Diritti

Capezzolo in onda? Voglio uno scandalo!

Se anche per Mtv la libertà delle donne ha un limite, le speranze di emancipazione sono davvero poche (ma vale sempre la pena inseguirle)
Victoria De Angelis, bassista dei Måneskin, al concerto della band al Circo Massimo lo scorso luglio
Victoria De Angelis, bassista dei Måneskin, al concerto della band al Circo Massimo lo scorso luglio Credit: Vincenzo Nuzzolese/SOPA Images via ZUMA Press Wire
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
31 agosto 2022 Aggiornato alle 06:30

La notizia di alcune ore fa è che durante i Video Music Awards 2022, lo show di Mtv più atteso dell’anno, la performance dei Måneskin sia stata in parte censurata dalla regia.

A finire sotto la forca del perbenismo/bigottismo statunitense è stata in particolar modo la bassista Victoria De Angelis, a causa di un copri capezzolo saltato che, lasciando il suo seno nudo, avrebbe indotto le telecamere a spostarsi frettolosamente sul pubblico e poi a riprendere solamente il cantante Damiano e le ballerine che lo circondavano.

Prima del fattaccio Victoria era stata, come normale che fosse, inquadrata più e più volte quindi, nonostante non esistano dichiarazioni ufficiali da parte degli organizzatori, che la scelta di restringere il campo sia stata dettata dall’improvviso seno scoperto è pressoché una certezza, tutt’altro che positiva.

I giovanissimi d’oggi probabilmente non lo sanno ma per chi come me era adolescente a cavallo degli anni ‘90 e i primi 2000, Mtv ha rappresentato la fonte di ispirazione primaria in termini di tendenze musicali ma non solo. I social non esistevano, men che meno la messaggistica istantanea, e il web non era certo ai livelli odierni, motivo per cui la televisione svettava sugli altri media.

I canali ovviamente erano ridottissimi e in un mare di proposte family oriented, la rete nata in Usa una volta sbarcata in Italia era stata salutata come una ventata d’aria fresca. Tutti i cantanti volevano andare a Mtv e tutti i giovani diventare dj, indiscussi teen idol del periodo.

A renderla una rete cool era il suo dinamismo, la capacità di anticipare sempre le mode e di uscire dagli schemi e dal conformismo al quale fino a quel momento i telespettatori erano abituati. Su Mtv si parlò prima che altrove di empowerment femminile, sessualità libera e consapevole e lotte Lgbtq+ e anche per questo oggi è triste dover accostare quel nome al termine censura, e ancor di più constatare che a farne le spese sia stata, di nuovo, una donna.

I Måneskin, vincitori del premio per il miglior video alternativo, si sono presentati alla serata in total look Gucci di ispirazione goth-fetish. Tra i quattro componenti a sfoggiare i look più d’impatto sono stati Damiano, a petto nudo e pantaloni che nella parte posteriore lasciavano scoperti i glutei, e Victoria, con un mono spalla a coprire un solo seno, lasciando l’altro libero e adornato esclusivamente dal copri capezzolo dello scandalo.

La band ha portato sul palco la nuova hit Supermodel ma mentre il frontman è stato libero di interpretarla capezzoli e lato B al vento senza che nessuno intervenisse, la bassista non ha avuto lo stesso privilegio. Eppure entrambi hanno esibito a favor di telecamera la stessa parte del corpo.

Ed è proprio questo il fulcro del problema: ancora oggi esiste un doppio standard e mentre un uomo può esporre e disporre del proprio corpo come meglio crede, una donna deve chiedere il permesso (ai maschi) e, in caso le venga negato, coprirsi. O non lamentarsi se, non facendolo, finisce oggetto di critiche, insulti, violenze o censura appunto.

Nessuno di fronte all’immagine di un uomo a petto nudo si sognerebbe di gridare allo scandalo perché il seno maschile è considerato una porzione corporea come un’altra, alla stregua braccia, orecchie o ginocchia.

Quello femminile invece è un dibattito sociale e politico, un argomento di discussione, una porzione di carne che vive raramente in se stessa e quasi mai è soggetto, ma piuttosto oggetto plasmato dallo sguardo maschile, che decide quale ruolo attribuirgli.

Il più delle volte è sessuale. Il seno provoca, accende il desiderio del maschio, quindi deve essere esposto in alcuni contesti e celato in altri, considerati non appropriati, come il palco di uno show. Ma se usato per allattare diventa subito simbolo di dolcezza ed esaltazione della donna nella sua (presunta) massima espressione. Santa in questo ultimo caso, “buona donna” se invece mostra il seno senza un neonato a fianco o al di fuori della propria camera da letto.

Che esistano due pesi e due misure quando si parla di questa parte del corpo non lo scopriamo però purtroppo oggi, e ciò che accade ogni giorno sui social network di Meta, guarda caso ideati e diretti da uomini, lo conferma.

Instagram in particolare, sembra aver preso letteralmente di petto la questione, visto che per una donna postare uno scatto a seno nudo è praticamente impossibile, senza che questo venga eliminata nel tempo di un like. Inutile dire che la cosa non succeda assolutamente mai agli uomini.

Alcune influencer, Chiara Ferragni in testa, al grido di My body, my choice non demordono, e pur di mostrare corpi in libertà coprono i capezzoli con stelline, ciliegie, cuoricini e di tutto e di più.

Un compromesso necessario per non infrangere la legge della rete ma allo stesso tempo avvilente. La speranza è che le molte proteste e prese di posizione di attiviste a ogni parte del globo diano presto i loro frutti, almeno sui social network.

Per la tv probabilmente è tardi se nemmeno Mtv sa stare al passo. Eppure non è la prima volta che sullo schermo succede una cosa simile, visto che nel 2004, al termine della sua performance durante l’halftime show del Super Bowl Justin Timberlake strappò un pezzo di abito a Janet Jackson, lasciandola con un seno nudo. Allora le pagine dei giornali indugiarono parecchio sull’accaduto e nonostante non fu mai chiarito se Jackson avesse o meno concordato il gesto, le critiche la travolsero, non sfiorando minimamente Timberlake, autore materiale della scoperta dell’altrui porzione di carne.

Freddate le acque, l’episodio avrebbe potuto rappresentare l’occasione per iniziare a cambiare la narrazione del seno in tv e della sessualizzazione femminile, invece, sembra che proprio da quel momento le regole dei media statunitensi si siano addirittura inasprire. Fino a far tornare in auge una vecchia conoscenza di cui non sentivamo la mancanza: la censura.

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