Economia

Crisi energetica: quale strada percorrere?

Misure emergenziali, socialmente utili, e accelerazione sulle rinnovabili. Solo così l’Italia, secondo le previsioni del think thank Ecco, può evitare di ritrovarsi alla canna del gas
via eccoclimate.org
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15 settembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Con i prezzi dell’energia che si impennano e le prime bollette bruciate da commercianti esasperati, in Italia ci si pone una domanda sempre più urgente: “Cosa fare per affrontare l’inverno energetico che si fa sempre più vicino?”.

Ecco, think tank indipendente per il clima, ha analizzato gli scenari per l’inverno e le conseguenze dell’aumento dei prezzi dell’energia, proponendo modelli in grado di offrire un sostegno immediato alle famiglie più vulnerabili e strategie per evitare crisi future.

Secondo il report, se la Russia interromperà le forniture all’Italia in inverno, la sicurezza del nostro sistema energetico sarà sul filo del rasoio.

Per capire la situazione, Ecco ha prima di tutto provato a prevedere quale sarà la domanda di gas nel periodo tra novembre e marzo.

Nei primi mesi del 2022 il totale della domanda gas è stato in calo del -2% rispetto al 2021 quando la domanda era di 40 standard metro cubi (smc). Partendo da questo dato come punto di riferimento si può prevedere a una domanda stagionale di gas di 37,4 miliardi smc. Questo a fronte di una capacità teorica stimata tra i 37,7 e i 40,9 miliardi di smc (escludendo il gas russo).

Andando sul fabbisogno giornaliero, la capacità reale (tenuto conto dei dati di immissione massima di gasdotti, stoccaggi e produzione nazionale degli ultimi anni) si attesta su un valore di 345 milioni di smc, a fronte di un picco di domanda dello scorso inverno di 378 milioni di smc, inclusi 10 milioni di esportazioni.

Per questo la parola d’ordine non potrà che essere risparmio.

Una parte di questo si può ottenere fin da subito attraverso i comportamenti individuali e l’esclusione di apparecchi elettrici superflui, mentre una parte richiede la sostituzione e la commercializzazione di apparecchi più efficienti. Le risorse economiche andrebbero dunque indirizzate a favore della diffusione di elettrodomestici di categoria e consumo efficiente.

Secondo il think tank, un accordo sul price cap (ovvero porre un tetto massimo al prezzo del gas) potrebbe aiutare, ma non riporterebbe il prezzo a valori comparabili con quelli pre-crisi e inoltre da solo non basterebbe a raggiungere il vero obiettivo che il nostro Paese dovrebbe porsi: evitare di ritrovarsi in una situazione simile in futuro.

Neanche la decisione di sganciare il prezzo delle rinnovabili dal prezzo del gas nel mercato elettrico, di cui si parla sempre più, basterebbe da sola a risolvere il problema perché il vero punto critico resta un altro: accelerare sulle rinnovabili. Questo sarebbe possibile solo grazie a una riforma del mercato elettrico.

Secondo gli obiettivi nazionali, questo tipo di energie dovrebbe fornire il 70-80% di energia elettrica al 2030. Un obiettivo da raggiungere realizzando impianti a ritmi superiori ai 10 GW all’anno e che per ora rimane una chimera: nel 2021 sono stati installati meno di 1,5GW di nuove rinnovabili e sono state concesse autorizzazioni per 3 GW e altri 2 GW nei primi sei mesi del 2022. Prevalentemente impianti fotovoltaici. Nel 2022 vedremo probabilmente nuove rinnovabili per 5 GW, con una sostituzione di consumi gas per oltre un miliardo di smc. Una situazione disastrosa dovuta alla farraginosità di un sistema che mette troppi paletti e procede troppo lentamente.

Il problema energetico, secondo Ecco, passa anche dai trasporti pubblici. Il bonus su questo tema prevede un rimborso di 60 euro su abbonamenti dei mezzi pubblici per i redditi inferiori a 35.000 euro annuali. Così si finisce con l’incentivare i benestanti a usare l’auto.

In Germania il meccanismo di incentivazione dei mezzi pubblici nel periodo post pandemia ha riscosso un enorme successo. Mentre in Italia in città inquinatissime come Milano si è addirittura deciso di alzare il biglietto dei trasporti pubblici.

Ma per uscire dalla crisi energetica non basta il pollice verde. L’ultimo ingrediente imprescindibile è la lotta alle disuguaglianze.

Ecco spiega come servano meccanismi selettivi per i più vulnerabili, possibilmente basati sul reddito. Nella condizione attuale non si possono incentivare i consumi di tutti, incluse le seconde case, senza introdurre alcun limite.

Misure emergenziali, ma socialmente utili, e accelerazione sulle rinnovabili. Solo così il nostro Paese potrà evitare di ritrovarsi alla canna del gas.

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