Ambiente

Walmart ha un problema con i rifiuti pericolosi

Secondo il procuratore generale della California, Rob Bonta, negli ultimi 5 anni la multinazionale non avrebbe smaltito adeguatamente i prodotti di scarto e i resi
di Redazione
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22 dicembre 2021 Aggiornato alle 12:11

Provate a visualizzare nella vostra mente una valanga composta da 1 milione di batterie al litio, bombolette spray, prodotti per la pulizia, vernici e lampadine a led: bene, tutta questa immondizia, targata Walmart, viene smaltita irregolarmente ogni anno nelle discariche californiane. Sì: irregolarmente.

A lanciare questa accusa nei confronti del gigante statunitense della vendita al dettaglio - secondo il Los Angeles Times nel 2021 ha generato 560 miliardi di dollari di entrate, in California gestisce più di 300 negozi - è stato il procuratore generale della California, Rob Bonta. A suo modo di vedere, negli ultimi 5 anni la multinazionale non avrebbe smaltito adeguatamente i prodotti di scarto e i resi: “Quando un grande magazzino dispone di merci indesiderate dovrebbe occuparsene correttamente. Purtroppo Walmart, la più grande azienda al mondo per fatturato, non è riuscita a farlo su larga scala qui in California”.

Non è la prima volta che Bonta si occupa di tematiche ambientali: coautore di un disegno di legge per creare un New Deal verde in California, da sempre sostiene misure per ripulire l’aria, l’acqua e le coste californiane, ed è stato un leader nel movimento per la decarbonizzazione degli edifici del suo Stato. Non è neanche la prima volta che si occupa di Walmart, tra l’altro: nel 2010 infatti ha intentato una causa contro l’azienda perché fermasse lo scarico di prodotti pericolosi nelle discariche locali, non attrezzate per il loro smaltimento. All’epoca Walmart fu costretta a pagare 25 milioni di dollari. Ma non solo: due anni più tardi, nel 2012, la cifra versata stavolta allo Stato del Missouri per una causa simile si aggirò intorno al milione di dollari. E l’anno dopo l’azienda ammise di essere colpevole di 6 reati federali per aver scaricato materiale inquinante nelle fognature di 16 contee della California. Ora, per quest’ultima accusa, Walmart ha annunciato che intende difendersi in tribunale, definendo la causa “ingiustificata”; non si può però non sottolineare come le 58 ispezioni effettuate dal 2015 a oggi parlino di smaltimenti irregolari in tutte e 13 le contee poste sotto la lente indagatrice di Bonta.

Una vicenda simile è stata tra l’altro raccontata nel 2019 dal film “Dark Waters”, con protagonista Mark Ruffalo: l’avvocato ambientalista Robert Bilott si schiera contro la società di produzione di prodotti chimici DuPont dopo lo scandalo dell’inquinamento idrico di Parkersburg, nella Virginia occidentale, con prodotti chimici non regolamentati.

Di recente Walmart, le cui vendite annuali secondo Forbes superano il Pil di paesi come Svezia, Polonia ed Emirati Arabi Uniti, ha annunciato l’impegno di raggiungere zero emissioni globali di Co2 entro il 2040. Ma i fatti parlano chiaro, e non mostrano un’azienda che fa dell’impegno ambientale uno dei suoi valori primari. Almeno al momento.

Secondo Bonta, la società avrebbe smaltito illegalmente quasi 80 tonnellate di rifiuti ogni anno. “Dal 2015 a oggi, lo Stato della California ha effettuato quasi 60 ispezioni, analizzando i compattatori di rifiuti prodotti da Walmart: in tutti i casi sono state trovate dozzine di rifiuti considerati pericolosi, oltre a rifiuti medici e registri dei clienti con informazioni personali”. Come ha spiegato in una conferenza stampa la direttrice del dipartimento per il controllo delle sostanze tossiche della California Meredith Williams, questi rifiuti “possono essere tossici se rilasciati nell’aria, nell’acqua e nel nostro suolo, determinando una serie di esiti negativi sulla salute come cancro, disturbi neurologici, difficoltà di apprendimento e asma”.