Ambiente

UK alla canna del rubinetto

Un villaggio nell’Oxfordshire è rimasto senza acqua corrente mentre la Gran Bretagna affronta la peggiore siccità dal 1976
Il villaggio di Northend, nello Oxfordshire
Il villaggio di Northend, nello Oxfordshire Credit: Doug Seeburg
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 agosto 2022 Aggiornato alle 20:00

Gli ultimi dati dell’Osservatorio dell’Unione europea per la siccità registrano che la siccità è al livello di attenzione nel 47% del territorio europeo, mentre il 17% è in stato di allarme. Non fa eccezione la Gran Bretagna, che a luglio presso l’aeroporto di Heathrow ha segnato il record di 40,2 °C, la temperatura più alta mai registrata nel Regno Unito.

Il Met Office, l’ufficio meteorologico britannico, ha emesso un’allerta color ambra, il livello intermedio tra giallo e rosso, prevedendo una nuova ondata di caldo con temperature che in settimana dovrebbero raggiungere i 37 °C in alcune zone dell’Inghilterra. Secondo quanto riferito da Agi, le riserve idriche del Paese sono al livello più basso di sempre, con piogge inferiori del 65% rispetto alla media.

A fine luglio il governo ha elaborato un piano contro la siccità per proteggere le forniture d’acqua, e in alcune contee meridionali tra cui Kent, Sussex e Hampshire, sono scattati divieti sull’utilizzo di tubi flessibili e sistemi analoghi impiegati per l’irrigazione domestica.

Decine di residenti nel villaggio di Northend, al confine tra le contee meridionali di Buckinghamshire e Oxfordshire, sono rimasti senza acqua corrente a causa di problemi tecnici nel vicino bacino idrico di Stokenchurch.

La Thames Water, l’azienda idrica che rifornisce la zona, ha perciò recapitato a casa di 68 clienti casse di bottiglie e autocisterne d’acqua, con le quali in queste ore gli abitanti devono provvedere al loro intero fabbisogno.

«Ci rendiamo conto di quanto sia scomodo, specialmente durante un clima così caldo, e apprezziamo la pazienza dei clienti mentre lavoriamo per risolvere le cose», ha commentato un portavoce della Thames Water.

L’emergenza climatica aggrava la situazione. «Se non c’è abbastanza acqua nel serbatoio non riusciremo a raggiungere la pressione necessaria. Quindi stiamo portando l’acqua dalle nostre due contee e la stiamo pressurizzando nel sistema», ha dichiarato un portavoce dell’azienda. «Tutto ciò che facciamo è sperare in un po’ di pioggia», ha aggiunto.

Il 9 agosto la Thames Water ha annunciato di aver avvisato l’Agenzia per l’ambiente britannica che «nelle prossime settimane» introdurrà un divieto sui sistemi di irrigazione per i suoi 15 milioni di clienti a Londra e nelle aree circostanti.

«La tempistica non è confermata a causa di una serie di requisiti procedurali, operativi e legali, ma aggiorneremo i nostri clienti, partner, autorità di regolamentazione e parti interessate al più presto per garantire un approccio coordinato» – ha dichiarato l’azienda –. Nel frattempo, continuiamo a esortare i nostri clienti a utilizzare solo ciò di cui hanno bisogno per il loro uso essenziale».

Il Regno Unito prevede che la siccità in corso, la peggiore registrata in Gran Bretagna dal 1976, possa durare fino al mese di ottobre. «È probabile che i fiumi rimarranno eccezionalmente bassi Inghilterra centrale, meridionale e orientale nel periodo di tre mesi», stima un rapporto realizzato dal Centro britannico per l’ecologia e l’idrologia.

Secondo una ricerca dell’Università di Bristol, entro il 2050 il cambiamento climatico e l’aumento della domanda di acqua da parte della popolazione in crescita porteranno a carenze idriche frequenti in tutto il Regno Unito, con una spesa fino a 40 miliardi di sterline (circa 47 miliardi di euro) in misure di approvigionamento idrico di emergenza.

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