Ambiente

Brasile: avamposto di una macellazione crudele

L’indagine di Animal Equality fa luce sulle torture contro gli animali nei macelli del Paese. Da cui importiamo oltre 25.000 tonnellate di carne bovina
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27 agosto 2022 Aggiornato alle 06:30

I nostri investigatori sotto copertura hanno raccolto immagini strazianti che mostrano come gli animali vengano trattati con estrema violenza prima e durante il momento della macellazione all’interno di tre macelli brasiliani certificati a livello municipale e statale, dove la violazione delle norme sanitarie e di benessere animale è tuttavia sistematica.

Dopo aver legato e trascinato gli animali, in assenza di stordimento adeguato ha infatti inizio il processo di scuoiatura e il taglio delle zampe degli animali, che avvengono senza la conferma della loro morte. Queste pratiche sono estremamente dolorose e accadono con ricorrenza nei macelli a causa del numero insufficiente di controlli, nonostante le strutture investigate risultino certificate.

Eppure, una nuova proposta di legge presentata nel luglio 2021 e votata dal Congresso brasiliano si pone come obiettivo di aumentare le esportazioni di carne senza investire maggiori risorse nei controlli in macelli e allevamenti. La preoccupazione espressa da esperti nei settori dell’ambiente e della protezione degli animali, da rappresentanti delle organizzazioni della società civile e del Parlamento europeo è tuttavia che la riduzione tariffaria incondizionata per i prodotti animali, che l’accordo di libero scambio UE-Mercosur applicherebbe, possa causare l’aumento dell’agricoltura intensiva animale, aumentando ulteriormente la fame nei paesi del Mercosur.

Per la specialista in benessere animale Carla Molento, coordinatrice del Centro di benessere animale dell’Universidade Federal do Paraná, inoltre, i controlli sono essenziali per garantire il benessere degli animali e la sicurezza sanitaria della carne . «Malattie come la toxoplasmosi o la teniasi-cisticercosi e agenti patogeni come la salmonella sono solo alcuni degli esempi di zoonosi che possono essere trasmesse alla popolazione se le norme sanitarie non vengono seguite correttamente».

All’industria della carne in Brasile è inoltre connessa gran parte della deforestazione del territorio. Secondo una ricerca della rete collaborativa ambientale MapBiomas, in Brasile (il più grande esportatore mondiale di carne bovina) gli allevamenti intensivi e i macelli industriali sono responsabili di oltre l’80% della deforestazione e si stima che il 98% di questi incendi sia stato appiccato da allevatori di bestiame per disboscare le foreste. Il 99,8% della deforestazione nel 2019 ha mostrato segni di attività illegale.

Il Brasile è riconosciuto a livello mondiale per la sua ricca biodiversità, ma la crescente deforestazione la sta mettendo a serio rischio. L’articolo scientifico Threats to the biodiversity of the Brazilian Pantanal due to land use and occupation, pubblicato nel novembre 2019 dai ricercatori dell’Universidad Anhanguera-Uniderp, mostra che uno dei fattori determinanti che minaccia la biodiversità nella regione brasiliana del Pantanal è proprio la conversione della vegetazione naturale in pascoli e campi agricoli. Se l’agricoltura globale è riconosciuta come la causa principale della perdita di biodiversità, a ciò si lega anche un altro problema: l’aumento del rischio di pandemie. La perdita di biodiversità può infatti aumentare il rischio di diffusione di virus e altri agenti patogeni sconosciuti all’uomo, quindi aumentare il rischio di malattie verso le quali l’uomo non ha una risposta immunitaria.

Per contrastare lo sfruttamento e la violenza estremi sugli animali allevati a scopo alimentare in Brasile e proteggere l’ecosistema, Animal Equality chiede di rivedere gli accordi di libero scambio UE-Mercosur attraverso un appello internazionale indirizzato al governo brasiliano, ai governi nazionali e ai suoi partner commerciali. La richiesta è quella di interrompere tutti i sussidi ai produttori che si riforniscono da allevamenti in cui si verificano abusi sugli animali e legati alla distruzione ambientale, nonché quella di stabilire dei sistemi di monitoraggio trasparenti, che consentano alle autorità e a qualsiasi cittadino di verificare l’origine degli animali allevati a scopo alimentare e le condizioni in cui tali animali sono stati allevati.

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