Ambiente

Libano: la rete idrica sta collassando

Tra crisi energetica, inflazione e mancanza di risorse, milioni di persone nel Paese - soprattutto bambini - potrebbero presto rimanere senz’acqua. L’Unicef chiede un intervento immediato
Proteste per l’accesso all’acqua
Proteste per l’accesso all’acqua Credit: Snapshot dal video: Water Crisis in Lebanon (all episodes)
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28 luglio 2022 Aggiornato alle 11:00

Il Libano ha sfiorato il collasso totale delle sue infrastrutture idriche. A causa dell’inflazione, l’aumento dei costi dell’energia e una situazione geopolitica estremamente delicata, il Paese è in grande sofferenza per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua e milioni di persone, soprattutto bambini, sono a rischio per le loro condizioni di salute.

A lanciare l’allarme e ribadire le complesse condizioni in cui versa il Libano è l’Unicef. A oggi, secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, i sistemi di approvvigionamento idrico sono in funzione ma sono anche estremamente in bilico: nel suo report Struggling to keep the taps on la Onlus avverte infatti che «le prospettive di una soluzione rimarranno scarse finché la crisi energetica continuerà, poiché la carenza di elettricità rende impossibile pompare acqua a sufficienza e in alcuni casi causa la chiusura completa delle operazioni di pompaggio».

Il problema è strettamente legato all’aumento del prezzo del petrolio che si è fatto sentire su una economia libanese già allo stremo tra inflazione e pandemia e ancora in un contesto di difficilissima ripresa dopo le esplosioni di Beirut del 2020.

Secondo l’Unicef, a oggi «i fornitori del settore pubblico non sono stati in grado di fornire acqua a sufficienza ai loro clienti, in gran parte a causa della crisi energetica, ma anche perché non sono in grado di permettersi ricambi, riparazioni e diesel, in un contesto di inflazione vertiginosa. Dall’inizio della crisi, le forniture di acqua da parte dei quattro stabilimenti idrici sono diminuite drasticamente, spesso al di sotto dei 35 litri pro capite al giorno considerati la quantità minima accettabile».

Questo significa che la maggior parte delle famiglie per avere acqua deve affidarsi a trasporti costosi o addirittura a fornitori privati: attualmente il costo medio di mille litri d’acqua trasportati con un camion ha raggiunto le 145.000 lire libanesi (poco meno di 100 euro) nell’aprile 2022, con un aumento di quasi il 50% rispetto allo stesso mese del 2021 e un incremento di quasi sei volte rispetto al 2019.

Tra preoccupazioni sulla qualità dell’acqua di rubinetto e scarsità dell’approvvigionamento idrico della rete, oggi molte famiglie si affidano per il proprio fabbisogno all’acqua imbottigliata: la scorsa primavera però - per dare un’idea dei prezzi - l’acqua in bottiglia era da tre a cinque volte superiore rispetto al 2021. Ciò indica che una famiglia di cinque persone, che beve 10 litri al giorno, «dovrebbe spendere 6,5 milioni di lire libanesi all’anno oltre al costo dell’acqua usata per cucinare e per l’igiene», precisa l’Unicef che si dice fortemente preoccupato per i bambini e per ospedali, strutture sanitarie e scuole.

«L’inadeguatezza delle forniture di acqua sicura rappresenta un rischio enorme per i neonati e i bambini piccoli, che sono particolarmente vulnerabili alle malattie legate all’acqua e agli impianti igienici, una delle principali cause di morte per i bambini sotto i 5 anni - spiega il Fondo dell’Onu ricordando che la soluzione migliore oggi resta comunque - la fornitura di acqua attraverso gli operatori pubblici», ma per poterne usufruire è «necessario adottare immediatamente misure per risolvere la crisi energetica e sostenere i servizi, mentre sono urgenti investimenti significativi per far sì che le reti di approvvigionamento pubblico possano tornare a funzionare in modo efficiente. Ogni famiglia deve avere acqua assicurata. L’accesso all’acqua non è solo un bisogno di base, è un diritto fondamentale. Avere acqua sufficiente, accessibile e sicura salva le vite e mantiene i bambini in salute».

Finora, per contribuire a evitare al collasso dell’approvvigionamento idrico in Libano, l’Unicef ha supportato con aiuti il Paese ma servono, si stima, «almeno 75 milioni di dollari all’anno per mantenere in funzione i sistemi di base e far arrivare l’acqua a più di quattro milioni di persone in tutto il Paese e per salvaguardare l’accesso e il funzionamento dei sistemi idrici pubblici».

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