Storie

Svolta President*, Rosy Bindi

Ha ricoperto una serie di incarichi, dal Ministero della Sanità al Ministero per le politiche della famiglia, dalla vicepresidenza della Camera dei Deputati alla presidenza del PD
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22 novembre 2021 Aggiornato alle 20:00

Dignità, riserbo, consapevolezza. Rosy Bindi è una donna concreta, risoluta. Allieva brillante di Vittorio Bachelet, a 29 anni assiste impotente al suo assassinio. È il giorno del suo compleanno e i due si sono fermati a chiacchierare sulla scalinata della facoltà a fine lezione. Vogliono recarsi al bar per ordinare un tramezzino e magari stavolta faranno un’eccezione e sceglieranno anche un dolce per festeggiare. Alcuni colpi di pistola, però, raggiungono il professore. A sparare è Anna Laura Braghetti, esponente delle Brigate Rosse e riconosciuta in seguito tra i rapitori di Aldo Moro. Siamo nel 1980, un capitolo cupo della storia italiana. Bachelet muore poco dopo: è un evento che la sconvolge profondamente, ma non altera il suo destino. Anzi, imprime una direzione ancora più chiara al suo futuro, la convince che è quella la strada da perseguire. Continua infatti la militanza nell’Associazione Cattolica, per la quale Bachelet desiderava un rinnovamento, e approda dopo alcuni anni alla vicepresidenza nazionale. Decide, poi, di lanciarsi nella politica: viene eletta al primo colpo come parlamentare europeo per la Democrazia Cristiana nella circoscrizione del Nord-Est. Nel tempo diventa un punto di riferimento per il partito, affronta la tempesta di Tangentopoli, con grande lungimiranza si fa promotrice di una sintesi tra il centro e la sinistra, tra le forze cattoliche e i laici. Ricopre una serie di incarichi, dal Ministero della Sanità al Ministero per le politiche della famiglia, dalla vicepresidenza della Camera dei Deputati alla presidenza del PD. Le critiche, i commenti sessisti ricevuti e le alleanze politiche non sempre fortunate non la fanno indietreggiare, e non le impediscono di far udire la sua voce: alle offese di Silvio Berlusconi - “Lei è più bella che intelligente”- risponde con il celebre “Non sono una donna a sua disposizione”. Finché nel 2018 decide di non ricandidarsi. Fuori da “palazzo” rimane una donna costantemente impegnata sul piano culturale e sociale. Insegna “Analisi e studio dei fenomeni criminali e mafiosi” presso la Pontificia Università Antonianum.