Futuro

L’anno della Svolta

Dopo due anni imprevedibili, si spera in un cambiamento. Positivo.
Credit: Ines Ivkovic
Tempo di lettura 7 min lettura
1 gennaio 2022 Aggiornato alle 05:00

Dopo due anni davvero imprevedibili, si spera in un cambiamento. Certo, le linee di tendenza aiutano a immaginarlo. E a sentire gli osservatori si possono descrivere. Nel mondo, il disaccoppiamento dei sistemi economici americano e cinese continuerà a porre problemi di scelta all’Europa, la scarsa percentuale di vaccinati in Africa continuerà ad alimentare la pandemia e a generare varianti del coronavirus, la tensione al confine orientale dell’Ucraina provocherà preoccupazioni e frasi belligeranti. In economia la ripresa, i costi delle energie fossili, l’inflazione e le incertezze delle banche centrali metteranno in discussione le politiche monetarie espansive, ma senza certezze sull’esito della discussione. La società dell’ineguaglianza proseguirà ad allontanare il vertice dalla base della piramide delle opportunità, forse con velocità inferiori a quelle folli degli ultimi anni. E il clima continuerà a cambiare: il cigno nero non è più una sorpresa.

Abbiamo raccolto fatti e osservazioni che aprono finestre sull’anno nuovo. Tecnologie e movimenti, conflitti e compromessi, scelte e limitazioni della libertà. Più che dei bilanci, ora è il momento delle visioni, degli obiettivi, dei necessari rilanci. Teniamoci pronti: il 2022 ci accoglie con molti interrogativi aperti, con molte problematiche da superare e con altrettante da gestire e, se possibile, prevenire. Non serve spaventarsi. Dietro a queste sfide, si nascondono magnifiche opportunità. Qui in redazione, a La Svolta, ci siamo riuniti tutti insieme e abbiamo provato a delineare quali sono gli scenari su cui si giocheranno le partite più interessanti (ed importanti), nell’anno che stiamo andando a iniziare. Una piccola mappa che permetta di orientarsi nel miglior modo possibile verso il futuro. Perché il futuro ci spetta, e ci spetta di diritto: ma noi tutti abbiamo la responsabilità di renderlo davvero migliore.

Chi ha davvero in mano il futuro

Lo ha detto Ursula Von der Leyen, poi anche Mario Draghi: il futuro dell’Europa e del mondo è in mano ai giovani, ma solo se riusciremo a trovare un nuovo equilibrio con l’ambiente. Non ci sono dubbi: il 2022 dovrà puntare con maggior forza su transizione ecologica, tecnologie green, energie rinnovabili e decarbonizzazione. “Imporremo un prezzo all’inquinamento” ha dichiarato la Presidente della Commissione Ue. “La lotta al cambiamento climatico richiede sforzi notevoli sul piano interno e globale” ha spiegato il premier italiano alla nazione. L’agenda del nuovo anno parla chiaro, insomma: è tempo di fare qualcosa di concreto per l’ambiente che ci circonda. O le stime a tinte parzialmente fosche dell’IPCC - il Gruppo intergovernativo sul Cambiamento Climatico ha previsto infatti 5 scenari possibili, di cui solo 2 ottimistici, ma improbabili - si realizzeranno. I fondi per la rivoluzione verde ci sono: tra Next Generation EU e PNRR, l’ambiente non ha mai avuto così tanti miliardi a disposizione. Si sa che i soldi non fanno la felicità. Ma possono fare la rivoluzione verde?

Le sfide più importanti

Quando parliamo di “futuro”, sembra che questa semplice parola già da sola ci dia degli input per tracciare le sfide che ci aspettano da oggi, dal 2022: sfide in campo geopolitico, tecnologico, spaziale. Dove saper guardare in avanti sarà fondamentale. Ma ancora una volta tra i protagonisti ci saranno i confini, quelli geografici, che nel 2021 hanno messo a dura prova nelle scelte di gestione le alleanze atlantiche (e non solo quelle). Le partite più calde si giocheranno a Est, dove finisce l’Europa, e a decidere è ancora il vecchio blocco sovietico: l’Ucraina subirà l’egemonia russa o riuscirà a far parte della NATO? Aleksandr Lukashenko userà ancora i migranti per esercitare il suo potere? E poi c’è il metaverso, la prossima grande scommessa a cavallo tra tecnologia e social media. Dopo l’annuncio di Zuckerberg, “metaverso” è candidata infatti a diventare la parola-chiave del prossimo decennio. Davanti a noi, in teoria, nuovo mondo virtuale come diretta evoluzione di internet, un nuovo universo fatto di esperienze da vivere solo nel digitale. Esperienza surreale? A cosa porterà? Intanto, l’Italia nell’anno che verrà - tanto per “volare alto” - lancerà in orbita la più nutrita costellazione europea di satelliti. Non solo: la “nostra” AstroSamantha - Samantha Cristoforetti - sarà la prima donna europea al comando dell’ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Cosa potrà osservare da là sopra?

Tutto è interconnesso

Il futuro della scuola, o la scuola del futuro? In questi giorni, con la curva dei contagi in impennata e l’allarmante virulenza della variante Omicron a farla da padrone, pare esserci un’unica certezza: l’assoluta incertezza che incombe sul futuro della scuola. Quella che infatti, in un primo momento, era stata definita con ottimismo la “scuola del futuro”, una modalità innovativa e pratica per fare didattica, ovvero la Dad, si è rivelata più che altro un esperimento fallimentare. Sono 2 gli ordini di problemi emersi. Il primo riguarda la preparazione scolastica e l’approfondimento possibili, a fronte delle tempistiche e degli strumenti telematici; l’altro, una serie di criticità per nulla secondarie: l’equilibrio psicologico dei ragazzi, l’importanza della socializzazione e i disagi organizzativi delle famiglie, questi ultimi molto spesso a discapito delle donne. Sono ormai quasi 2 anni che il diritto all’istruzione dei giovani è stato messo in stand-by per dare la precedenza a “questioni più urgenti”. Se però sul tavolo delle discussioni viene quantomeno preso in considerazione il destino dei bambini e dei liceali, quello dei poveri universitari, invece, raramente è stato menzionato durante la pandemia. Ora occorre garantire che le lezioni si svolgano, in sicurezza, sui banchi di scuola e nelle aule. E l’esito di questa sfida è legato a doppio filo alla macchina dei vaccini e della pillola anticovid. Scienza e organizzazione. È tutto interconnesso.

Uno spettro (economico) si aggira per l’Europa

C’è uno spettro che si aggira per l’Europa, se parliamo di 2022: e no, non è il comunismo. Anche se nei centri della grande finanza evoca probabilmente lo stesso tipo di terrore. Ormai da anni, anzi, da decenni abbiamo derubricato l’inflazione a esotico ricordo del passato (forti dei parametri europei che, su diktat germanico, l’hanno combattuta ad alzo zero). Oggi al massimo l’attribuiamo a qualche nazione ancora mezza disastrata, pensando che nulla del genere tornerà mai a riguardare noialtri Occidentali. Sbagliato: e la Turchia – che al di là di ogni considerazione è comunque uno Stato molto “europeo” – sono mesi che ci sta facendo da monito. Lì l’inflazione, causata dalla grandeur erdoganiana, sta già creando danni seri. E file nelle strade. Il punto è che per combattere la pandemia e i suoi effetti l’Europa – e i singoli Stati che la compongono – hanno allargato i cordoni della borsa, e tanto. Noi tutti speriamo che siano non spese ma investimenti, e che rappresentino il volano per una nuova fase di crescita; ma quasi tutti sappiamo (o dovremmo sapere) che non sarà per forza così, e non sarà per sempre così. Tutta questa massa di denaro e spese prima o poi porterà alla superficie anche effetti indesiderati: dobbiamo essere pronti a vederli, prevederli, tenerli sotto controllo. Senza per forza essere schäublaniamente draconiani.

Tra i tanti cambiamenti, una certezza

Tra tanti cambiamenti attesi una certezza: continueremo a essere tempestati di notizie, o presunte tali. In un mondo in cui l’informazione è cross-mediale, continuerà a essere di vitale importanza saper distinguere le fake news e interrogarsi sulle fonti. Al sensazionalismo e all’intrusione nella vita privata delle persone è arrivato, forse, il momento di privilegiare l’analisi e la riflessione. Informarsi implicherà quindi sempre di più fare una scelta di campo. Una scelta di campo che riguarda lo stile ma anche lo strumento. Il processo di digitalizzazione, accelerato dalla pandemia, sembra stia portando a una maggiore consapevolezza delle insidie e le ricadute dell’online sulle nostre vite, diventate negli anni sempre più connesse. Sarà forse arrivato il momento di disconnettersi, almeno ogni tanto?

Alessandro Baltaro

Carolina Gandini

Caterina Tarquini

Chiara Manetti

Damir Ivic

Fabio Galantucci

Ines Ivkovic

Laura Marsala

Maria Michela D’Alessandro

Vittoria Cipriani

Cristina Sivieri Tagliabue