Ambiente

Gli incendi li trovi sulla mappa

Greenpeace ha lanciato una piattaforma web per scoprire in tempo reale dove divampano i roghi. Uno strumento di educazione e informazione indispensabile
Credit: greenpeace.org (snapshot della mappa)
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5 agosto 2022 Aggiornato alle 07:00

Al momento della stesura di questo articolo, nel mondo sono in corso 1956 focolai, soprattutto in Cina, Russia (vedi Siberia), Australia e Brasile.

Questi dati sono facilmente fruibili grazie a una nuova piattaforma web lanciata da Greenpeace che mostra, grazie ai dati satellitari, gli incendi a livello mondiale in tempo reale.

La “Mappa degli incendi nel Pianeta”, come l’ha ribattezzata l’associazione ambientalista, è uno strumento utile non solo per capire dove sono i roghi, ma anche per comprendere quali aree colpiscono: per esempio, in ordine di interesse, affliggono soprattutto le foreste, le aree agricole, gli arbusti e i cespugli.

«Si tratta di uno strumento pensato non solo per gli addetti ai lavori, ma per chiunque voglia conoscere sia la situazione attuale che i dati storici sugli incendi, grazie a una piattaforma web che permette di andare indietro nel tempo fino al 2000 sfruttando i dati satellitari acquisiti dal sensore MODIS a bordo dei satelliti Terra e Aqua della Nasa», spiega Greenpeace.

Non a caso, la piattaforma è stata lanciata in una estate rovente dove gli incendi colpiscono ovunque. «Non è solo l’Europa che brucia: dalla mappa si vede chiaramente come dall’Australia alla Russia fino agli Stati Uniti e l’Italia, gli incendi siano sempre più frequenti e intensi, a causa della crisi climatica e dalle attività umane», ha spiegato nella nota di presentazione Martina Borghi, responsabile campagna Foreste di Greenpeace Italia.

«È fondamentale dedicare più risorse non solo al controllo, ma soprattutto alla prevenzione degli incendi, che provocano ingenti emissioni di gas serra e drammatiche perdite di vite umane e di biodiversità. Per farlo, dobbiamo innanzitutto rafforzare, su scala globale, la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali, proteggendoli e favorendone la capacità di trattenere e assorbire carbonio. È inoltre necessario aggiornare e migliorare il modello di lotta agli incendi, passando da un approccio emergenziale a uno di prevenzione e governo dei roghi», aggiunge.

Per l’associazione la nuova mappa può essere anche uno strumento di educazione e informazione, soprattutto in un momento storico in cui sono ormai più che evidenti gli effetti della crisi climatica: temperature bollenti e fenomeni meteo intensi che contribuiscono all’aumento degli incendi, oggi più veloci in territori secchi e spesso più lunghi e complessi da fermare.

Allo stesso tempo, come ricorda Greenpeace, «più incendi portano più emissioni di gas serra, quindi innalzamento della temperatura media del Pianeta ed eventi meteorologici estremi come periodi prolungati di siccità. E più il clima è secco e caldo, più è facile che gli incendi si propaghino rapidamente e diventino sempre più difficili da domare».

Un circolo vizioso difficile da spezzare. Eppure, tra educazione, gestione controllata delle foreste, formazione nel mondo dell’agricoltura e gestione a livello locale, attraverso la manutenzione e la prevenzione nei territori molti incendi potrebbero essere evitati o fermati, chiosano da Greenpeace.

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