Futuro

Il primo appuntamento

Può un giornale uscire dal mondo digitale per incontrare, faccia a faccia, ə lettorə? Per vederlə, toccarlə e parlare insieme del futuro? Noi crediamo di sì. E lo stiamo per fare
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 3 min lettura
30 luglio 2022 Aggiornato alle 07:00

Sette mesi fa - quando è nato il nostro quotidiano online - abbiamo promesso che ci saremmo vistə. Ovvero, che saremmo uscitə dal mondo digitale per guardarci negli occhi, o quanto meno per farci “toccare”. Per far sì che La Svolta non fosse solo una fonte d’informazione fatta di bit ma che la relazione con il nostro giornale prendesse una forma fisica.

Quella promessa mi gira in testa da parecchio, e il mio dubbio non è stato soltanto “come creare La Svolta di carta” ma come realizzare, nel 2022, un giornale che abbia un senso concreto per le vite delle persone. Mi sono chiesta come far sì che La Svolta non sia solo un progetto di uso e consumo di informazioni ma anche un “tramite”. Che porti la nostra mente anche verso altri progetti. Un posto dove unire i puntini. Non solo quelli dei nostri articoli ma le nostre relazioni. Un posto che permetta davvero di scegliere una direzione, e per far questo, un po’, anche “con chi vogliamo stare”.

Ma può, un giornale, essere uno strumento e non solo un luogo dove l’informazione finisce? Ci chiamano medium. Siamo nel mezzo delle cose, veicoliamo messaggi. Facciamo domande alle quali altrə rispondono. Potremmo noi, un giorno, provare a rispondere alle domande di altrə? Possiamo provare a mettere insieme le cose, e al tempo stesso a sparigliare le carte?

È con questo spirito che - nell’attesa di una Svolta di carta che stiamo progettando e che arriverà presto - abbiamo intrapreso un percorso insieme a un altro progetto autoriale per uscire da qui, e trovarci con voi, in un posto vero. E poi, magari, dopo questo primo posto, in altri posti veri. Per iniziare a guardarci negli occhi e dirci le cose.

Il progetto autoriale è uno dei miei preferiti, e tocca con profondità e delicatezza le corde dei temi ambientali, e della transizione ecologica. Si chiama La Fabbrica del Mondo e stasera su Rai3 potete assistere all’ultimo appuntamento - in replica - di un programma condotto da Marco Paolini (un maestro del teatro di narrazione) e Telmo Pievani (filosofo della scienza ed evoluzionista).

Il progetto “on the road” che ci vede complici si chiama Gli Incontri della Fabbrica del Mondo: saranno 3 giorni - dal 1 al 3 settembre - in un’antica villa Veneta dove tuttə siete benvenutə, e dove tuttə potrete non solo ascoltare, ma partecipare al grande dibattito sulle conseguenze del futuro. Oggi più che mai necessario, questo percorso, di cui da qui a un mese parleremo parecchio, lo trovate già nella sezione Incontri. Dove vi aspettiamo con gioia.

PS. Tutto questo non avrebbe senso senza la dea ex machina di Jole Film, la società produttrice del programma La Fabbrica del Mondo, Michela Signori. Lo spirito che ci unisce, lo racconta Marco Paolini nel video su cui basta fare play.

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