Ambiente

Sorella acqua: umile, preziosa, sprecata

Immagina un tubo con una pressione costante, data dalla presenza d’acqua. Immagina che questo tubo perda la metà dell’acqua che raccoglie. Immagina che l’acqua che stai centellinando, in realtà sia il doppio
Credit: Curology/unsplash
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 3 min lettura
17 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

300.000 chilometri. La luce c’impiega un secondo a percorrerli, è la sua velocità. Ma 300.000 chilometri spalmati sullo stivale italiano valgono 250 viaggi su e giù, perché l’Italia è lunga 1.200 chilometri, e il conto è presto fatto.

Perché parlare di questa misura, oggi, 17 settembre 2022 a una settimana dalle elezioni? Perché le idee su come affronteremo quest’inverno sono poche e confuse, e - come ha scritto qualche giorno fa il Milanese Imbruttito - siamo passati da “lavatevi spesso le mani” a “fatevi poche docce”. E con tutti i sacrifici che avremmo dovuto fare per risparmiare preziosa acqua durante l’estate, non abbiamo pensato che in realtà, il re è nudo. L’acqua c’è, l’acqua è tanta, può scarseggiare drammaticamente come questa estate, può esondare terribilmente come purtroppo ieri nelle Marche: insomma va gestita, incanalata, soprattutto preservata. Perché l’acqua si disperde.

Come spiega Marco Cattalini, Presidente di AMPP Italy Chapter in una lettera aperta oggi su La Svolta, 295.000 chilometri è la lunghezza della nostra rete. Ecco. Un quarto di questa lunghezza ha più di 50 anni, e ogni giorno perdiamo il 42% dell’acqua potabile italiana in questo colabrodo. Se consideriamo che ciascuno di noi consuma 215 litri al giorno, se non la disperdessimo ci sarebbe acqua per 44 milioni di persone in più ogni anno. Senza perdite.

E allora, da una parte l’estate più calda e più turbolenta c’è un terrorismo psicologico tale che le persone stanno - giustamente - attente a non sprecare acqua mentre si lavano i denti, e niente più bagni nella vasca, solo docce veloci. E attenzione anche allo sciacquone del water. E dall’altra invece, utilizziamo il PNNR per costruire nuove tubature, senza preoccuparci di tutelare quell’acciaio dall’erosione. Che in media, dopo 3 anni, mi spiegano gli esperti, arriva il primo “buco”.

L’acciaio è un metallo instabile: entra inevitabilmente in ossidazione. Con i soldi dell’Europa stiamo ricostruendo, sostituendo, ma non tutelando. Perché in realtà, l’acqua, al momento, c’è. E perché non c’è nessuno che tuteli davvero lo spreco di un bene comune così prezioso. Cosa vogliamo fare, aspettare la prossima estate, dopo un inverno freddo, per accorgerci che facciamo acqua da tutti i pori? Perché deve esserci sempre un’emergenza, per fare qualcosa di proattivo, per risparmiare acqua?

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