai comuni».

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