Diritti

PD, liste e alleanze: non disperdiamo il messaggio delle Agorà

L’esperimento di democrazia partecipativa Agorà Democratiche si è occupato, tra le altre cose, di transizione ecologica. Questi contenuti possono e devono avere un impatto sulle prossime elezioni. I loro messaggi sono piuttosto chiari
Enrico Letta ospite della giornalista Lucia Annunziata, conduttrice della trasmissione Mezz'ora in più, luglio 2022.
Enrico Letta ospite della giornalista Lucia Annunziata, conduttrice della trasmissione Mezz'ora in più, luglio 2022. Credit: ANSA/CLAUDIO PERI
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6 agosto 2022 Aggiornato alle 06:30

Nel settembre dell’anno scorso sono stata contattata dal segretario del PD Enrico Letta per fare parte del gruppo degli “Osservatori indipendenti” della Agorà Democratiche, insieme a Gianrico Carofiglio, Carlo Cottarelli, Anna Maria Furlan, Andrea Riccardi, Elly Schlein.

Da allora, ho seguito e animato varie Agorà e in particolare alcune che si sono occupate della transizione ecologica, di Europa e democrazia. Come dice il sito, le 700 Agorà hanno interessato circa 100.000 persone e prodotto quasi 1.000 proposte; purtroppo il processo si è interrotto, spero solo temporaneamente, a causa delle elezioni anticipate; il piano originale, che non ha potuto essere completato, era di concordare un programma condiviso per le elezioni del 2023 attraverso iniziative di partecipazione ed elaborazione plurali e aperte, che poi avrebbero dovuto arrivare a una sintesi condivisa; purtroppo, l’interruzione forzata ha reso più difficile raccogliere sostegni consistenti per le proposte, tranne rare eccezioni, anche perché partecipanti e promotorə non avevano ancora ben integrato il legame fra la partecipazione alle Agorà e le proposte stesse. È stato comunque un esercizio sul quale vale la pena investire anche per il futuro e i cui contenuti possono e devono avere un impatto su queste elezioni.

Non sono naturalmente in grado di giudicare l’importanza che tutto questo lavoro ha nel dibattito e nei rapporti di forza interni al PD, ma a giudicare dai contenuti, sui temi della transizione ecologica, delle migrazioni, dell’Europa, dei diritti e sulla partecipazione democratica, i messaggi sono piuttosto chiari.

Per esempio, ho trovato sorprendente e degno di nota che tra le 184 proposte nella parte della rivoluzione verde ne ho trovate solo due che non condivido pienamente: riguardano il tema dell’incenerimento e la possibile estrazione di gas nazionale. Tutte le altre indicano al PD e alla eventuale coalizione una direzione “verde” chiara e ambiziosa. Varie riconoscono i ritardi e insufficienze dei Piani del Governo Draghi e del Ministro Cingolani, in particolare su rinnovabili ed efficienza; molte vanno nella direzione di spingere entrambe in modo molto deciso, attraverso la semplificazione delle procedure autorizzative, ma anche un reale processo di dialogo e coinvolgimento delle comunità locali; si chiede di realizzare al più presto le comunità energetiche, politiche urbane in grado di rendere le nostre città a prova di clima e di organizzare nuove forme di partecipazione deə cittadinə, di ridurre i 20 miliardi e più di sussidi pubblici ambientalmente dannosi all’anno, di riprendere il complicato tema della legge sul consumo di suolo e di intervenire per gestire meglio le risorse idriche; si chiede anche di fare una legge sul clima e di legiferare contro il “greenwashing”, si propone di respingere gas e nucleare nella tassonomia europea; si danno idee molto concrete per ridurre rifiuti e rafforzare l’economia circolare. Nulla sul nucleare, sui rifiuti priorità a riciclo e riduzione, sul gas proposte piuttosto esplicite di uscita da una dipendenza ancora eccessiva, pur se su questo tema ho assistito a discussioni molto vivaci sui tempi e modi per farne a meno e sulla opportunità di riprendere la trivellazione di gas nell’Adriatico…

Ho voluto soffermarmi su questi punti per sottolineare che sarebbe un grave errore se il PD, che sta lavorando alla formazione di una coalizione competitiva contro una destra che rimane profondamente reazionaria sui diritti e climato-negazionista, si fermasse all’Agenda ”Draghi”, notoriamente incompleta, sottovalutasse il messaggio delle Agorà e la capacità di questi temi di portare voti alla coalizione di centro-sinistra: naturalmente, se deciderà di farne davvero il punto centrale della proposta di governo a partire da candidature significative e proposte chiare, senza troppe ambiguità e distinguo; e soprattutto senza pensare che sarà sufficiente “appaltare” il tema della trasformazione ecologica a un certamente auspicabile accordo con la cosiddetta alleanza del “cocomero” SI-EV (brutta riduzione dell’ecologia a una buccia) da controbilanciare con la presenza più “fossile” di Calenda, sostenitore dichiarato di nuovi gasdotti o nucleare e inaccettabilmente sprezzante con tutto quello che sa di “verde”, cultura compresa.

Peraltro, se il PD sostenesse al governo e in Parlamento la proposta di Marco Cappato della Associazione Luca Coscioni, Virginia Fiume di Eumans, e di moltə altrə di permettere a liste non rappresentate in Parlamento di raccogliere le firme online e di essere incluse in coalizione, proposta alla quale nessuno si è ancora degnato di rispondere, si darebbe una carta in più da giocare contro la destra.

In conclusione, non solo i risultati della Agorà, ma anche la drammatica accelerazione dei cambiamenti climatici e le numerose soluzioni a disposizione, il fatto che l’Italia sia già oggi la seconda green economy d’Europa, l’enorme potenziale di nuovi lavori e di migliore qualità di vita che una decisa svolta ecologista e più coraggiosa sui diritti potrebbero portare anche in Italia, devono condurre il PD a gesti forti di apertura di spazi di partecipazione, a scelte programmatiche e a candidature coerenti con questi obiettivi, al di là dei destini ancora incerti della coalizione che si presenterà agli elettori ed elettrici il 25 di settembre prossimo.

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