Diritti

Il Papa si scusa

Il pellegrinaggio penitenziale di Bergoglio in Canada vuole riconciliare la Chiesa con le popolazioni indigene abusate nelle scuole residenziali cattoliche. Secondo i rappresentanti “è solo un inizio”
Papa Francesco indossa un copricapo tradizionale che gli è stato dato dopo le sue scuse alle popolazioni native durante una cerimonia a Maskwacis, parte della sua visita papale in tutto il Canada.
Papa Francesco indossa un copricapo tradizionale che gli è stato dato dopo le sue scuse alle popolazioni native durante una cerimonia a Maskwacis, parte della sua visita papale in tutto il Canada. Credit: Nathan Denette/The Canadian Press via ZUMA Press
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
26 luglio 2022 Aggiornato alle 15:00

«Cari fratelli e sorelle del Canada, vengo tra voi per incontrare le popolazioni indigene. Spero che, con la grazia di Dio, il mio pellegrinaggio penitenziale possa contribuire al cammino di riconciliazione già intrapreso».

Sono le parole del tweet con cui il 24 luglio Papa Francesco ha annunciato la sua visita in Canada, quarta trasferta pontificia nel Paese del nord America dopo le tre compiute da Wojtyla, ultima quella nel 2002.

Il viaggio fa seguito alle scuse pronunciate il 1° aprile di quest’anno da parte di Bergoglio, che ha definito “deplorevoli” gli abusi commessi nei decenni passati dai missionari delle 139 scuole residenziali cattoliche ai danni delle popolazioni dei Métis, degli Inuit e delle Prime Nazioni.

Dal XIX secolo fino agli anni ’70 del Novecento, circa 150mila bambini indigeni sono stati allontanati dalle loro famiglie e costretti a frequentare gli istituti ecclesiastici. Agli studenti veniva impedito di esprimersi nella loro lingua madre, in un processo di assimilazione culturale promosso dallo Stato che non ha risparmiato episodi di violenza fisica e sessuale.

Nel maggio 2021 vennero trovati i resti di 215 bambini, alcuni di 3 anni, sepolti nel sito di quella che un tempo era la più grande scuola residenziale indigena del Canada. La prova di un vero e proprio genocidio, nel quale si stima che abbiano trovato la morte fino a 6.000 bambini.

«È un momento storico importante - ha dichiarato il Gran Capo George Arcand Jr. della Confederazione del Trattato 6 Prime Nazioni - Siamo stati colpiti tutti da questo sistema, direttamente o indirettamente. Queste scuse riconoscono quanto abbiamo vissuto e creano un’opportunità per la Chiesa di riparare ai rapporti con i popoli indigeni in tutto il mondo. Ma non finisce qui: c’è molto da fare. È solo un inizio».

Domenica Papa Francesco è atterrato all’aeroporto di Edmonton, capoluogo della provincia occidentale dell’Alberta, dove è stato accolto dai rappresentanti dei tre principali gruppi indigeni insieme al primo ministro canadese Justin Trudeau e alla governatrice generale del Canada Mary Simon, prima indigena a ricoprire questo ruolo.

La cerimonia di benvenuto è stata inaugurata dal gesto simbolico del baciamano da parte del Papa nei confronti dell’anziana indigena Alma Desjarlais, tra le sopravvissute alle scuole residenziali.

«La nostra gente è stata traumatizzata. Alcuni di loro non sono tornati a casa. Ora spero che il mondo capirà perché la nostra gente è così ferita», ha dichiarato il capo Greg Desjarlais delle Prime Nazioni di Frog Lake.

«In questo momento molti del nostro popolo sono scettici e feriti», ha ribadito Arcand Jr. Per questo le buone intenzioni del papa potrebbero essere insufficienti.

«I gruppi indigeni cercano qualcosa di più delle semplici parole - commenta Associated Press in riferimento alle richieste da parte degli indigeni di avere accesso ai registri della Chiesa per identificare i responsabili di quanto accaduto - Vogliono anche giustizia per gli abusatori, risarcimenti finanziari e la restituzione dei manufatti indigeni custoditi dai Musei Vaticani».

«Penso che per la maggior parte dei nativi americani il punto non siano tanto le scuse o le richieste di perdono per chi ha fatto angherie di ogni genere e violenze - ha dichiarato all’Adnkronos Alessandro Ragana, presidente dell’Associazione di promozione sociale e culturale Indian Village - Le scuse sono sempre bene accette, ma è la dottrina della scoperta che deve messa in dubbio».

La visita del papa, costretto alla sedia a rotelle a causa di un problema al ginocchio, proseguirà il 27 luglio nella regione francofona del Québec e il 29 luglio a Iqaluit, nella parte più settentrionale del Canada prossima al Circolo polare artico, da dove il pontefice farà rientro in Vaticano.

Leggi anche
violenza
di Andrea Giuli 3 min lettura
Al Liceo Valentini-Majorana di Castrolibero, in provincia di Cosenza, una comunità di studentesse e studenti manifesta per cercare la verità
VIOLENZE
di Andrea Catizone 3 min lettura