Ambiente

L’Italia dovrà risparmiare il 7% sul gas

I ministri dell’Energia Ue hanno raggiunto l’accordo sulla riduzione di gas per fronteggiare la stretta di Mosca. Cingolani: «Indipendenti dalla Russia entro il 2023»
Stazione di ricezione del gas naturale del gasdotto Nord Stream
Stazione di ricezione del gas naturale del gasdotto Nord Stream Credit: Jens Büttner/dpa-Zentralbild/ZB
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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27 luglio 2022 Aggiornato alle 21:00

Il 26 luglio i ministri dell’Energia dell’Ue riuniti a Bruxelles hanno raggiunto l’accordo sulla riduzione volontaria della domanda di gas naturale del 15% nel prossimo inverno per fronteggiare la stretta imposta dalla Russia.

La svolta arriva dopo che nelle ultime ore il piano presentato la scorsa settimana dalla Commissione europea era stato rivisto in seguito all’opposizione di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, critici sull’onere della riduzione e sulla sua eventuale obbligatorietà in caso venisse attivato lo “stato di allarme” da parte della stessa Commissione.

Gli Stati membri hanno quindi convenuto di rafforzare il ruolo del Consiglio. Sarà perciò quest’ultimo, e non più la Commissione, a decidere su eventuali obiettivi vincolanti qualora l’adesione volontaria non fosse sufficiente.

Ciò avverrebbe su proposta della Commissione «in caso di rischio sostanziale di grave penuria di gas o di domanda di gas eccezionalmente elevata, oppure su richiesta di cinque o più Stati membri che abbiano dichiarato lo stato di allarme a livello nazionale».

L’obiettivo di riduzione del 15%, inoltre, verrà adattato alla situazione particolare di ciascun Paese grazie a una serie di deroghe, tenendo conto in particolare del livello di stoccaggio raggiunto e della possibilità di esportare il gas risparmiato in altri Paesi.

In base a questi parametri l’Italia dovrebbe risparmiare il 7%, invece del 15%, rispetto alla media ponderata di gas annuale degli ultimi cinque anni. A riferirlo è il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.

«Riteniamo che entro l’inizio dell’inverno saremo quasi indipendenti dalle forniture russe ed entro l’anno prossimo la situazione sarà piuttosto sicura, senza nessuna dipendenza russa», ha annunciato Cingolani, secondo cui lo stoccaggio di gas in Italia ha superato il 70%. «Questo significa che possiamo anche liberare un po’ di gas per coloro che sono meno interconnessi».

L’esecutivo europeo sta inoltre esaminando «con urgenza» le diverse possibilità di introdurre tetti al prezzo del gas, e assicura che «porterà avanti il processo di valutazione d’impatto su come resistere alla futura eccessiva volatilità dei prezzi».

«Visto che l’Europa è il principale acquirente dei gasdotti si può permettere di fare il prezzo di mercato», sostiene Cingolani, che avanza l’ipotesi di un price cap temporaneo, «da decidere magari se da applicare ad alcuni Paesi o a tutti. Anche un price cap con un prezzo alto potrebbe calmierare l’elettricità, con un impatto importante sull’inflazione».

Il primo passo però è stato fatto. «Agendo insieme per ridurre la domanda di gas, tenendo conto di tutte le specificità nazionali rilevanti, l’Ue ha assicurato solide basi per l’indispensabile solidarietà tra gli Stati membri di fronte al ricatto energetico di Putin», ha commentato in una nota la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

«L’annuncio che Gazprom taglierà ulteriormente le consegne di gas in Europa attraverso il Nord Stream 1, senza giustificati motivi tecnici, illustra ulteriormente la natura inaffidabile della Russia come fornitore di energia», ha concluso la presidente. «Grazie alla decisione odierna, siamo ora pronti ad affrontare la nostra sicurezza energetica su scala europea, come Unione».

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