Ambiente

Biologico: perché è un settore su cui investire

I dati raccolti durante la quarta edizione dell’evento Rivoluzione Bio, a Bologna, ci raccontano un successo (soprattutto) italiano. Che continua a crescere e a convincere
Credit: Arno Senoner/Unsplash
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15 settembre 2022 Aggiornato alle 09:00

L’Italia si conferma, di nuovo, leader nel settore biologico per quota di superficie agricola, operatori ed export di prodotti.

L’Osservatorio Sana, che raccoglie i dati del settore biologico in Italia, con l’occasione del Salone internazionale del biologico e del naturale organizzato da BolognaFiere, Ismea, Ice, AssoBio e FederBio ha firmato un protocollo d’intesa; l’accordo punta alla diffusione sempre più capillare di informazioni sul settore biologico, che rappresenta un’eccellenza nel mercato italiano.

Qui centinaia di produttori bio sia nel settore agricolo che cosmetico si sono riuniti per far conoscere ai numerosi visitatori il potenziale dei prodotti biologici e la ricchezza di questo settore.

I dati raccolti durante l’evento di BolognaFiere confermano il primato italiano del consumo di prodotti bio all’interno delle mura domestiche; dal 2008 a oggi, infatti, il mercato domestico del biologico è cresciuto del 233%, con una performance più che positiva dell’export. L’unico arresto, come era prevedibile, si è verificato all’inizio di quest’anno, a causa della pandemia e dello scoppio del conflitto ucraino con il conseguente innalzamento dei prezzi (-0,8% a valore rispetto allo stesso periodo 2021). Questi numeri, comunque, sono in netta controtendenza rispetto alle cifre che di solito descrivono il trend della nostra economia, e indicano chiaramente che il biologico è il settore su cui l’Italia deve continuare a investire.

Oltre a confermarsi come paese leader del settore, ricoprendo il 3% della superficie biologica mondiale e il 12% di quella europea, l’Italia ha visto un enorme aumento del consumo di prodotti biologici anche nella ristorazione: si è registrata una crescita del 53% rispetto al 2021 della componente legata alla ristorazione collettiva (+20%) e commerciale (+79%).

Consumare prodotti biologici richiede spesso una spesa più elevata, ma fortunatamente la consapevolezza che sia una scelta giusta per la salute e per l’ambiente ricade anche sui consumi fuori casa: negli ultimi 6 mesi oltre 6 italiani su 10 hanno consumato prodotti biologici fuori casa in almeno in un’occasione.

Roberto Zanoni, presidente di AssoBio ha confermato che anche globalmente si sia verificato un incremento dei consumi, superando le pressioni inflazionistiche di questi ultimi periodi. «Guardiamo con favore alla crescita degli acquisti nei mercatini bio e alle vendite dirette, oltre, naturalmente, al mondo della ristorazione che oggi è in ripresa dopo i critici lockdown in piena pandemia. L’Italia oggi è chiamata a difendere un primato importante nel biologico».

Oltre al mero dato economico, è interessante osservare quali siano i motivi della scelta biologica: secondo lo studio di Nomisma quasi la metà sceglie di consumare prodotti bio per etica ambientale, al secondo posto c’è l’interesse a un’alimentazione più sana e, infine, la trasparenza della filiera.

La speranza è che ci sia una crescita stabile sia della produzione che del consumo, grazie agli investimenti stanziati per il comparto, quasi 3 miliardi di euro per i prossimi 5 anni, che serviranno a sostenere gli agricoltori nella transizione agroecologica, alla tutela dell’ambiente e al contrasto dei cambiamenti climatici e a favorire un’occupazione agricola, in particolare di donne e giovani, sempre più interessati al metodo biologico. «Al tempo stesso occorre avviare un’efficace attività di promozione e comunicazione ai cittadini sui valori del bio e di educazione alimentare, per invertire anche il dato dei consumi domestici e proseguire nel percorso che vede il nostro Paese leader in Europa nel settore», ha commentato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

Quello della trasparenza della filiera e della comunicazione efficace è un tema centrale nel biologico; il trend positivo registrato fino a ora deve essere solo un punto di partenza per una nuova crescita. Silvia Zucconi, responsabile market intelligence di Nomisma ha dichiarato che «occorre vincere due sfide ancora aperte: sostenibilità e informazione. Chiarire il profilo di sostenibilità del biologico e costruire una comunicazione chiara sui valori che il bio interpreta sono le strade da percorrere, soprattutto in uno scenario evolutivo dove le famiglie stanno rimodellando gli schemi di acquisto spinti dalla dinamica inflattiva».

Quasi 6 consumatori su 10, infatti, vorrebbero avere informazioni più dettagliate sulle caratteristiche, sul metodo di produzione e sui valori nutrizionali degli alimenti biologici; inoltre, il 58% vuole saperne di più sui benefici che il prodotto può apportare alla salute e sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale. Più di 6 consumatori su 10, ancora, vogliono avere una maggiore consapevolezza sul contributo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) legato al metodo biologico.

L’evento di Osservatorio Sana ha raccolto numerosissimi dati legati alla produzione e al consumo di prodotti biologici, tracciando un quadro confortante e rafforzando l’idea di un’economia in crescita ma rispettosa dell’ambiente, tema che non può e non deve essere trascurato in un’era di crisi climatica così grave. Con il giusto utilizzo delle risorse e una comunicazione trasparente il biologico è il settore su cui investire da oggi in futuro.

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