Economia

Rincari bollette: a ottobre +15% luce e +20% gas

È lo scenario ipotizzato dal Codacons per questo autunno, nonostante gli interventi del Governo. Intanto le forze politiche chiedono nuovi provvedimenti
Un impianto di raffineria di petrolio in una zona industriale
Un impianto di raffineria di petrolio in una zona industriale Credit: siwabudv/unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
29 agosto 2022 Aggiornato alle 17:00

La crisi energetica è il trend topic dell’estate, non si parla d’altro ormai. I prezzi del gas schizzano alle stelle. Le bollette si gonfiano. E le forze politiche chiedono a gran voce nuovi interventi per aiutare imprese e famiglie.

Ma diamo qualche numero: Assoutenti, l’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici, nata per tutelare e promuovere i diritti fondamentali dei consumatori, ha realizzato uno studio sull’impatto dell’incremento delle tariffe energetiche sulle famiglie italiane. Ognuna si ritrova a pagare 1.231 euro in più rispetto al 2020 solo per bollette di luce e gas. La spesa per l’energia, infatti, è salita del 92,7% nel biennio 2021-22: se nel 2020, secondo i calcoli di Assoutenti, una famiglia media ha pagato 785 per il gas e 542 euro per la luce, per un totale di 1.327 euro, nel 2021 la bolletta del gas ha raggiunto i 1.162 euro e quella della luce 802 euro, per la modica cifra di 1.964 euro a nucleo familiare.

E il 2022 non migliora, anzi. Nonostante le misure adottate dal Governo, che si è speso per cercare fornitori alternativi per riuscire a rimpiazzare il 40% del gas importato dall’Italia, per effetto dei rincari delle tariffe la spesa complessiva per l’energia sale a 2.558 euro a nucleo (con una spesa di 1.516 euro per il gas e di 1.042 euro per la luce). Le cattive notizie non si esauriscono qui: il conto potrebbe diventare ancora più salato a ottobre.

Le stime del Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, parlano di maxi-rincari causati dal forte rialzo delle quotazioni internazionali dell’energia: “Ipotizzando uno scenario ottimistico caratterizzato da un incremento delle tariffe a ottobre del +15% per la luce e del +20% per il gas, la stangata complessiva sulla spesa energetica raggiungerebbe nel 2022 quota +965 euro a famiglia rispetto alla spesa sostenuta per le medesime forniture nel 2021”.

Le cifre dipenderanno dalle procedure di aggiornamento periodico delle tariffe di luce e gas di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente: da ottobre l’organismo indipendente che regola il funzionamento del mercato dell’energia cambierà il modo in cui viene stabilito il prezzo del gas naturale in molte delle bollette per i consumi domestici. Già all’inizio del mese di agosto Arera aveva parlato della necessità di interventi mirati in vista dell’incremento delle bollette dei mesi successivi anche del 100%. Il Governo ha disposto ulteriori misure per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi, ma per le associazioni dei consumatori si deve fare ancora molto.

Tutti i partiti sono della stessa opinione anche se nessuno, nel proprio programma di governo, cita l’emergenza energetica.

Carlo Calenda, leader di Azione, ha proposto una pausa elettorale, un «time-out di un giorno», per lasciare che il governo Draghi prenda misure urgenti contro il caro-bollette. Proposta rilanciata da Matteo Salvini, il segretario leghista che ora offre un «armistizio» agli altri leader su luce e gas, anche «senza fermare la campagna elettorale»: basterebbe una call su zoom per trovare «una soluzione comune», ha spiegato Salvini, che ha proposto di fissare al 4% il tetto degli aumenti delle bollette di luce e gas.

Per Giuseppe Conte, leader del Movimento 5Stelle, la priorità è «recuperare i 9 miliardi di extraprofitti persi per strada dal governo», estendendo «questa tassazione anche ai settori farmaceutico e assicurativo». Come spiega l’Ansa, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta punta invece sull’aumento del credito di imposta per le imprese che necessitano di grandi quantità di energia elettrica, nonché il tetto alle bollette, con il disaccoppiamento del prezzo fra fonti fossili e fonti rinnovabili, con l’impegno di farlo anche a livello europeo. Insomma, anche se dimissionario, «spetta a Draghi prendere l’iniziativa» spiega +Europa, esprimendo l’opinione di tutti gli altri.

Ma, continua l’Ansa, per soddisfare le richieste e le aspettative dei partiti si stima che servirebbero altri 20 miliardi, oltre agli interventi da 48 miliardi già effettuati su questo fronte in precedenza dal Governo, e le nuove entrate tributarie potrebbero assicurare, forse, solo alcuni miliardi.

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