Diritti

Singapore: essere gay non sarà più un reato

Il premier Lee Hsien Loong l’ha annunciato nel messaggio annuale alla nazione. La città-Stato abrogherà la legge 377A, che vietava l’attività sessuale consensuale tra uomini
Credit: AFP
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
23 agosto 2022 Aggiornato alle 09:00

Singapore depenalizzerà i rapporti tra persone omosessuali. Dopo anni di acceso dibattito sulla questione, la città-Stato nota per i suoi valori conservatori ha aperto uno spiraglio per la comunità arcobaleno che vive nel Paese.

L’ha annunciato il primo ministro Lee Hsien Loong alla tv nazionale, in collegamento dall’Institute of Technical Education di Singapore in occasione del National Day Rally 2022, il discorso annuale del primo ministro all’intera nazione, che si svolge la prima o la seconda domenica dopo la festa nazionale del 9 agosto.

Sul suo profilo Instagram il premier ha sottolineato come il suo messaggio abbia toccato “un’ampia gamma di temi, tra cui le tensioni geopolitiche nel mondo, il sostegno ai singaporiani per affrontare l’aumento del costo della vita, l’aggiornamento delle nostre leggi per stare al passo con i tempi e i futuri sviluppi fisici della nostra città”.

Una delle norme a cui fa riferimento è la 377A del codice penale, legge che risale all’era coloniale: da quasi 100 anni vietava l’attività sessuale consensuale tra uomini e prevedeva una pena fino a due anni di reclusione. Singapore la ereditò dagli inglesi e scelse di mantenerla dopo l’indipendenza nel 1965. Solo 15 anni fa il governo di Singapore ebbe l’occasione di abrogarla, ma si rifiutò di farlo.

Ultimamente diversi Paesi asiatici si stanno allontanando dalle leggi coloniali britanniche che criminalizzano le persone Lgbtq+. La prima a farlo è stata l’India, con un verdetto storico della Corte Suprema nel 2018. Poi c’è stata Taiwan, che nel 2019 ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, seguita nel 2022 dalla Thailandia.

Il premier Lee Hsien Loong ha riportato su Twitter alcuni stralci del discorso, in cui ha specificato che «i singaporiani hanno ancora opinioni diverse sul fatto che l’omosessualità sia giusta o sbagliata, ma la maggior parte delle persone accetta che l’orientamento e il comportamento sessuale di una persona siano una questione privata e personale, e che il sesso tra uomini non debba essere un reato penale».

La maggior parte dei singaporiani, ha spiegato il primo ministro della città-Stato, «non vuole che l’abrogazione provochi un drastico cambiamento delle nostre norme sociali in generale: pur rimanendo una società ampiamente conservatrice, gli omosessuali sono ora meglio accettati a Singapore, soprattutto tra i più giovani». E, ha aggiunto Lee, «dal punto di vista nazionale, il comportamento sessuale privato tra adulti consenzienti non solleva alcun problema di ordine pubblico. Non c’è alcuna giustificazione per perseguire le persone per questo, né per renderlo un crimine». Per questo la popolazione «accetterà l’abrogazione della legge», cosa che la «porterà in linea con gli attuali costumi sociali e, spero, darà un po’ di sollievo ai singaporiani gay».

Gli attivisti Lgbtq+ hanno parlato di una “vittoria per l’umanità, conquistata a fatica”, ma sono rimasti delusi dai passaggi del discorso legati alla “maggiore protezione legale dell’istituto del matrimonio, che a Singapore è riconosciuto solo tra uomo e donna”, cosa che renderebbe di fatto più difficile la legalizzazione dei matrimoni gay.

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