Diritti

Francia: arriva l’ambasciatorə Lgbt+

La prima ministra Èlisabeth Borne l’ha annunciato nel 40° anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità nel Paese, dopo aver subito alcune critiche per i commenti omofobi di un membro del governo
Credit: Luc Nobout/IP3 via ZUMA Press
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 agosto 2022 Aggiornato alle 07:00

Entro la fine dell’anno la Francia avrà il suo ambasciatore per i diritti Lgbtq+. Lo ha annunciato la prima ministra Élisabeth Borne durante una visita in un centro Lgbt a Orleans, nella zona centrale del Paese, nel 40° anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità.

La figura sarà incaricata di «coordinare l’azione del Ministero per l’Europa e gli Affari Esteri contro la discriminazione e per la promozione dei diritti Lgbt+ e si farà portavoce della Francia», ha spiegato Borne. Si occuperà anche di difendere la «depenalizzazione universale dell’omosessualità e della transidentità».

La Prima Ministra ha anche elogiato «il lavoro esemplare delle associazioni e dei centri Lgbt+», «punti di accesso identificabili e accessibili per molte persone che non sanno a chi rivolgersi». L’anno scorso, questi centri hanno aiutato quasi 6.000 persone in tutto il nostro Paese, ha sottolineato la premier, affermando che «l’odio anti-Lgbt+ continua a escludere, ferire e talvolta persino uccidere».

Per questo, Borne ha anche annunciato la creazione di un fondo da 3 milioni di euro per finanziare dieci nuovi centri Lgbt+, oltre ai 35 già esistenti in Francia. L’obiettivo, spiega il quotidiano Le Monde, è avere almeno due centri in ogni regione francese e almeno un centro in ogni regione d’oltremare.

A metà luglio il governo francese era stato criticato dopo i commenti di Caroline Cayeux, ministra incaricata delle comunità territoriali, che alla domanda sulla sua opposizione alla legge francese del 2013 che autorizza il matrimonio gay e l’adozione, aveva risposto: «Ho molti amici tra quelle persone lì». Nove anni fa aveva descritto l’unione tra coppie dello stesso sesso come una “riforma del capriccio” e un “progetto contro natura”, riporta il quotidiano online Têtu.

Le sue dichiarazioni di luglio avevano portato a una serie di proteste di fronte all’Assemblea nazionale di Parigi contro “la presenza nel governo di persone che negli ultimi anni hanno assunto posizioni Lgbtfobiche”, avevano annunciato gli attivisti. Nel tentativo di porre fine a questa controversia, Cayeux ha rilasciato un comunicato stampa in cui si è scusata, ha definito le sue osservazioni “inappropriate” e ha promesso che non riaccadrà.

Borne, alla domanda sulla ministra Caroline Cayeux, ha detto che «le osservazioni del mese scorso hanno scioccato molte persone e attivisti Lgbtq e hanno provocato richieste di dimissioni», ma la collega si è scusata per i suoi «commenti sfortunati». Tuttavia, ha assicurato che non c’è «alcuna ambiguità sull’impegno di tutti i membri del [suo] governo, che condividono la stessa visione di una società progressista».

In merito alla proposta di legge presentata dal senatore socialista Hussein Bourgi, che ha chiesto un risarcimento per le persone condannate per omosessualità tra il 1942 e il 1982, Elisabeth Borne ha detto di averla «sentita» e che «se ne occuperà». «Non è semplice sapere come riparare le ferite che possono essere state causate dalla discriminazione», ha aggiunto Borne. Ma ha assicurato che «l’approccio del Presidente della Repubblica, il mio approccio, l’approccio del governo non è ambiguo: continueremo a lottare per fare progressi sui diritti delle Lgbtq».

Lucile Jomat, presidente dell’associazione SOS Homophobie, ha detto al quotidiano Politico che la figura dell’ambasciatore «è un passo nella giusta direzione, ma dovremo vedere quali saranno i suoi compiti e soprattutto il tipo di potere che avrà». Per alcuni, però, non è ancora abbastanza.

Si tratta, comunque, di una figura istituzionale presente in pochissimi Paesi al mondo, tra cui Stati Uniti e Italia: Fabrizio Petri, Inviato Speciale per i Diritti delle persone Lgbtqia+, è stato eletto a novembre del 2021.

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