Diritti

Calma, non è un dramma

Se si ritiene che la caduta del Governo sia un’ingiustizia, ci si ricordi che questa fa parte dello scontro per il consenso. E c’è un solo modo per esprimere il consenso in una democrazia: andare alle urne
Gli applausi per Mario Draghi alla Camera del 21 luglio 2022
Gli applausi per Mario Draghi alla Camera del 21 luglio 2022 Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
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22 luglio 2022 Aggiornato alle 06:30

Certo, il Parlamento sta mandando a casa uno dei Governi migliori della storia repubblicana recente, se non per i provvedimenti presi, per il metodo di lavoro basato sugli obiettivi, guidato dall’italiano con il più alto livello di riconoscimento e credibilità internazionale (escluso Matteo Berrettini, ovviamente); certo, l’aumento dei prezzi preoccupa, il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza va attuato per non perdere i fondi europei, il nostro debito pubblico è vergognosamente alto; certo, c’è la guerra alle nostre porte e una sfida globale, quella tra Stati Uniti e Cina per il predominio economico, che si fa pressante e che rischia di vedere l’Europa schiacciata, mentre si preoccupa delle mosse dell’autocrate di Mosca.

E poi l’emergenza climatica, la pandemia e le altre piaghe, alle quali si aggiungerà quella di una campagna elettorale che immaginiamo già - conoscendo i nostri polli - piuttosto deludente. Tutto spiacevole e preoccupante. Però, per cortesia, smettiamola di drammatizzare tutto. La manovra bene o male si farà, la BCE ci proteggerà almeno in parte con lo scudo anti-spread appena varato, i politici che non sapranno mettere in atto le riforme richieste dal PNRR se ne prenderanno la responsabilità e noi ne trarremo le conseguenze.

È un appello a tutto il mondo che sui social professa disperazione per la conclusione di questa esperienza e a quello dei nostri colleghi giornalisti che hanno enfatizzato la vicenda, raccontandola con titoli come “L’ora più buia” (Quotidiano Nazionale), “L’Italia tradita” (La Repubblica), “Vergogna” (La Stampa).

Di Rino Formica, vecchio maggiorente del Partito Socialista e più volte ministro, si ricorda sempre la frase che rappresenta al meglio il cinismo delle manovre di potere, ma ci insegna anche una certa freddezza: “La politica è sangue e merda”, poi - riferisce Wikipedia - articolato meglio in: “La politica è per gli uomini il terreno di scontro più duro e più spietato. Si dice che su questo campo ha ragione chi vince, e sa allargare e consolidare il consenso, e che le ingiustizie fanno parte del grande capitolo dei rischi prevedibili e calcolabili”.

Dunque, se si ritiene che l’estromissione di Mario Draghi e la caduta di questo Governo siano state delle ingiustizie, ci si ricordi che queste fanno parte dello scontro per il consenso. E c’è un solo e unico modo per esprimere il consenso in una democrazia: andare alle urne in massa, il più possibile, se necessario “turandosi il naso”, ossia votando forze politiche che magari non corrispondono esattamente alla nostra idea e ci si avvicinano soltanto. Solo in questo modo, se si ritiene che vi siano state ingiustizie, le si potranno provare sanare.

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