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Torna il Tour de France femminile, ma…

Domenica 24 luglio l’edizione femminile dell’evento ciclistico più seguito è partito da Parigi dopo 33 anni di stop. Le atlete, però, hanno stipendi più bassi, e copriranno meno tappe
La spagnola Mavi Garcia all'inizio del Tour de France 2022 femminile, il 24 giugno 2022
La spagnola Mavi Garcia all'inizio del Tour de France 2022 femminile, il 24 giugno 2022 Credit: EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
25 luglio 2022 Aggiornato alle 21:00

Era da trentatré anni che il Tour de France non vedeva gareggiare delle cicliste. Domenica 24 luglio la corsa a tappe femminile lunga 1033,6 km totali è partita dal centro di Parigi, sullo sfondo della Tour Eiffel, in una calda giornata d’estate.

I tentativi di trovare un’alternativa simile alla gara di ciclismo più famosa al mondo non sono mancati, ma nei 119 anni di esistenza del tour maschile le donne hanno gareggiato al Tour de France solo cinque volte, dal 1984 al 1989.

È stata la vincitrice dell’ultima edizione, Jeannie Longo, che all’epoca aveva 31 anni, a mostrare orgogliosa la maglia gialla e a compiere il passaggio di consegne che si attendeva da più di trent’anni. Longo ha accompagnato la direttrice di gara ed ex professionista Marion Rousse in auto mentre le 144 cicliste delle 24 squadre da 6 componenti ciascuna entravano in gara, passando intorno ai giardini delle Tuileries e sugli Champs-Elysées.

La prima tappa, lunga 81,6 km, e dunque la maglia gialla, è stata conquistata dall’olandese Lorena Wiebes: al momento della premiazione, la donna teneva da una parte un mazzo di fiori gialli e un peluche, dall’altra una bambina, figlia della sua amica ed ex compagna di squadra Esther van Veen, a cui aveva promesso di portarla sul podio se avesse vinto la tappa. «È davvero speciale che il Tour de France sia tornato per le donne», ha detto dopo la gara la campionessa classe 1999. «Spero che potremo ispirare molte ragazze a salire su una bicicletta».

Quest’anno l’edizione è stata organizzata da Zwift, l’azienda di software di ciclismo virtuale che sarà uno degli sponsor principali dell’evento e finanzia il montepremi di 250.000 euro, uno tra i più alti nella storia delle gare di ciclismo femminile, di cui 50.000 andranno alla vincitrice. Quello maschile è di 2,3 milioni di euro, e il campione se ne prenderà circa 500.000.

Come spiega il Washington Post, il rapporto tra i premi vinti dalle donne e quelli vinti dagli uomini è aumentato di 10 volte dal 1984: quando Marianne Martin vinse il primo Tour de France femminile nel 1984, a 26 anni, all’epoca le spettarono meno di 1.000 dollari, condivisi con il team, rispetto ai 100.000 consegnati al suo omologo maschile Laurent Fignon. Insomma, Martin non aveva uno stipendio come ciclista professionista e non era neanche lontanamente paragonabile alla controparte maschile.

Tanto che il Tour de France Femmes, per mancanza di finanziamenti, venne cancellato dopo il 1989: ci sono state alcune gare ciclistiche femminili, negli anni, come La Course in Francia, la versione più simile al Tour de France maschile relegata però a un unico giorno di gara, contro le tre settimane dell’originale, o il Giro delle Donne nel Regno Unito, o ancora il Giro delle Fiandre femminile, ma nessuno era al pari dell’evento sportivo di ciclismo più famoso al mondo, fondato nel 1903, che ebbe una prima edizione femminile solo nel 1955.

Oggi la situazione è diversa: Kate Veronneau, direttrice della strategia femminile di Zwift ed ex ciclista professionista, ha detto al Washington Post che «gli sport femminili sono di forte tendenza perché le aziende che hanno investito nello sport stanno ottenendo rendimenti favolosi». Le donne stanno diventando uno dei migliori investimenti nell’industria sportiva, spiega il Wp.

«Le atlete si prendono la responsabilità di essere modelli estremamente seri perché devono lottare per ogni dollaro di sponsorizzazione che hanno: sanno che tutto ciò che fanno avrà un impatto sulle opportunità che verranno dopo di loro», ha aggiunto Veronneau.

Per l’atleta e medaglia di bronzo olimpica Lily Williams, che ha 28 anni, è il primo anno in cui corre come ciclista professionista senza dover anche lavorare: ma non tutte le cicliste del Tour de France ricevono uno stipendio.

Come riporta il Wp, solo 14 delle 24 squadre che partecipano al Tour sono autorizzate ai sensi del Women’s WorldTeams Tour dell’Union Cycliste Internationale, che richiede alle squadre di fornire uno stipendio minimo di 27.500 euro all’anno a ciascun corridore.

L’obiettivo degli organizzatori del Tour de France femminile, 8 tappe vs 21 della gara maschile, vogliono far crescere il professionismo femminile fino a raggiungere la piena parità. Ma, per quanto l’edizione attuale sia un grande passo avanti, la strada è ancora lunga e tortuosa.

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