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Perché le zanzare ci trovano sempre?

Questi piccoli insetti non mancano mai il bersaglio. Ma come è possibile? Tutto merito degli odori. A confermarlo, un team di ricercatori statunitensi
Credit: Tanguy Sauvin/unsplash
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25 agosto 2022 Aggiornato alle 09:00

Leslie Vosshall, neurobiologa della Rockfeller University, dice che le zanzare sono delle vere e proprie esperte nel trovarci: esse sono in grado di percepirci da oltre trenta metri di distanza, grazie al loro organo sensoriale posizionato in cima alla bocca, rilevando l’anidride carbonica che espelliamo durante la respirazione. Una volta vicine a noi, sentono il calore corporeo e si posano sulla nostra pelle per nutrirsi del nostro sangue.

Un team di ricercatori composto da Vosshall, Meg Younger – neurobiologa della Boston University – e altri colleghi ha scoperto che i sistemi di rilevamento degli odori delle zanzare sono molto più complessi rispetto a quelli di molti altri animali, rendendoli così difficilmente ingannabile. «Sviluppano modi per sopravvivere», commenta Joshua Raji, biologo sensoriale della Johns Hopkins University.

Nel corso degli anni ‘90 (e fino a poco tempo fa), gli scienziati credevano che il sistema sensoriale delle zanzare agisse secondo un modus operandi piuttosto standardizzato, ossia attraverso vari tipi di cellule nervose olfattive sensibili a specifici odori. «Quando odori complessi vengono recepiti, i singoli componenti vengono captati da specifici neuroni, i quali inviano singoli segnali paralleli al cervello, mantenendo le informazioni separate finché non arrivano al sistema centrale, dove viene codificato come unico messaggio», afferma Margo Herre, anch’essa neurobiologa.

Ma le zanzare, al contrario di quanto si è a lungo creduto, per nostra sfortuna non lavorano così. I loro neuroni olfattivi, a differenza dei nostri e di quelli di molte altre specie animali, riconoscono diversi odori avendo sulla superficie molteplici tipi di ricettori, tutti configurati in modo diverso: come una sorta di adattatore per presa universale. Il che a questi piccoli insetti torna molto utile: ciascuno di noi, infatti, grazie a una serie di fattori – dieta, stile di vita, ambiente etc. – presenta un odore differente. E le zanzare, con il loro sistema sensoriale, sono comunque in grado di riconoscere l’odore del sangue.

Dunque questi insetti sono difficili da ingannare: Vosshal spiega infatti che per farsi beffa del loro sistema percettivo-olfattivo servirebbe un numero impraticabile di modifiche genetiche. «Sono predatori per eccellenza – commenta Omar Akbari, biologo della University of San Diego – Non si trova una sola persona sulla Terra che non sia stata punta almeno una volta».

Il punto è che – spiegano i ricercatori – tra le numerosissime specie di zanzare presenti, molte di loro sono mortali per gli esseri umani o trasmettono malattie nocive. Trovare un modo per confondere questi insetti, quindi, rimane un obiettivo chiave della salute globale. In quest’ottica, il team di Akbari sta lavorando alla progettazione di zanzare maschi sterili che, una volta rilasciate, competeranno con i maschi inalterati ma genereranno uova non vitali. Altri ricercatori ancora, invece, stanno allevando ceppi che introdurranno nella specie geni modificati, rendendo la loro progenie meno in grado di guidare agenti patogeni pericolosi per l’essere umano.

Nel complesso, però – e almeno per ora – andare a colpire il sistema olfattivo delle zanzare sembra essere un vicolo cieco. Tuttavia, studiarne il funzionamento può aiutare nello sviluppo di nuovi repellenti.

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