Diritti

In classe, la propaganda (non) russa

Le lezioni di “Conversazioni su cose importanti” partiranno il 5 settembre in ogni scuola della Russia. L’obiettivo, educare al patriottismo fin da piccoli
Un membro dei Giovani Pionieri russi partecipa alla cerimonia di adesione all'organizzazione dei pionieri, organizzata dal Partito Comunista Russo sulla Piazza Rossa a Mosca, Russia, il 22 maggio 2022. L'organizzazione dei pionieri dell'era sovietica era un elemento dell'educazione comunista a scuola.
Un membro dei Giovani Pionieri russi partecipa alla cerimonia di adesione all'organizzazione dei pionieri, organizzata dal Partito Comunista Russo sulla Piazza Rossa a Mosca, Russia, il 22 maggio 2022. L'organizzazione dei pionieri dell'era sovietica era un elemento dell'educazione comunista a scuola. Credit: EPA/YURI KOCHETKOV
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
2 settembre 2022 Aggiornato alle 21:00

Le linee guida rivolte agli insegnati per il nuovo anno scolastico in Russia, cominciato come ogni anno il 1° settembre, hanno una nuova lezione in programma.

Si chiama “conversazioni su cose importanti”, come riporta il britannico Guardian, e secondo i critici e gli attivisti sarà utilizzata per diffondere propaganda russa tra i banchi di scuola. Secondo quanto riportato dal quotidiano online indipendente The Insider, in queste lezioni gli insegnanti inculcheranno ai bambini il patriottismo e i valori tradizionali con le canzoni sovietiche, l’amore per la loro terra natale attraverso i suoni della natura e le immagini dei paesaggi russi.

«Molti direttori, per paura dei loro capi, mentono ai genitori dicendo loro che queste lezioni di propaganda sono obbligatorie. Noi diciamo, ancora una volta, che non sei obbligato a far entrare i tuoi figli in queste classi», ha spiegato al quotidiano britannico il sindacato indipendente Russia’s Teachers’ Alliance.

Queste particolari lezioni saranno presenti in ogni scuola a partire dal 5 settembre. The Insider riporta che Sergei Novikov, capo dell’ufficio presidenziale per i progetti pubblici, ha dichiarato che le lezioni insegneranno ai bambini “i valori della società russa”, ma non si tratterebbe di valori astratti, bensì sanciti dalla strategia di sicurezza nazionale del Paese che dovrebbero portare i bambini di sette anni a prendere coscienza della loro “identità civica”.

Ai bambini più piccoli, quelli di prima e seconda elementare, l’amore per la patria passerà attraverso la natura, mostrando loro fotografie di paesaggi russi e facendo ascoltare canzoni patriottiche. Poi, nelle classi successive, il grado di patriottismo aumenterà: in terza e quarta elementare, continua The Insider, si spiegherà che l’amore per la patria significa “determinazione a difenderla in tempo di pericolo”. Nelle scuole secondarie, gli insegnanti saranno costretti a parlare dell’”operazione militare speciale”, della “presa in giro degli abitanti del Donbas da parte del regime di Kiev” e delle basi NATO. Ai ragazzi più grandi verrà detto che “le persone veramente patriottiche sono pronte a difenderla con le armi in pugno”.

Il quotidiano indipendente spiega anche che il Ministero dell’Istruzione ha già speso 22 milioni di rubli per questi “materiali interattivi” e che i corsi sono stati annunciati a giugno, ma solo di recente sono stati pubblicati dei documenti metodologici che spiegano come gli insegnanti debbano discutere i “valori della società russa”.

In risposta al nuovo programma scolastico, spiega il Guardian, un certo numero di media indipendenti russi ha esortato i genitori a sondare gli insegnanti su ciò che insegneranno nelle classi. Come spiega la Russia’s Teachers’ Alliance, «siamo sicuri che il vero patriottismo non viene allevato in un’atmosfera di odio, paura e obbligo. Il patriottismo può essere instillato solo con l’esempio: facendo beneficenza, proteggendo la natura, studiando e preservando il patrimonio storico. E i genitori dovrebbero farlo e la scuola dovrebbe aiutare».

Leggi anche
esteri
di Maria Michela D'Alessandro 3 min lettura
Da sinistra: Aleksandr Smirnov, Oleg Dusaev, e Dmitry Stepanov manifestano alla marcia organizzata RUSA L.G.B.T.
Discriminazioni
di Andrea Giuli 4 min lettura