Diritti

L’evasione fiscale non è “cool”

Tiziano Ferro deve al fisco italiano 9 milioni di euro e prima di lui sono stati tanti i volti noti ad avere guai con l’Agenzia delle Entrate. Eppure nessuno sembra averne risentito in termini di prestigio
Tiziano Ferro alla prima puntata di X Factor nel 2014.
Tiziano Ferro alla prima puntata di X Factor nel 2014. Credit: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
21 luglio 2022 Aggiornato alle 07:00

Il rosso non è più relativo per Tiziano Ferro ma assoluto. Così ha stabilito il Tribunale Civile di Latina, convalidando l’esecuzione esattoriale dell’Agenzia delle Entrate. Il cantante dovrà quindi sanare il debito che il Fisco italiano gli contesta da anni, pari a 9 milioni di euro, accumulato dalla società Tzn Srl a lui riconducibile, che tra il 2006 e il 2008 non avrebbe versato Irpef, Iva e Irap.

Anche se si tratta di un provvedimento cautelare e la star potrà ancora tentare di far valere le proprie ragioni tramite il giudizio di merito, il tribunale non ravvisando «i presupposti per la sospensione del pignoramento e della procedura esecutiva in corso» chiude di fatto una questione che si trascina da tempo, riferita al periodo in cui Ferro, oggi residente stabilmente a Los Angeles, si trovava in Inghilterra.

Già nel 2020 la Cassazione era stata piuttosto chiara, confermando che nel periodo di riferimento Tiziano Ferro sostenesse di vivere a Manchester, e non a Latina dove sarebbe stato realmente, solo per non pagare le tasse in Italia. Nello specifico si sarebbe appoggiato a società estere con diramazioni in paradisi fiscali, dove dirottare molti proventi godendo di un regime fiscale decisamente alleggerito.

A nulla sono valse le rimostranze dei legali della società Tzn che hanno sempre sostenuto che il cantautore si fosse davvero trasferito in Gran Bretagna per ricostruirsi una vita dopo un periodo difficile, e nemmeno i quattro ricorsi alla Suprema Corte, tutti respinti tranne uno utile solo per usufruire di uno sconto.

Unica nota positiva, l’assoluzione dal punto di vista penale giunta cinque anni fa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota.

Confermando l’evasione fiscale, i giudici della Cassazione avevano puntato l’accento anche su una sorta di aggravante, dovuta «all’elevato livello economico e culturale del contribuente, personaggio famoso nel mondo della musica e in possesso degli strumenti necessari per valutare la giustezza di un determinato comportamento. Essendo la sua condotta “pubblica”, egli ha, rispetto ad altri, maggiormente l’onere di una condotta etica».

Tiziano Ferro non è la prima celeb a finire sulle pagine dei giornali per questioni legate al fisco, e quando accade sul tavolo viene sempre posta la stessa domanda: la condotta dei cosi detti volti noti è equiparabile a quella di qualunque cittadino oppure no?

A livello strettamente legale sì, non esistono due pesi e due misure e ovviamente le pene economiche non sono proporzionate alla popolarità dell’imputato, ma come scritto nella sentenza, dal punto di vista morale qualcosa cambia, soprattutto in un Paese come l’Italia, ai primi posti al mondo per evasione fiscale e in cui il sommerso raggiunge ogni anno cifre da capogiro.

Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze si tratterebbe di 189 miliardi di euro solo per il 2018. Le tasse più evase sono Irpef e Iva e anche se si registra una diminuzione del tax gap, ovvero la differenza tra le imposte incassate e quelle che si dovrebbero incassare, la situazione è tutt’altro che rosea.

Ecco perché quindi chi è più esposto dovrebbe dare l’esempio o, in caso contrario, a seguito di condotte scorrette subire almeno qualche contraccolpo, non solo in termini economici ma anche di popolarità e consenso.

Così però non avviene quasi mai, basti pensare alle molte altre star finite nel mirino nel fisco, le cui carriere non hanno conosciuto nemmeno un giorno d’ombra.

Il caso più eclatante è forse quello di Valentino Rossi, evasore fiscale per 60 milioni di euro, mai allontanatosi da Tavulla ma inspiegabilmente divenuto cittadino londinese nel 2007. Una mossa poco credibile che aveva insospettito a ragione l’Agenzia delle Entrate, che infatti lo aveva condannato, salvo poi accontentarsi di una transazione ufficiale di 35 milioni di euro.

Uno sconto niente male per il Dottore, osannato come un campione, esempio per i giovani prima della vicenda ma anche dopo, esattamente nello stessa misura.

Ovviamente il pilota non è l’unico, visto che nel calcio i guai fiscali hanno riguardato anche Maradona, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi solo per citarne alcuni; e nella musica italiana, rock star del calibro di Gianna Nannini.

Nessuno o quasi però si scandalizza più di fronte a tali notizie, raccontate spesso dai media come gossip o poco più, e questo non può che portare all’assoluzione mediatica dell’evasore, derubricato, quasi simpaticamente, a furbetto.

Più evadi più sei uno giusto, tanto se ti beccano non succede nulla, fai i soldi e diventi ancora più amato. Sembra diventato ormai questo il mantra ad andare per la maggiore, denunciato anche nella canzone Comunisti col Rolex, in cui Fedez e J. Ax, rivolgendosi proprio alla star di Latina, dissero «Tiziano Ferro si è comprato l’attico di fianco a Fedez con i soldi risparmiati a cena con il fisco inglese».

Musica pop a parte il problema dell’impunità morale resta. Oggi si parla di Tiziano Ferro per i miliardi che deve al fisco ma al prossimo concerto saremo ancora tutti lì, sotto al palco, cittadini onesti insieme a evasori, che proprio grazie a chi su quel palco ci sta si sentiranno sempre più legittimati a delinquere.

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