Diritti

Danimarca: piedistalli vuoti per rappresentarle

Nel Paese ci sono solo 28 statue femminili su 2.500. Per denunciare l’assenza, Copenaghen omaggia le sue «donne senza paura» con i monoliti di 50 Queens. Tutti uguali e (quasi) senza identità
50 Queens a Copenaghen
50 Queens a Copenaghen Credit: BIG
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
10 settembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Paese che vai, monumenti che (non) trovi. L’Italia, infatti, non è la sola ad aver declinato la statuaria al maschile. Gli aitanti Bronzi di Riace, che all’indomani di ferragosto hanno celebrato il loro 50° anniversario, rischierebbero di restare single anche in Danimarca, dove secondo il censimento dell’Agenzia per la cultura e i palazzi sono state scolpite appena 28 figure di donna a fronte di 2.500 monumenti nazionali.

Molte di loro sono sirene a partire dalla celeberrima Sirenetta diventata simbolo della Capitale, dove pure si contano 70 sculture realizzate in onore di uomini a fronte di 5 controparti femminili e 26 dedicate ad animali (la tassonomia vuole che anche la sirena, a rigore, si presenti per metà pesce).

Ora un progetto realizzato dallo studio di architettura Bjarke Ingels Group (Big) e intitolato 50 Queens approfitta del giubileo d’oro della regina Margherita II di Danimarca, mezzo secolo di regno quest’anno, per manifestare l’assenza delle donne nell’arte pubblica danese.

Inaugurato il 2 settembre nella piazza di Kongens Nytorv, dove rimarrà esposto fino al 18 del mese, si compone di una collana formata da 50 piedistalli vuoti in argento sterling che accerchiano il monumento equestre al re Cristiano V di Danimarca, eretta nel 1688 e considerata la più antica statua equestre della Scandinavia.

Credit: Laurent de Carnière / BIG
Credit: Laurent de Carnière / BIG

I monoliti hanno la funzione di rappresentare le «donne senza paura» della storia danese, da Maren Spliid – vittima della caccia alle streghe che la volle arsa sul rogo nel XVII secolo – alla poetessa Tove Ditlevsen fino alla pioniera della musica elettronica Else Marie Pade scomparsa nel 2016.

E ancora la scrittrice Thomasine Christine Gyllembourg-Ehrensvärd, la regina Thyra Danebod, l’attrice Trine Dyrholm, la sismologa e geofisica Inge Lehmann e l’educatrice Natalie Zahle.

A selezionare una giuria guidata da Ritt Bjerregaard, la prima donna a ricoprire l’incarico di sindaca di Copenaghen, e composta da storici, curatori e altri esperti danesi, mentre cittadini e turisti potranno conoscerle meglio grazie all’apposito codice QR posizionato sulla targa di metallo che reca i loro nomi.

Credit: Laurent de Carnière / BIG
Credit: Laurent de Carnière / BIG

«Se attraverso la piantumazione di alberi e la natura portiamo consapevolezza del cambiamento climatico, come possiamo farlo attraverso l’arte per pensare all’equità sociale e di genere?» si è domandata la designer del progetto Giulia Frittoli.

«Spero che con 50 Queens accresceremo la consapevolezza sull’importanza dell’uguaglianza di genere e della diversità sociale nelle nostre città e negli spazi pubblici – ha aggiunto Frittoli – così da informare sul modo in cui possiamo migliorare le nostre comunità urbane oggi e pianificare le città più eque di domani».

Secondo quanto riferito da Bloomberg, durante la seconda settimana di esposizione diversi piedistalli traslocheranno per raggiungere luoghi significativi legati alle biografie delle protagoniste.

Così il fantasma di Karen Blixen migrerà a nord per raggiungere Rungstedlund, la casa di campagna dove l’autrice trascorse gran parte della sua vita e che oggi ospita un museo a lei dedicato. L’Orto botanico della University of Copenaghen accoglierà lo spirito della zoologa Marie Signe Jørgensen, mentre il piedistallo della pittrice transgender Lili Elbe sarà esposto al museo d’arte di Sophienholm.

Tutti i piedistalli, di altezza variabile a seconda dell’età di vita di ciascuna donna, sono rifiniti in cemento bianco a eccezione di uno, distinto da una superficie riflettente e lasciato anonimo in modo che le persone possano suggerire altre donne da includere.

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